Comunicato Stampa
Muratcentoventidue Artecontemporanea
Olympus Offshore
Lydia Dambassina
Muratcentoventidue Artecontemporanea è lieta di presentare Olympus Offshore, una mostra personale dell’artista greca Lydia Dambassina.
Nata a Salonicco, Lydia Dambassina si è trasferita a Lione in giovane età, dove ha completato gli studi secondari. Successivamente ha frequentato la Scuola di Belle Arti di Grenoble e ha conseguito le lauree in psicopatologia e pedagogia presso le Università di Parigi V e Grenoble. Il suo percorso professionale comprende anche ricerche in epidemiologia psichiatrica e l’attività di art director in produzioni cinematografiche.
La sua pratica multidisciplinare spazia tra pittura, video, installazioni, fotografie e testi che indagano questioni sociali e filosofiche: disuguaglianze economiche, crisi ambientale, identità personale e collettiva, ruolo della donna e impatto delle migrazioni. Molte sue opere esplorano la dualità tra vita umana e natura, tra passato e presente, utilizzando oggetti trovati come teschi di animali, bilance d’epoca, terreno in decomposizione o semi — trasformati poeticamente in strumenti di riflessione.
Lydia Dambassina è un’artista le cui opere sono una riflessione sull’umanità e sulla società contemporanea. Attraverso una pratica interdisciplinare, sviluppa un discorso che unisce rigore estetico e impegno politico, elevando il quotidiano a una visione universale.
I suoi temi — dall’economia al clima, dall’identità all’ingiustizia sociale — sono oggi più attuali che mai. Le sue installazioni spaziano dal personale al politico, invitando lo spettatore a confrontarsi con realtà al tempo stesso globali e intime.
«Gran parte del mio lavoro ruota attorno alla vita e ai suoi vincoli traumatici causati dalla disuguaglianza economica e dalla distruzione della natura... L’identità e la sua formazione, spesso autobiografica, sono al centro della mia ricerca…» Dambassina definisce la sua arte come “uno spazio terapeutico collettivo» volto a liberare la mente dai vincoli imposti dalle disuguaglianze strutturali.”
Ha sviluppato una poetica personale in cui narrazione simbolica e ricerca estetica si fondono in un linguaggio visivo potente, capace di interrogare lo spettatore e sollevare domande profonde sul rapporto tra individuo e collettività. Le sue opere riflettono una tensione continua tra privato e pubblico, tra intimo e politico, mettendo in scena oggetti, immagini e suoni che diventano strumenti di riflessione.
Dal 2004 la sua ricerca si è concentrata sulla crisi economica e morale globale e sulle disuguaglianze in crescita esponenziale, come dimostra il progetto Party’s over – Starts over che affronta vari aspetti della crisi che ha colpito la Grecia e non solo , dovuta al dominio assoluto dei mercati internazionali sulla sovranità popolare sancita dalla Costituzione. Il progetto si articola in grandi fotografie che combinano immagini e frammenti testuali, spesso tratti dalla stampa greca e francese, che dialogano sulla crisi globale, con particolare attenzione alla Grecia e al crollo della Lehman Brothers.
Il lavoro di Lydia Dambassina è stato apprezzato per la capacità di coniugare rigore concettuale e sensibilità estetica; è inoltre nota per il suo impegno nella scena culturale ateniese, contribuendo al dibattito artistico e intellettuale attraverso collaborazioni con spazi indipendenti, curatori e altri artisti. La sua arte nasce da una visione umanista profondamente radicata nella protezione della natura e nella giustizia sociale. Anche le sue scelte di vita riflettono questi valori: ha coltivato un orto biologico, piantato oltre 300 alberi e promosso la tutela dell’ambiente come forma d’arte.
Le sue opere sono state presentate in istituzioni e festival internazionali e in numerose mostre personali e collettive, in Europa, Svizzera, Sarajevo, Russia e Turchia. Sono incluse nelle collezioni del Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene (EMST), del Museo Macedone di Arte Contemporanea di Salonicco (MOMus), degli Hôpitaux Universitaires de Genève e in eventi come le Biennali di Atene e Salonicco.
Nella mostra attuale, Olympus Offshore (2025), Lydia Dambassina si confronta con la grandezza intoccabile della natura e la sua sovranità, con il suo sfruttamento, le disuguaglianze economiche, la libertà e la sua negazione , il non conformismo, i ricordi e le proprie esperienze personali. Il Monte Olimpo domina la scena — un tempo dimora degli dèi olimpici, con le loro passioni e i loro miti umani. Oggi i dodici uomini più ricchi del pianeta sono diventati i nuovi dèi, e la natura, condannata all’onnipotenza del denaro, viene distrutta; le disuguaglianze economiche fanno crollare la democrazia e la Terra intera gira senza miti e senza speranza.
Nell’opera The Greatest Desire, un uomo di una certa età, con la forza della giovinezza, esprime il desiderio rivoluzionario di un cambiamento radicale — la speranza in un futuro nuovo.
Il desiderio — che sia di libertà, dignità, amore o sopravvivenza — diventa metafora di resistenza e speranza in un mondo fragile e diviso. L’artista spiega il video: «In questa difficile situazione in cui si trova la Grecia, ho voluto scoprire cosa desiderassero di più le persone di questo paese. Le risposte sono state varie e tutte interessanti. Delle 54 interviste realizzate, ne ho conservata una sola, in cui un uomo dalle opinioni più dinamiche e radicali afferma che “ciò che desidero di più è vedere questa civiltà rasa al suolo”.» E il video si chiude con la frase: « Homeland melancholy after the 8 o’clock news ».
Lydia Dambassina cerca sempre di mettere le cose in equilibrio, pur sapendo che nulla è mai davvero bilanciato. Lo vediamo in Untitled: due bilance. La prima regge una sfera di vetro — simile a quelle degli oracoli —, un globo senza paesi né confini, con carte di credito; la seconda una replica dorata di un osso umano, con il suo peso specifico, di fronte al Monte Olimpo, il tutto su sfondo dorato.
L’installazione Privilèges riunisce una fotografia, un piccolo tavolo bianco, una pietra e una costellazione di 266 chiavi e lucchetti, creando un ambiente dal carattere rituale e profondamente simbolico.
La fotografia ritrae una figura femminile avvolta in uno zurolo-mantyà — un indumento che richiama le divise degli ospedali psichiatrici — rivolta verso le montagne. L’immagine evoca insieme costrizione e desiderio di fuga: le montagne, maestose e incontaminate, si ergono a rifugio, specchio dell’isolamento ma anche incarnazione della libertà.
Le chiavi si riferiscono alle molte abitazioni che hanno segnato la vita dell’artista nei diversi paesi. Al tempo stesso, la moltitudine di chiavi diventa emblema dei rifugi precari che l’hanno ospitata: luoghi che possono essere al contempo casa e prigione, memoria e confine, testimonianza del ciclo soffocante delle incombenze quotidiane e della follia che talvolta generano.
Dambassina interpreta le chiavi come metafora della mobilità contemporanea: per chi è abbastanza privilegiato da viaggiare senza barriere, passaporti e chiavi di casa simboleggiano una forma di libertà.
Il titolo Privilèges apre così una riflessione sulla migrazione volontaria, sull’identità e sui privilegi di un mondo globalizzato.
L’installazione si configura infine come un autoritratto intimo dell’artista, che intreccia esperienze personali di spostamento con i legami emotivi con i luoghi abbandonati.
I video: The Invisible Balance (2012–2025), un’altalena a moto perpetuo che, prima del canto del gallo, ci permette di sognare e riflettere sulle nostre responsabilità; e What Remains Is the Memory of a Bygone Era, in cui la scena è illuminata dalla proiezione video di 33 diapositive originali intitolate Le Lac (Il Lago, 1976–2009), un’opera interamente autobiografica, un inno alla vita e alla libertà, alla natura, all’amore e alla convivenza.
Luogo
Muratcentoventidue-Artecontemporanea
Via G. Murat 122/b – Bari
Inaugurazione
Sabato 11 ottobre 2025 ore 19.30
Periodo
11 ottobre – 30 novembre 2025
Orari di apertura
La mostra sarà visitabile il mercoledì, il giovedì e il venerdì dalle 18.00 alle 20.00
Lunedì, martedì e sabato su appuntamento
Informazioni
3348714094 – 392.5985840
http://info@muratcentoventidue.com
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CV
Lydia Dambassina è un’artista contemporanea (nata nel 1951 a Salonicco, Grecia). All’età di quindici anni si è trasferita a Lione, dove ha completato gli studi secondari e da allora divide la sua vita tra Atene, Kea e Parigi.
La sua pratica multidisciplinare spazia tra pittura, fotografia, installazioni, opere testuali e proiezioni video. Dal 2004 sviluppa una serie di fotografie allestite che combinano immagini e frammenti testuali, spesso tratti da quotidiani greci e francesi. Un tema ricorrente nel suo lavoro è la critica delle disuguaglianze economiche, dell’assurdità religiosa e delle crisi più ampie del nostro tempo, il tutto sostenuto da una forte consapevolezza ecologica. Il suo percorso professionale comprende anche ricerche in epidemiologia psichiatrica e l’attività di art director in produzioni cinematografiche. Ha partecipato a mostre personali e collettive in Europa, Svizzera, Sarajevo, Russia e Turchia.
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Ha presentato il suo lavoro in mostre personali, tra cui le seguenti: Deadline, Municipal Art Gallery, Chania, 2025 · Olympus Offshore, Murat Centoventidue Arte Contemporanea, Bari, Italia, 2025 · Lorem Ipsum, City of Athens Arts Centre, Atene, 2023 · Mors, Museum Katsigra, Larissa, Grecia, 2018 · Gini Coefficient, Yeni Jami, Salonicco, Grecia, 2016 · 2100 mots d’amour, 2500 mots d’amour, Underground Ottoman Fountain of Splantzia, Chania, Grecia, 2015 · Party’s over – Starts over, State Museum of Contemporary Art, Salonicco, 2012 · Party’s over – Starts over, Museum Alex Mylona, Atene, 2012 · What scratches the glass from the inside, Ad Lib group dance, Festival di Atene, 2008 · Real Freedoms that people enjoy, Nuit Blanche, Église Saint Eustache, Parigi, Francia, 2007 · Family story, Galleria Eleni Koroneou, Atene, 2007 · Family story, Hôpitaux Universitaires, Ginevra, Svizzera, 2007 · Wonderful rooms, Ad Lib group dance, Atene, 2006.
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Ha partecipato a mostre collettive (selezione, 2007–2025): A Cabinet of Curiosities, MOMus, Museum Alex Mylona, 2025 · The goat, Mali Veni property, MOMus – Museum of Contemporary Art, 2024 · Μεταπολίτευση, Pireos 260, Festival Atene-Epidauro, 2024 · Herstories. Photographic Practices, 1974–2024, MOMus – Thessaloniki Museum of Photography, 2024 · From now on, MOMus – Museum of Contemporary Art, Salonicco, 2024 · Natura Patiens, Arts Centre of the City of Athens, 2024 · Flags, Murat Centoventidue Arte Contemporanea, Bari, 2024 · Vanitas, MOMus – Museum of Contemporary Art, Salonicco, 2023 · The Butterfly Effect, Ex fabbrica tessile Mouzakis – Butterfly, Atene, Grecia, 2023 · Reality check chapter II: inner sanctum, Ospedale Psichiatrico dell’Attica, Dafni, Atene, 2022 · Project Art Forest, L’arbre dans l’Art contemporain, Le Grand Séchoir, Musée de l’eau et Couvent des Carmes, Francia, 2022 · Radium Palace, K-Gold Temporary Gallery, Ag. Paraskevi, Lesbo, Grecia, 2021–22 · Peintures à l’eau, Galerie Analixforever, Ginevra, 2021 · Prasinoperama, Museo della Pesca e dell’Arte Navale, Perama, Grecia, 2021 · Reality check, Ospedale Psichiatrico dell’Attica, Dafni, Atene, 2021 · Looking Out Looking In, Murat Centoventidue Arte Contemporanea, Bari, Italia, 2018 · New Acquisitions, Museo Nazionale di Arte Contemporanea, Atene, 2017 · Shared Sacred Sites, Macedonian Museum of Contemporary Art, Yeni Mosque, programma parallelo della 6ª Biennale di Salonicco, 2017 · Genii Loci. Greek Art, 1930–2016, Museum Manege, San Pietroburgo, Russia, 2016 · Tradition Reversal, Thessaloniki State Museum of Contemporary Art / Collegium Artisticum, Sarajevo, Bosnia ed Erzegovina, 2014 · Unhappy ready-made, KUAD Gallery, Istanbul, Turchia, 2014 · Proposal for the Monument dedicated to the Holocaust Jewish victims in Athens, Museo Ebraico di Grecia, 2011 · Others, selezione dalle Biennali di Marrakech, Istanbul e Atene, Museo Riso, Fondazione Puglisi Cosentino, Catania, 2010 · Heaven, 2ª Biennale di Atene, 2009 · Heterotopias, 1ª Biennale di Salonicco, State Museum of Contemporary Art, 2007 · Places, Museo Benaki, Atene, 2007.
Web:
www.muratcentoventidue.com/...