Sabato 20 mattina del 2025 ho avuto il privilegio di visitare la mostra personale
“Contemporanea: Presente-Passato e Futuro”, del grande artista
Miguel Gomez, un amico di lunga data. La location dell’evento è la barocca Chiesa di Santa Teresa dei Maschi, situata nel cuore della parte antica di Bari, che ha aggiunto un ulteriore peso all’esperienza già di per sé coinvolgente. Varcando la soglia di quel luogo sacro, sono stato immediatamente avvolto da un’atmosfera che sembrava fondere arte e spiritualità in un abbraccio indissolubile.
Le opere di Gomez hanno un forte impatto visivo, grazie a un uso sapiente di colori e forme che riescono a comunicare emozioni profonde e complesse. L’intenso cromatismo delle sue tele mi ha rapito, facendomi sentire come se fossi entrato fisicamente nei quadri stessi, trasportato in un universo emotivo in cui il dolore, la speranza e la lotta per la giustizia sociale si intrecciano in una danza di luci e ombre. Ogni opera racconta una storia, e mi sono sentito testimone di queste narrazioni potentemente visive e intimamente umane.
Mi ha colpito in particolare il modo in cui Gomez tocca temi dolorosi e attuali con una delicatezza artistica che non disperde mai la gravità dei contenuti. Ho provato il dolore degli infanti violati, sia nel corpo che nell’animo, una tematica purtroppo sempre attuale, rappresentata in modo così vibrante da risultare palpabile. Nel suo dipinto della sposa bambina, intrappolata tra i sogni perduti e la realtà brutale, ho visto riflessi di speranza spezzata, un’innocenza sacrificata sull’altare di un mondo che spesso dimentica il valore della vita umana.
I migranti, simboli di una modernità inquieta, emergono nelle sue opere con i volti segnati dalla paura e dalla sofferenza. Ho visto la figura di Caronte, il traghettatore delle anime, che implora qualcuno dal profondo dell’acqua avvelenata, un richiamo straziante che risuona come un canto di dolore, ma anche di resistenza. Le espressioni sui volti tremanti e gli sguardi inquieti dei suoi soggetti catturano l’essenza di un’umanità in pena, sospesa tra la vita e la morte, tra la speranza e la disperazione.
L’artista non si limita a rappresentare l’orrore; attraverso la sua pittura, invita lo spettatore a partecipare emotivamente, a condividere le esperienze vissute dai suoi soggetti. È un’urgenza che traspare in ogni pennellata, un invito a non voltarsi dall’altra parte, ma a guardare in faccia la realtà e a riflettere sul nostro ruolo di osservatori e cittadini. Miguel Gomez riesce a creare un dialogo tra le sue opere e chi le osserva, stimolando una compartecipazione che va oltre il semplice apprezzamento estetico.
La visita è stata un viaggio nel tempo, dove il trascorrere dei minuti sembrava adattarsi alle esigenze non solo delle opere, ma anche delle mie personali emozioni. Entrando in contatto con il lavoro di Gomez, mi sono ritrovato a riflettere su questioni che riguardano il presente e il futuro. In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, la sua arte rappresenta un faro di speranza, un richiamo a non dimenticare mai l’importanza della bellezza e della verità.
E poi c’è stato l’abbraccio finale con Miguel, un amante del bello, un creatore che, attraverso la sua arte, denuncia l’orrore dei mali che affliggono la nostra società contemporanea. È un abbraccio carico di emozione, un riconoscimento del potere dell’arte di unire le persone, di sollecitare la coscienza collettiva e di promuovere un cambiamento necessario.
Uscendo dalla Chiesa di Santa Teresa dei Maschi, portavo con me non solo le immagini delle opere, ma anche un bagaglio di riflessioni sui temi trattati. La mostra “Contemporanea” non è stata soltanto un’esperienza visiva, ma un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a confrontarci con le nostre responsabilità come esseri umani. Miguel Gomez, con la sua arte, ci ha lasciato un messaggio potente: l’arte può e deve essere un veicolo di sensibilizzazione e speranza, capace di influenzare le menti e i cuori di tutti noi.Sabato 20 mattina del 2025 ho avuto il privilegio di visitare la mostra personale “Contemporanea: Presente-Passato e Futuro”, del grande artista Miguel Gomez, un amico di lunga data. La location dell’evento è la barocca Chiesa di Santa Teresa dei Maschi, situata nel cuore della parte antica di Bari, che ha aggiunto un ulteriore peso all’esperienza già di per sé coinvolgente. Varcando la soglia di quel luogo sacro, sono stato immediatamente avvolto da un’atmosfera che sembrava fondere arte e spiritualità in un abbraccio indissolubile.
Le opere di Gomez hanno un forte impatto visivo, grazie a un uso sapiente di colori e forme che riescono a comunicare emozioni profonde e complesse. L’intenso cromatismo delle sue tele mi ha rapito, facendomi sentire come se fossi entrato fisicamente nei quadri stessi, trasportato in un universo emotivo in cui il dolore, la speranza e la lotta per la giustizia sociale si intrecciano in una danza di luci e ombre. Ogni opera racconta una storia, e mi sono sentito testimone di queste narrazioni potentemente visive e intimamente umane.
Mi ha colpito in particolare il modo in cui Gomez tocca temi dolorosi e attuali con una delicatezza artistica che non disperde mai la gravità dei contenuti. Ho provato il dolore degli infanti violati, sia nel corpo che nell’animo, una tematica purtroppo sempre attuale, rappresentata in modo così vibrante da risultare palpabile. Nel suo dipinto della sposa bambina, intrappolata tra i sogni perduti e la realtà brutale, ho visto riflessi di speranza spezzata, un’innocenza sacrificata sull’altare di un mondo che spesso dimentica il valore della vita umana.
I migranti, simboli di una modernità inquieta, emergono nelle sue opere con i volti segnati dalla paura e dalla sofferenza. Ho visto la figura di Caronte, il traghettatore delle anime, che implora qualcuno dal profondo dell’acqua avvelenata, un richiamo straziante che risuona come un canto di dolore, ma anche di resistenza. Le espressioni sui volti tremanti e gli sguardi inquieti dei suoi soggetti catturano l’essenza di un’umanità in pena, sospesa tra la vita e la morte, tra la speranza e la disperazione.
L’artista non si limita a rappresentare l’orrore; attraverso la sua pittura, invita lo spettatore a partecipare emotivamente, a condividere le esperienze vissute dai suoi soggetti. È un’urgenza che traspare in ogni pennellata, un invito a non voltarsi dall’altra parte, ma a guardare in faccia la realtà e a riflettere sul nostro ruolo di osservatori e cittadini. Miguel Gomez riesce a creare un dialogo tra le sue opere e chi le osserva, stimolando una compartecipazione che va oltre il semplice apprezzamento estetico.
La visita è stata un viaggio nel tempo, dove il trascorrere dei minuti sembrava adattarsi alle esigenze non solo delle opere, ma anche delle mie personali emozioni. Entrando in contatto con il lavoro di Gomez, mi sono ritrovato a riflettere su questioni che riguardano il presente e il futuro. In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, la sua arte rappresenta un faro di speranza, un richiamo a non dimenticare mai l’importanza della bellezza e della verità.
E poi c’è stato l’abbraccio finale con Miguel, un amante del bello, un creatore che, attraverso la sua arte, denuncia l’orrore dei mali che affliggono la nostra società contemporanea. È un abbraccio carico di emozione, un riconoscimento del potere dell’arte di unire le persone, di sollecitare la coscienza collettiva e di promuovere un cambiamento necessario.
Uscendo dalla Chiesa di Santa Teresa dei Maschi, portavo con me non solo le immagini delle opere, ma anche un bagaglio di riflessioni sui temi trattati. La mostra “Contemporanea” non è stata soltanto un’esperienza visiva, ma un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a confrontarci con le nostre responsabilità come esseri umani. Miguel Gomez, con la sua arte, ci ha lasciato un messaggio potente: l’arte può e deve essere un veicolo di sensibilizzazione e speranza, capace di influenzare le menti e i cuori di tutti noi.
Web:
www.espressionidarte.eu/mig...