Festival della Valle d'Itria - Opera Zaira
Teatri e auditorium
Zaira
Vincenzo Bellini
Tragedia lirica in due atti di Felice Romani
Materiale di proprietà del Teatro Massimo Bellini di Catania
ZAIRA Saioa Hernandez
OROSMANE Simone Alberghini
CORASMINO Enea Scala
NERESTANO Anna Malavasi
LUSIGNANO Abramo Rosalen
Maestro concertatore e direttore d’orchestra Giacomo Sagripanti
Regia Rosetta Cucchi
Scene Tiziano Santi
Costumi Claudia Pernigotti
Orchestra Internazionale d'Italia
Zaira fu l’opera che inaugurò il nuovo Teatro Ducale di Parma, la cui costruzione venne intrapresa nel 1821 per ordine di Maria Luigia. I lavori durarono sette anni, e la duchessa stabilì «che se ne inaugurasse l’apertura nel maggio 1829 con solennità eccezionale». I parmigiani si rivolsero a Bellini, l’astro nascente del melodramma italiano, che convinse il giovane librettista Felice Romani a lavorare su Zaïre, la nota tragedia di Voltaire.
Nonostante il fatto che l’opera venne compiuta in meno di un mese, Bellini restò soddisfatto del lavoro dichiarando, all’indomani della prova generale, che «anche la Zaira sarà fortunata al pari delle altre mie opere». I cantanti furono molto applauditi, ma l’opera non fu accolta da uguale favore dal pubblico di Parma, all’epoca innamorato di Rossini. Fu così che, con l’eccezione di una ripresa al Teatro della Pergola di Firenze (1836), Zaira non venne più rappresentata fino al 1976, e questa di Martina Franca sarà la terza ripresa italiana in epoca moderna.
A dispetto della sua vicenda poco fortunata, Zaira è un'opera ricca di stupende melodie. I tipici arabeschi del fraseggio belliniano si intonano all'ambientazione, culminando nell'assolo di corno inglese con cui inizia la scena finale notturna. L’argomento, ossia il conflitto amore-dovere tra una cristiana e un musulmano, è affine a quello del Maometto II; simile anche la distribuzione dei ruoli vocali con il basso protagonista, nei panni inconsueti dell’amoroso.
La proposta belcantista di quest’anno chiude idealmente un ciclo dedicato ai grandi operisti dell’Ottocento italiano, capisaldi del Belcanto. Dopo il Donizetti del Gianni di Parigi e l’Aureliano in Palmira di Gioachino Rossini, non poteva mancare il sommo catanese, più di chiunque altro dotato di una prodigiosa vena melodica e ammirato per la capacità di cesellare melodie della più limpida bellezza. E proprio come le due opere rappresentate a Martina Franca negli ultimi due anni, anche Zaira è partitura che racchiude musica ripresa e parafrasata dall’autore in lavori successivi.
Uno dei motivi d’interesse di questa riproposta belliniana, come delle altre due opere che l’hanno preceduta, è anche quella di ricollegare musica variamente nota da altre opere al contesto drammaturgico-musicale per la quale fu originariamente concepita, operazione che può rivelare nuove possibili chiavi di lettura per l’interprete e l’ascoltatore (come nel caso eclatante della sinfonia dell’Aureliano, trasferita tout court al Barbiere di Siviglia). Bellini riutilizzò infatti una parte consistente della musica di Zaira, variamente e talora profondamente rielaborata, ne I Capuleti e i Montecchi. Alcuni brani confluirono inoltre in Beatrice di Tenda e nei Puritani.
Prezzi 1° e 2° recita
Platea/Stalls €. 35,00
Platea ridotto under 30 €. 25,00
Tribuna/Gallery €. 15,00
Tribuna ridotto under 30 €. 10,00
Martina Franca (Taranto)
Palazzo Ducale
Piazza Roma
ore 21.00
ingresso a pagamento
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