Giovedì 30 agosto alle ore 21.00 presso il Chiostro di Castellabate (SA) in Via Duomo, mostra di Claudio Cuomo.
Entrare nel suo studio (in via San Nicola al Nilo5/c nella Napoli antica) è quasi come entrarein una favola. Tra Don Chisciotte, miti delcinema e personaggi che si incontrano per strada.Claudio Cuomo trasforma la quotidianità e il mito intridimensionalità, lavorando la cartapesta. Una fraseaffissa sul muro del suo laboratorio indica le sue scelted'artista: “Come faccio a spiegare a mia moglie chequando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?”.Perché, svela “il mio lavoro non avviene nei luoghiaddetti, ma ovunque. Spesso in bici quando percorro iltragitto da casa al laboratorio o quando aspetto il tram”.
TRA VITA E CINEMA
Nella sua opera ci sono ci sono personaggi alienati,riconducibili alla vita comune, all'uomo, ai problemiesistenziali. Ma anche il cinema di Murnau o Bergman.“A queste figure guardo con attenzione. Nel mio lavoro non scarto niente. Faccio un'opera di riciclaggio, forseanche per questo la carta ha un peso simbolico”.
CUORE E MENTE
Nato con il fuoco della passione. “Non ricordo unmomento della mia vita in cui le mie mani non sonostate collegate con cuore e mente -spiega l'artista, econtinua- Sono sempre stato votato a un'azionecreativa che tendesse a comunicare”. Quando, daragazzino, tracciava disegni sui fogli per “vederel'effetto che questi provocavano sulle persone”.
OCCHI DA BAMBINO
Un legame vivo con l'infanzia ancora oggi: “miaffascinano moltissimo sono i disegni dei bambini. Allepareti dello studio ne ho alcuni, presi ai figli di cugine eamiche. Sono fonte di ispirazione”. Perché una notaricorrente nel suo lavoro è l'ispirarsi a temi o a lavori giàesistenti, come nel caso della mostra (appena conclusasi) del fotografo Guido Giannini. “Vedendo isuoi lavori mi è venuto spontaneo riprodurli in cartapesta. Rapportare ildisegno tridimensionalealla fotografia. In quelliscatti ho trovato soggettigià comuni nella miaproduzione. Soggettiromantici, come i lbarbone o la donna colviolino”. Cartapesta efotografia unite nello s t e s s o s e g n o :“comunicare qualcosa chevada oltre l'immaginestereotipata dei soggettistessi. Guido fa delle fotoche apparentemente sembrano semplici, ma non è così.Se guardiamo bene la foto del barbone che dorme instrada, noteremo l'insegna di un hotel. Questo modo digiocare, questa riflessione, quest'attimo che Guidocoglie intimamente, cerco di convertirlo in cartapesta”.Un bisogno quasi fisico: “Guardando le foto m'è venutaspontanea l'esigenza di portarle su un altro supportocartaceo”.Studi mai messi in pratica, oreficeria e incisione. Al liceoartistico di Torre del Greco perché “era vicino casa. Io sono di Portici”.
CARTA PESTA E FOTOGRAFIA
Poi, l'Accademia di belle arti di Napoli e un incontrofortunato, Ninì Sgambati. “Una grande personalitàartistica. Abilissimo nel trarre dai suoi allievi lepotenzialità. Il suo laboratorio è particolare, perchécerca sempre di portare l'accademia fuori dalle mura,con linguaggi espressivi molteplici”. Ed è così cheCuomo comincia a sperimentare, provare, lavorandocon diversi materiali. “Filo di ferro, gessi, cartoni.
La mosta sarà visitabile fino al 16 settembre 2012 dalle 18 alle 24.
Web:
www.ilchiostrovineria.it