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Il concerto che l’Associazione Amici della Musica presenterà il prossimo 17 dicembre nell’accogliente Auditorium Tatà a Taranto, per la 70ª stagione 2013-14 organizzata sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Puglia e del Comune di Taranto, è stato concepito come una delle sorprese offerte alla nostra città in occasione dei festeggiamenti in corso per il Santo Natale. Quale genere musicale, infatti, incarna meglio del valzer il ruolo di ideale “colonna sonora” di questo importante periodo di passaggio al nuovo anno?
Il grande virtuoso del pianismo italiano ed europeo Bruno Canino, napoletano, noto in tutto il mondo per la sua straordinaria attività concertistica e per le bellissime incisioni discografiche (fra le più recenti, l’integrale pianistica di Emmanuel Chabrier), da anni prezioso “amico della musica” e di Taranto – da ultima, la sua prestigiosa presidenza della Commissione giudicatrice per la International Piano Competition “Arcangelo Speranza” 2013 – ci offrirà uno spettacolo ideato e costruito proprio sull’affascinante evoluzione del valzer in terra europea, declinato per tastiera.
Dal romano Muzio Clementi (nato nel 1752) con i suoi “4 Valzer” dall’ op. 38, ai romantici “5 Valzer” del Fryderyk Chopin, dal famoso valzer “dimenticato” (“Premiére Valzer oubliée”) del virtuosissimo Franz Liszt, al “Valzer op. n. 39” del “teutonico” Johannes Brahms, per continuare con le “valse” di Claude Debussy e di Alexis Emmauel Chabrier e con gli affascinanti valzer dei russi Pëtr Il'i? ?ajkovskij e Sergej Prokof'ev. Con quest’ultimo, si perviene alla nuova interpretazione del valzer del pieno Novecento, rappresentato anche da straordinari innovatori d’area germanofona come Paul Hindemith e Arnold Schömberg.
In un concerto che si annuncia eccezionale per repertorio, gradevolezza e capacità interpretative, Bruno Canino non poteva chiudere il programma che con il celebrato maestro del genere, l’austriaco Johann Strauss figlio, il cui valzer “Du und du”, tratto da quella che è considerata il culmine dell’età d’oro dell’operetta viennese, “Il pipistrello” (1874), sarà presentato nella notevole trascrizione per pianoforte operata dal pianista, compositore e direttore d’orchestra ungherese (ma nato a Bratislava) Ern? Dohnányi nel 1928. Un incredibile e affascinate viaggio culturale attraverso il continente europeo, nel segno inconfondibile del ritmo in tre-quarti più famoso del mondo, il valzer.
PROGRAMMA
Maurizio Clementi
(Roma, 1752 – Evesham, 1832)
4 Valzer dall’op. 38
Fryderyk Franciszek Chopin
(?elazowa Wola, 1810 – Parigi, 1849)
5 Valzer op. postuma
Franz Liszt
(Raiding, 1811 – Bayreuth, 1886)
Première Valse oubliée
Johannes Brahms
(Amburgo, 1833 – Vienna, 1897)
Valzer op. 39
Claude-Achille Debussy
(Saint-Germain-en-Laye, 1862 – Parigi, 1918)
La plus que lente
Alexis Emmanuel Chabrier
(Ambert, 1841 – Parigi, 1894)
Scherzo-valse da 10 Piéces pittoresques
Pëtr Il’ic Cajkovskij
(Kamsko-Votkinsk, 1840 – San Pietroburgo, 1893)
Valse en 5 temps
Sergej Sergeevic Prokof’ev
(Sontsovka, 1891 – Mosca, 1953)
Valse da Musiques d’enfant op. 65
Paul Hindemith
(Hanau, 1895 – Francoforte sul Meno, 1963)
Boston dalla Suite 1922
Arnold Franz Walther Schönberg
(Vienna, 13 settembre 1874 – Los Angeles, 13 luglio 1951
Walz op. 23 n. 5
Johan Strauss - Erno Dohnányi
(Vienna, 1804 – 1849 | Bratislava, 1877 – New York, 1960)
“Du und Du” valzer da Die Fledermaus
Bruno Canino
Bruno Canino, nato a Napoli, ha studiato pianoforte e composizione al Conservatorio di Milano, dove ha poi insegnato per 24 anni pianoforte principale.
Come solista e pianista da camera ha suonato nelle principali sale da concerto e festival europei, in America, Australia, Giappone, Cina.
Da 40 anni suona in Duo pianistico con Antonio Ballista e, da quasi 30 , fa parte del Trio di Milano.
Collabora con illustri strumentisti come Accardo, Harrell, Ughi, Viktoria Mullova, Perlman.
E'' stato per alcuni anni direttore artistico della società di concerti Giovine Orchestra Genovese e, in seguito, per la stagione autunnale del Campus Internazionale di Musica di Latina.
Attualmente é direttore della sezione Musica della Biennale di Venezia.
Si é molto dedicato alla musica contemporanea, lavorando fra gli altri con Pierre Boulez, Luciano Berio, Karl-Heinz Stockhausen, György Ligeti, Bruno Maderna, Luigi Nono, Sylvano Bussotti e altri di cui ha presentato spesso le opere in prima esecuzione.
Numerose le sue registrazioni discografiche: fra le più recenti le Variazioni Goldberg di Bach, l''integrale pianistica di Casella ed ha iniziato quella di Debussy per la Stradivarius di cui é uscito il primo disco.
Tiene un corso di perfezionamento per pianoforte e musica da camera del Novecento al Conservatorio di Berna.
Guida all'ascolto
Integralmente dedicato alla forma del valzer, il programma propo- sto questa sera da Bruno Canino spazia da pagine celebri e ormai ‘classiche’ come i valzer opera postuma di Chopin (solo otto dei valzer di Chopin vennero pubblicati mentre il compositore era in vita, mentre i valzer op. 69, op. 70 e sei composizioni prive di nume- ro d’opera – fra cui quello celebre in mi minore - vennero dati alle stampe molti anni più tardi) a pagine meno note. Non è fra queste il Valse oubliée n. 1 di Liszt, opera tarda databile al 1881 e primo di quattro valzer dal medesimo appellativo (oubliée, ‘dimenticato’) il quale ci porta immediatamente in un clima ora malinconico ora sognante, denso di ricordi e teso al passato
Come in molte opere tarde di Liszt, armonicamente visionarie, il finale è enigmatico, dol- cissimo e sospeso sulla quinta di dominante (ossia senza portare l’armonia conclusiva sulla tonica, come viene richiesto dal tradizio- nale corpus di regole della teoria musicale tonale).
Composto l’anno precedente, il raggiante e gaio Scherzo-valse di Chabrier è l’ultimo dei suoi Piéces pittoresques, 10 movimenti evo- cativi e fra loro contrastanti considerati da Poulenc d’importanza pari ai Preludes di debussy, e successivamente ripresi dallo stesso compositore per trasformarli in una suite orchestrale. ed è di Clau- de debussy il suadente e delicatissimo valzer La plus que lente (da eseguirsi molto rubato con morbidezza, come espressamente se- gnato in partitura): il titolo – assai ironico e traducibile in ‘ancora più lento’ – si riferisce al genere del valse lente, ampiamente diffuso nei salotti musicali francesi nel 1910 e che il compositore intende emulare e canzonare insieme; sembra inoltre che debussy sia stato ispirato nella composizione del brano anche dalla statuetta intito- lata La valse (opera di Camille Claudel, scultrice e amante di rodin) che amava tenere sulla mensola del caminetto.
Lieve e delizioso è anche il Valse da Musiques d’enfant op. 65 di Prokof ’ev, collezione di 12 pezzi facili dedicati ai giovani allievi di pianoforte scritta nel 1935 (un anno prima di dedicarsi a Pierino e il lupo), mentre il Waltz op. 23 n. 5 di arnold Schönberg si segnala per essere una delle sue prime opere costruite mediante una serie dodecafonica: come spiega lo stesso compositore «questo metodo consiste, in primo luogo, nel costante uso di una serie di dodici suoni differenti; il che significa evidentemente che nessun suono è ripetuto in seno alla serie, e che questa utilizza tutti i dodici suoni della scala cromatica, sia pure in un ordine differente» (a. Schön- berg, Stile e idea).
Interessante l’ascolto di Boston di Hindemith, terzo movimento della Suite 1922 basato sulla danza omonima, simile al valzer (di cui condivide il tempo in 3/4) ma radicalmente più lenta, nata nelle sale da ballo americane negli anni ’70 dell’800 e diffusasi soprattutto in Inghilterra e in Germania negli anni seguenti la I Guerra mondiale (dove era anche nota come English-Waltz o Langsame Waltzer). ed è proprio in quegli anni che Hindemith la sceglie come ispirazione per il terzo movimento della sua Suite 1922, silloge che – come avviene per la suite barocca – raccoglie movimenti strumentali di danza: l’andamento è posato, fedele al carattere originale del ballo ma frequentemente illuminato da episodi più celeri, acciaccature e volate di crome, in un generale clima di insicurezza e ambiguità to- nale, anch’esse scaturite dal fascino languido ed esitante del Boston.
Il concerto si conclude con il celeberrimo Du und du di Johann Strauss, valzer per orchestra originariamente situato all’interno dell’operetta Die Fledermaus (Il pipistrello) e arrangiato per piano- forte nel 1928 da erno dohnanyi, poliedrico pianista ungherese che si distinse anche come compositore, direttore e didatta. Come av- viene in tutte le trascrizioni tardo-ottocentesche che riducono una partitura orchestrale al singolo strumento, l’obiettivo del pianista- compositore che ne è autore è duplice: da un lato l’opera – ol- tre ad essere riconoscibile e corretta tecnicamente – deve potersi esprimere come composizione pianistica autonoma, indipendente dal modello originale che si va a ‘ridurre’; dall’altro è qui che l’ar- rangiatore può mettere in mostra le proprie abilità esecutive di virtuoso, doppiamente stimolate dall’originario ricchissimo organico orchestrale.
Il costo dei biglietti per assistere all’atteso concerto di Bruno Canino sono i seguenti: Posto unico: 15 € (ridotto 12 €). I Bambini fino a 13 anni pagano € 5,00. I ridotti sono riservati agli under25, over65 e possessori AGISCARD. Le prevendite a Taranto sono presso la sede degli Amici della Musica in via Toscana n. 24/d - tel. 099.7303972; Basile Strumenti Musicali in via Matteotti n° 14 - tel. 099.4526853; Box Office in via Nitti n° 106/a - tel. 099.4540763.
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