LELLO ESPOSITO: "EXTRA OMNES"
Incontri culturali
Arte e fotografia
Il Rotary Club "Rutigliano e Terre dell'Uva" ha organizzato un irripetibile happening culturale: innanzitutto per l'installazione di una straordinaria opera monumentale, "Extra Omnes", dedicata a papa Francesco che con la sua forza comunicativa sta sconvolgendo il mondo; in secondo luogo per la presenza dell'autore dell'opera, l'artista partenopeo di fama mondiale Lello Esposito, alla prima uscita pubblica dopo la controversa installazione del corno gigante di fronte
alla Reggia di Caserta.
L'artista ha concesso gratuitamente per tre giorni l'opera inedita "Extra Omnes" che per la prima volta in assoluto varca la soglia del suo atelier napoletano, e lo fa per una giusta causa: sensibilizzare le coscienze in merito al degrado della chiesetta di Santa Maria delle Grazie di Mola di Bari.
Il Rotary Club "Rutigliano e Terre dell'Uva" già dal 2010 è impegnato in una
campagna a favore del restauro della chiesa offrendo gratuitamente il Progetto
di Restauro che ha già scontato i pareri della Curia, del Comune e della
Soprintendenza.
L'evento si fregia del patrocinio della Provincia di Bari, del Comune di Mola
di Bari e dell'apporto della Geatecno (impresa leader nel settore energie
rinnovabili) e la locale Farmacia Mangiolino che ha provveduto alla
realizzazione del libello/catalogo della mostra.
All'evento presieduto dal giornalista Vinicio Coppola, parteciperanno il Vice
Presidente della Provincia di Bari Nuccio Altieri, l'Arcivescovo di Bari Mons. Francesco Cacucci, Il Sindaco di
Mola di Bari Stefano Diperna, l'Assessore alla Cultura di Mola Vito Carbonara e altre autorità civili, religiose e rotariane.
Venerdì 10 Gennaio alle ore 19,00 nel castello Angioino di Mola di Bari ci sarà la presentazione dell'opera "Extra Omnes" di Lello Esposito; seguirà il vernissage presso la chiesa Santa Maria delle Grazie dove sarà possibile ammirare l'installazione.
L'opera sarà poi visibile
Sabato 11 e Domenica 12 nei seguenti orari: 11,00 - 13,00 e 18,00 - 21,00.
A far breccia nella psiche di Lello Esposito sono state le maschere della napoletanità, a partire da Pulcinella, per poi comprendere il patrono di Napoli, san Gennaro, nonché l’onnipresente Vesuvio. Per non parlare di altri simboli scaramantici, quali il corno, l’uovo, il teschio. Lui, ad onor del vero, non ha perso tempo per trarne ispirazione e dare una marcia in più alla vis espressiva e linguistica delle sue opere – dipinti, sculture, pitto-sculture ed intallazioni – riuscendo ad alimentarsi dalla cultura popolare più genuina che sopravvive alle bordate della temuta omologazione pasoliniana. E in tale alveo il Nostro dimostra che la creatività contemporanea, lungi dal gettare alle ortiche le nostre radici, se ne serve per dar vita ad accattivanti “performances” nel segno di una metamorfosi universale. “Il valore della metamorfosi – precisa - è l’eterno, l’unico vero mito della condizione umana”.
Un iter coraggioso, il suo, che, fondendo la tradizione partenopea con l’avanguardia artistica, libera le icone del passato da stantii e ripetitivi stereotipi, sortendo totem intrisi di una spiritualità universale nei quali - grazie all’apporto di materiali, che vanno dalla terracotta al bronzo, all’alluminio – fanno capolino, accanto agli influssi del Mare Nostrum, forme infantili che rimandano al gioco e all’avventura.
Da napoletano verace, Lello Esposito esordisce – quando contava appena sedici primavere - con una maschera, quella di Pulcinella, che, secondo talune fonti, deriverebbe dalle “Fabulae Atellanae”: un personaggio – vivace, effervescente e poliedrico - della Commedia dell’Arte, sempre in grado, con i suoi improvvisati espedienti, di sbarcare il lunario, cui lo scultore dà vita utilizzando tecnica e materiali in auge nel Settecento, e alternando fantasia e design ad un estro senza limiti. Una maschera che fa leva su una città, madre e matrigna, qual è Napoli, dove l’arte di arrangiarsi è l’unico espediente per poter sopravvivere. Una maschera, attraverso i cui fori oculari si possono scorgere profetiche lontananze, che diventa autoritratto, espressione di pulsioni spesso angosciose, ma sempre vogliose di aggrapparsi ad un filo d’Arianna che possa sfociare in una catarsi salvifica. Insomma, il Pulcinella di Esposito perde per strada la sua originaria oleografia, fa a meno persino della maschera per mostrare un viso nudo, privo di qualsiasi sovratruttura.
Di qui le filiformi icone alla Giacometti che diventeranno ben presto la cifra più autentica e più riconoscibile dell’artista partenopeo. Lo attestanto i cento cardinali venuti alla luce durante l’elezione di Papa Ratzinger, e poi rimodellate in occasione della designazione di Francesco Bergoglio al soglio pontificio. Si ergono su bastoni pastorali e rappresentano ciò che unisce il basso all’alto, il tramite tra l’essere e l’avere.
Una chiara conferma viene dall’omaggio alla “grande mela” con la replica a dismisura dei volti della Statua della Libertà. Esili ed eterei, esprimono una raffinata tecnica scultorea. Ma non sono per niente fragili, in quanto, sotto le diverse “nuances” coloristiche, celano un’anima di bronzo o di alluminio che li rende forti e invincibili, atti a superare quasiasi buriana esistenziale.
A questo punto la staticità plastica coglie l’occasione per esternare la mutevole intensità dei sentimenti. Quasi un invito a superare i lacci della materia e approfittare delle alchimie metallurgiche di Lello per spaziare in un mondo dove la mente, obliosa dell’ora che passa, possa ritrovare gli incanti di un tempo. (Vinicio Coppola)
Il conclave è sciolto, “Extra Omnes” sentenzia il camerlengo quando il papa viene eletto nella Cappella Sistina, e allora tutti devono uscire ad eccezione del successore di Pietro e dei cerimonieri che lo aiuteranno nella vestizione e nell’adempimento del rituale che si conclude con la presentazione al mondo con la nota formula dell’Habemus Papam.
Lello Esposito aveva realizzato una prima versione dell’opera “Extra Omnes” nel 2005 in occasione dell’elezione di Benedetto XVI, l’opera constava di 117 aste metalliche argentate con al loro apice altrettante teste raffiguranti cardinali mitrati che in fila quasi schierati ritornavano idealmente alle loro missioni.
I più avvezzi alle opere di Lello Esposito non potranno non rilevare l’affinità di questi filiformi cardinali con il simbolo per eccellenza della napoletanità, il Santo che a Napoli tutto può (e che forse a Napoli tutto deve): San Gennaro.
Lello ha interiorizzato la figura del Santo vescovo, l’ha fatta sua e può (e sà) giocare con essa tramutandola in svariate forme e colori, materiali e dimensioni; come un bravo musicista padrone del lessico musicale riesce sempre ad incantare con nuove melodie reinventando le note nonostante le stesse abbiano un numero limitato.
Lello Esposito sembra aver trovato la giusta dimensione nelle installazioni che contemplano l’uso di figure “innalzate” quasi a vessillo su lunghe ed esili aste metalliche. A tal proposito è d’obbligo citare “Liberties” composta con le effigi iconiche della Statua della Libertà sul fondo delle quali campeggia la bandiera stelle e strisce. Poi l’opera dedicata al “nostro” Santo: San Nicola (visibile presso la sede centrale della Banca Popolare di Bari), poi ancora forse l’opera più nota e celebrata del genere: “Innocent’Italia” esposta alla Biennale di Venezia del 2011, 150 teste raffiguranti Garibaldi “montate” su “tubi innocenti”, e sullo sfondo il nostro tricolore.
Extra Omnes, in questa versione, è di fatto un’opera inedita che per la prima volta varca la soglia di Palazzo Sansevero, dove ha sede l’atelier di Lello Esposito a Napoli.
Essa è una reinterpretazione della precedente, questa è stata realizzata in occasione dell’elezione di papa Francesco, l’opera conta 100 aste metalliche sempre con estremità raffiguranti i cardinali; questa volta però ci sono due importanti novità rispetto alla precedente versione: in primis il colore, in fatti ogni asta è smaltata con colori brillanti che vanno dal bianco al nero passando per tutta la gamma dei colori dai freddi ai caldi senza soluzione di continuità.
Altra novità sta nel fatto che le aste sono concentrate, raccolte in una base di forma circolare che le contiene fisicamente, o per meglio dire cerca di contenerli. Gli sguardi dei porporati pagsono tutti rivolti all’esterno e ciò crea un dialogo, una forte tensione con l’esterno, quasi volessero rompere questo “cerchio magico”, il che fa di essa un’opera fortemente dinamica nella sua staticità.
Extra Omnes è un messaggio di ottimismo, un chiaro invito alla condivisione al dialogo e alla pace dei popoli. E’ una ventata di ottimismo, è insieme un messaggio di speranza, di positività e un augurio in un futuro migliore, meno grigio, con più colore! (Nico Lioce)
Mola di Bari (Bari)
Castello Angioino
ore 19,00
ingresso libero
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