Aperitivo d'Autore torna a far tappa a
Massafra, in un posto inedito per il format di
Volta la carta: la
Masseria Ciura, autentica gemma alle porte della cittadina ionica.
Il
20 febbraio avremo l’onore di ospitare
Antonio Franchini, importante direttore editoriale e fine scrittore, autore di uno dei più bei romanzi italiani del 2024:
Il fuoco che ti porti dentro (
Marsilio). Con maestria e misura, eccesso e discrezione, Franchini ha scritto un memoir popolato di personaggi indimenticabili che circondano una protagonista indiscussa: sua madre.
Il libro dello scrittore napoletano sta ottenendo un grande successo e numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Mondello, il Premio Napoli, il Libro dell'Anno Fahrenheit, oltre al secondo posto al Premio Campiello e al podio nella Classifica di Qualità 2024 de La Lettura. A Massafra l’autore converserà con Vincenzo Parabita, direttore artistico di Aperitivo d’Autore.
Impreziosiranno l'evento la proposta gastronomica de
Le Vetrine del Gusto e i pregiati vini di
Cantine Amastuola, che come consuetudine apriranno la serata. Si comincia alle
ore 19.30.
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Ingresso con ticket esclusivamente in prevendita sul circuito Postoriservato al seguente link https://www.postoriservato.it/biglietti/aperitivo-d-autore-con-antonio-franchini-20-febbraio-2025-masseria-ciura-massafra-23132.html e nei punti vendita autorizzati
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Per informazioni: 380.4385348 - aperitivodautore@gmail.com
• L’AUTORE •
Nato a Napoli nel 1958, Antonio Franchini ha esordito come scrittore nel 1992 con “Camerati. Quattro novelle sul diventare grandi”. Per Marsilio ha pubblicato: “Quando vi ucciderete, maestro?” (1996), “Acqua, sudore, ghiaccio” (1998), “L’abusivo” (2001), “Cronaca della fine” (2003), “Signore delle lacrime” (2010), “Memorie di un venditore di libri” (2011) e “Leggere possedere vendere bruciare” (2022). Nel 2020, per NNE, è uscita la raccolta di racconti “Il vecchio lottatore”. “Il fuoco che ti porti dentro” (2024) è il suo ultimo libro. Vive a Milano e lavora nell’editoria. Dal 1991 in Mondadori come editor, nel 2015 ha assunto la direzione editoriale di Giunti.
• IL LIBRO •
“Il fuoco che ti porti dentro” racconta la vita e la morte di Angela, una donna dal carattere impossibile. Una donna che incarna in maniera emblematica tutti gli orrori dell’Italia, nessuno escluso: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l’egoismo, l’opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore...». Questa donna era la madre dell’autore. Il romanzo è un’indagine nella vita, nelle passioni e negli odi di una donna, alla ricerca di una spiegazione possibile. La forma è quella della commedia, il contenuto quello della tragedia. Quale esperienza manifesta o occulta, quale frustrazione, quale nascosta ferita può renderci tanto ostili, rabbiosi, refrattari a qualsiasi forma di pacificazione? Quale motivo, semplice o complesso, sta dietro la furia di Angela: la guerra che la segna da bambina? Un padre morto troppo presto o una madre morta troppo tardi che le ha, a sua volta, infelicitato la giovinezza e la maturità? Un atavico complesso d’inferiorità o l’appartenenza alla cultura del Meridione oppresso le cui ragioni Angela vorrebbe far valere contro l’odiato Nord usurpatore? Oppure, più semplicemente, il fuoco interno che la divora è privo di qualsiasi ragione come il cuore nascosto di un vulcano? Antonio Franchini, con maestria e misura, eccesso e discrezione, ha scritto un romanzo-memoir popolato di personaggi che circondano una protagonista sempre al centro della scena. Un’eroina eccessiva e imprevedibile, capace di alternare toni drammatici e ossessivi a momenti decisamente comici. È un racconto che mescola la commedia eduardiana al furore ctonio, l’urgenza di uno sfogo viscerale alle cadenze studiate di una messa in scena, di una vera e propria recita.
• LA LOCATION •
La masseria Ciura venne costruita nei primi del '600 a Massafra per volere della famiglia dei baroni Ciura. Si tratta di uno dei migliori esempi di dimora gentilizia e si trova in una tenuta di 60 ettari. Un pezzo di terra che i Ciura avevano scelto per dar vita ad una piantagione che raccontava la vita stessa: olio straordinario, arance, mandarini e limoni che, come un sogno incarnato, cresceva sotto il cielo azzurro che guardava il mar Ionio. La Masseria Ciura era un luogo di comunità, una famiglia allargata dove i bambini delle terre circostanti venivano istruiti nella scuola del borgo, un atto che dava forma a una speranza: l’istruzione come chiave di riscatto. I Ciura avevano messo radici in questa terra, e la terra aveva risposto loro con frutti magnifici, simbolo di un amore che cresceva nel tempo, nutrito dalla pazienza e dalla cura. E, come ogni storia che affonda le sue radici nel passato, anche quella della Masseria ha visto il passaggio del tempo, e con esso nuovi volti, nuove mani che hanno continuato a tracciare il cammino di una tradizione mai abbandonata. Nel corso dei secoli il sito ha subito diverse trasformazioni, specialmente nel periodo barocco in cui molte masserie pugliesi, tra cui la Ciura, vennero ampliate e abbellite, diventando anche residenze di campagna per nobili e ricchi proprietari terrieri. Gli edifici furono arricchiti con elementi architettonici di pregio, come portali in pietra scolpita, volte a botte e a stella, e cortili interni. Nel XIX secolo la masseria continuò a prosperare grazie alla produzione agricola, in particolare di olio d’oliva e vino. Oggi la figura dell’attuale proprietario Stefano Montanaro e della sua famiglia è quella di chi ha raccolto l’eredità di un sogno. Stefano non ha solo garantito la continuità di quella produzione agricola che la famiglia Ciura aveva iniziato, ma ha fatto suo il sogno di Thomas Ciura: trasformare la masseria in un luogo di accoglienza sincera. Ogni evento che si celebra alla masseria è un viaggio indimenticabile, un’esplosione di colori, odori e sensazioni che raccontano la vita contadina con un cuore moderno, capace di fondere passato e futuro.
• I VINI •
Il vigneto dell'Amastuola, nel territorio di Crispiano, è un’opera unica al mondo, oggetto di studi e riconoscimenti internazionali, capace di coniugare produzione, estetica e tradizione. Un armonico susseguirsi di filari di viti disposti come onde accentuate e parallele che scorrono fluide per tre chilometri, in un movimento intervallato da 1.500 ulivi secolari disposti in ventiquattro isole su tutta la superficie del vigneto. I filari di viti sono stati impiantati sulla base del disegno pensato dal grande paesaggista spagnolo Fernando Caruncho. I vini Amastuola Organic Wines sono il frutto di una lavorazione artigianale che richiama fortemente la tradizione ma impiega tecnologie avanzate. Scrupolosa attenzione ai dettagli e rese limitate per ottenere vini biologici di qualità che raccontano, con la loro essenza autentica, l'amore dei proprietari per questa terra straordinaria immersa nel cuore del Mediterraneo. Attualmente i vini prodotti sono i seguenti: Centosassi (primitivo), Lamarossa (primitivo), Primitivo (primitivo), Onda del tempo (primitivo, aglianico, merlot, cabernet sauvignon), Aglianico (aglianico), Vignatorta (syrah, primitivo), Capocanale (merlot), Ondarosa (aglianico), Bialento (fiano, malvasia), Calaprice (sauvignon blanc, chardonnay, fiano), Dolce Vitae (malvasia bianca di Candia), Negroamaro (negroamaro), Ro’ (100% chardonnay). Numerosi sono i riconoscimenti: fra i tanti, il Primitivo ha ottenuto 17 titoli a livello nazionale e internazionale.
Web:
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