da sabato 31 Maggio a venerdì 27 giugno 2025
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Arte e fotografia
Incontri culturali
Inaugura a Lecce il 31 maggio 2025 la mostra collettiva d’arte contemporanea INTRA, a cura dell’Associazione Minuta Contemporanea con opere di Francesco Arena, Renato Galante, Lorenzo Montinaro, Pino Pascali, Raffaele Quida, Antonio Scaccabarozzi, Mario Schifano, Carlo Zauli e Michele Zaza. La mostra è ospitata al Palazzetto Palmieri: un appartamento privato, nel centro storico di Lecce, trasformato in spazio espositivo. Non una galleria, una casa: luogo di passaggio, rifugio, abitudine, mistero. Le opere vivono nel quotidiano, lo interrompono, lo interrogano. Si affacciano nei vuoti, negli interstizi, nei silenzi tra una stanza e l’altra. INTRA è anche un modo verso – qualcosa che accade mentre si entra. È un invito sommesso: entra, guarda, attraversa. Nel latino arcaico, intra significa “all’interno di” — eppure qui non si tratta solo di una collocazione spaziale, ma di un gesto che implica cura, attenzione, ascolto. Non osserviamo l’opera da lontano, ci conviviamo. La sua presenza ci accompagna, ci precede, ci sorprende tra una soglia e una luce, attraverso un corridoio, in prossimità di un tavolo, dietro una porta. INTRA è anche un sussurro, un invito a varcare un limite, a lasciarsi attraversare dallo spazio e dalle opere.
Nove artisti – nove modalità diverse di incarnare il tempo, la materia, il pensiero. L’appartamento privato accoglie le loro opere non come semplici presenze, ma come tensioni vitali che abitano la dimora. Le pareti non si limitano a contenere, bensì a restituire significazione. Ogni passaggio si fa possibilità. Nel silenzio delle stanze, tra una luce e una piega, l’arte non si espone, si rivela.
Francesco Arena lavora sul tempo e sul corpo come misura, confrontando sé stesso con la storia, le sue opere sono tracce dense, silenziose, pronte a slittare nell’esperienza di chi guarda. Renato Galante indaga l’ombra, l’eco, la tensione formale, rendendo visibile l’impulso del segno. Lavora per opposizione in un dialogo tra pieno e vuoto, tra tratto e materia. Lorenzo Montinaro ricompone memorie e presenze in forme sospese: la sua ricerca è fatta di soglie minime, tracce leggere, presenze interrotte, sospendendo il tempo in geometrie lievi. Pino Pascali gioca con la materia e l’archetipo, con la sua libertà concettuale apre il gioco della forma e lo carica di senso mistico e infantile. Raffaele Quida lavora sul limite e sull’assenza, abita il fragile, il precario, rendendolo forma. Le sue opere costruiscono una grammatica del vuoto e della resistenza. Antonio Scaccabarozzi dissolve la pittura in materia pura, trasformando il colore in densità, in pelle, in corpo autonomo, sostanza viva, cosa che si fa domanda. Michele Zaza fonde identità, spiritualità e visione. Introduce l’immagine come apparizione: fotografia, performance e pittura si fondono in una spiritualità laica, domestica e cosmica. Trasfigura l’immagine in rito e visione. Mario Schifano attraversa la superficie pittorica con febbre e ironia, creando squarci di immaginario pop e lirico insieme, oscillando tra critica e fascinazione. Una finestra su un mondo saturo, dove la pittura si mescola ai media con carica cromatica e iconografica. Carlo Zauli dà forma alla terra come impulso primordiale. Riporta la ceramica alla sua origine, scavando sulla superficie della materia una forma che è ancestrale ma assolutamente contemporanea.
La mostra si sviluppa all’interno di Palazzetto Palmieri, edificio storico situato nel cuore di Lecce, il cui tessuto architettonico racconta una lunga storia di stratificazioni, attraversamenti e trasformazioni.
Il Palazzetto nasce da un nucleo originario quattrocentesco, edificato su territorio di insediamenti messapici e sui resti di un convento di suore francescane. Nel XVII secolo, il rinomato architetto Giuseppe Zimbalo intervenne sul complesso, lasciando la firma nella scenografica scala interna e nella loggia d’ingresso, con archi e decorazioni fruttifere tipiche del barocco leccese. La pietra leccese, materiale duttile e luminoso, ha dato forma a volte alte fino a sei metri — a botte, a stella, a squadro — e ha reso il Palazzetto un esempio vivido di quella poetica di fusione tra struttura e ornamento che caratterizza l’arte barocca salentina. Nel corso dell’Ottocento, la facciata venne riallineata sulla strada, nascondendo le vestigia architettoniche precedenti. Il Palazzetto è stato recentemente restaurato e valorizzato dall’architetto Francesco Greco, attuale proprietario e apre le sue stanze come luogo di incontro tra passato e contemporaneità. I recenti interventi di riqualificazione sono impreziositi dalla presenza di numerosi elementi di design storicizzati.
INTRA è un’esperienza da vivere. Una soglia continua, un attraversamento lento. Le opere non sono separate dallo spazio: lo riscrivono, lo riabitano, lo rivelano. Tra le pietre antiche e le superfici contemporanee, entrare diventa non solo un gesto fisico, ma anche una disponibilità emotiva: alla meraviglia, alla sospensione, al silenzio.
Questa mostra non tematizza il “privato” come luogo di rifugio, ma lo espone come possibilità di attraversamento. L’appartamento non è solo contenitore, ma dispositivo percettivo. Lo spazio domestico — carico di memorie, gesti abituali, intimità — viene interrotto da presenze che non sono estranee, ma profondamente innestate. Una esperienza immersiva tra arte, architettura e design che è un invito ma anche una condizione.
da sabato 31 Maggio a venerdì 27 giugno 2025
Lecce (Lecce)
Palazzetto Palmieri, via dei Perroni 23
ore 18:00
ingresso su invito
Info. +39 3914660314
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