Pizzica sinfonica - l’Orchestra Tito Schipa di Lecce e le musiche di Piero Milesi e Ivan Fedele
Concerti
Si chiude con un originalissimo programma la Stagione Sinfonica di Primavera sabato 11 maggio (ore 21) al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi. Ancora protagonista l’Orchestra Tito Schipa di Lecce, stavolta diretta dal maestro Pasquale Corrado su musiche di Piero Milesi e Ivan Fedele, quest’ultimo nella duplice veste di autore e curatore della rassegna salentina.
Due mondi paralleli, la musica classica e quella popolare, si fondono in un concerto che trasforma i paesaggi sonori in danze dell’immaginario, un viaggio verso le radici che fa riaffiorare i sentimenti di una vita. L’Orchestra materializza il contatto con le tradizioni popolari e in particolare con un repertorio in 12/8, il ritmo tipico della pizzica. Tre brani che riportano la musica alle parole e ai suoni della tradizione, quella che racconta l’anima di un popolo, la sua identità, la veste per mostrarne i colori, la mette a nudo per rivelarne l’autenticità. Nella convinzione che i confini della musica sono sempre permeabili e nessuno dovrebbe costringerla in generi.
Il programma si apre con «Le voci della terra. Movimenti per orchestra», rivisitazione della musica popolare salentina condensata in una lunga suite per orchestra che Piero Milesi aveva scritto nel 2001, alla sua seconda “concertazione” della Notte della Taranta dopo quella del 1999. La partitura prende l’inedita forma di “Pizzica sinfonica”, i tempi dei concerti rincorrono la ritmica pulsante della musica popolare, gli archi si piegano al battito terragno, lo assecondano o ne fanno dominio, conquistandolo. Milesi, fine cesellatore di suoni, colori e atmosfere, architetto dei suoni amato da De André, collaboratore di Ligabue e apprezzato da Paul McCartney, era riuscito a vestire classicamente un patrimonio sonoro non codificato conciliando due mondi solo apparentemente diversi e distanti tra loro. Da una parte l’improvvisazione, l’istinto, il genio incolto dei musicisti popolari; dall’altra la misura, l’esatta scansione, lo spartito dei classici. In mezzo una terza via d’invenzione. «La contaminazione l’ho imparata arrangiando per Fabrizio De André - diceva Milesi -, che cantava in genovese con accompagnamenti mediorientali». Si ascoltano le voci della terra. Sono d’amore, dolore, invettiva. Versi e suoni conservati come identità. Otto movimenti per solo organico sinfonico, con l’unica eccezione di un tamburello, temi di canzoni come «Nia nia», «Pedimmu», «Lu sule calau», «Fimmine fimmine», «Pizzica degli Ucci» sono sfiorati classicamente e il ritmo non esplode, è arginato e rivisitato, quasi domato.
Seguiranno le «Folkdances» di Ivan Fedele, direttore artistico della Stagione, pensate nell’idea di coniugare il suono di uno strumento etnico con quello di un’orchestra sinfonica. Il compositore assimila e ricostruisce con finezza ritmi e colori ruvidi di rituali popolari, come quelli della pizzica in «Artéteka», termine del dialetto salentino che significa irrequietezza, frenesia: il pezzo si basa infatti su un movimento di danza in 12/8 e vede protagonista la tammorra, un tamburello a sonagli tipico dell’antica tradizione popolare. Dal ritmo incalzante dello strumento, cui è affidato anche un ruolo solistico, si libera una danza che cresce nel timbro e nel suono fino a raggiungere un culmine in cui tutta l’orchestra realizza il senso dionisiaco della danza stessa.
Nel filone delle folkdances si inserisce anche «Txalaparta», brano che il compositore salentino ha scritto nel 2011 su commissione dell’Orchestra Sinfonica dei Paesi Baschi. Un pezzo di grande energia in cui sono presenti due momenti cadenzali, anche in omaggio alla tradizione orale della pratica della txalaparta, uno strumento a percussione legato alla cultura basca. La musica nasce dall’incontro di due persone, i txalapartari: una dà il ritmo, l’altra lo spezza, lo frammenta, creando suoni negli spazi che l’altra lascia liberi. Il senso è l’incontro, il discorso tra suoni genera un segno nuovo che non è somma né intreccio. La prima dell’opera si è svolta nel maggio 2012 in Euskal Herria, mentre al Verdi sarà eseguita in prima assoluta la versione per due set di log-drums pensata proprio per l’Orchestra Tito Schipa. Nei brani di Fedele l’orchestra amplifica tutte le potenzialità dello strumento nel suono e nel ritmo, con un risultato di forte e coinvolgente impatto.
Il musicologo Franco Fabbri su Piero Milesi:
Il meno ideologico dei compositori della sua generazione, uno disposto a restare nell'oscurità di etichette esoteriche americane piuttosto che rivendicare con proclami l'attenzione (che sarebbe stata meritatissima) di editori e istituzioni concertistiche di casa nostra.
Brindisi (Brindisi)
Nuovo Teatro Verdi
Via Santi,1
ore 21:00
ingresso a pagamento
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