Luogo : Palazzo Ducale
Autore : Tommaso Traetta
Festa teatrale per musica
Libretto di Giovanni Ambrogio Migliavacca
Prima esecuzione in tempi moderni
Revisione a cura di Luisa Cosi
Armida ROBERTA MAMELI
Rinaldo MARINA COMPARATO
Fenicia FEDERICA CARNEVALE
Idraote LEONARDO CORTELLAZZI
Ubaldo MERT SUNGU
Danzatori FATTORIA VITTADINI
Maestro concertatore e direttore d’orchestra DIEGO FASOLIS
Regia JULIETTE DESCHAMPS
Scene NELSON WILLMOTTE
Costumi VANESSA SANNINO
Disegno luci FRANCOIS MENOU
Coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca
Maestro del coro Cornel Groza
Orchestra Internazionale d’Italia
La seconda opera è una fantasmagoria scenica, anzi una vera e propria "festa teatrale", e segna un notevole ulteriore contributo del nostro Festival alla riscoperta e valorizzazione della grande scuola pugliese-napoletana. Si tratta di un progetto musicale di rilevanza internazionale, quello della prima riproposta in tempi moderni dell'Armida di Tommaso Traetta, declinazione italiana del monumentale capolavoro barocco francese di Quinault-Lully.
La musicologa Luisa Cosi, incaricata dal Festival di predisporre il materiale d'uso per questa prima rappresentazione in tempi moderni, illustra così il lavoro di Traetta: "Nel 1760, maestro di musica dei Borbone a Parma e in particolare della principessa Isabella, Traetta è all’apice della carriera: protetto dal primo ministro Du Tillot, il compositore pugliese è impegnato ad ‘accordare’ fra loro stile italiano e stile francese, come si conviene ad una corte che guarda a Parigi, pur amando à la folie il belcanto della tradizione napoletana. E quando in ottobre Isabella sposa Giuseppe II d’Asburgo Lorena, per Traetta si apre un ingaggio imperiale: il conte Durazzo, Generalspektakeldirektor a Vienna, gli commissiona il rifacimento ‘italiano’ della forse più celebre opera del barocco francese, l’Armide di Quinault-Lully. La riduzione a festa teatrale della monumentale tragédie en musique (cinque atti in origine) è dello stesso Durazzo, i versi sono del Migliavacca che, già collaboratore del Metastasio, trova così occasione per emanciparsi da quel rigido modello. Il risultato è un capolavoro di sintesi. Nel gennaio del 1761, l’antico amore di Armida e Rinaldo, cui nemmeno la magia può dar sollievo, rivive in moderne melodie, stupendamente spiegate (vertici virtuosistici per il soprano Gabrielli) e con un’orchestrazione suggestiva; effimere illusioni e ‘reali’ tormenti si sciolgono in arie con ‘da capo’ brevi o proprio assenti e per gran numero di recitativi strumentati; e poi, cori e balli che, pur corti, contribuiscono al gran dinamismo scenico. Grande successo anche a Napoli (1763) e a Venezia (1767), dove Armida approda solo in piccola parte riattata. La riforma di Gluck è alle porte: quelle che Traetta spalanca, offrendo ancor oggi con la ‘sua’ bella festa un’occasione di godimento e di riflessione estetica di straordinaria incisività."
Per questo atteso ritorno del tardo barocco sul palcoscenico martinese, che - considerati i valori musicali rivelati già in fase di lavoro musicologico - non è difficile immaginare sorprendente, il Festival si è assicurato la presenza di uno dei più brillanti interpreti della scena internazionale, Diego Fasolis, tra gli artefici dell’assai celebrata Rodelinda del 2010.
Le due principali opere del cartellone sintetizzano così i tre elementi chiave della storia del Festival - belcanto, barocco, scuola pugliese-napoletana -, che escono ulteriormente valorizzati nell’accostamento a un ambito su cui il Valle d'Itria ha giocato le proprie scommesse più recenti: quello del negletto novecento italiano.
Armida di Traetta è, come detto, una "festa teatrale", in cui le componenti tipicamente celebrative - cori e balli - hanno una significativa incidenza. Di conseguenza, lo spettacolo - più che il reale spessore drammaturgico della nota vicenda degli amori di Armida e Rinaldo - deve saper rendere conto di quel mondo di suggestione, emozione e sfarzo immaginifico che l'Autore doveva aver ben presente nel momento creativo. Per questo motivo si è scelto di affidare la regia al talento della giovane ed esperta regista francese Juliette Deschamps. Facile immaginare che il suo estro creativo avrà buon gioco nel moltiplicare le potenzialità spettacolari che il lavoro traettiano offre all'interprete, soprattutto dal punto di vista della moderna estetica teatrale. Le scene sono firmate da Nelson Willmotte e i costumi da Vanessa Sannino.
La locandina vanta nei due ruoli protagonistici Roberta Mameli e Marina Comparato, tra le più acclarate specialiste in questo genere di repertorio. A loro - rispettivamente Armida e Rinaldo - si affiancano giovani emergenti di indiscusso valore come Federica Carnevale, Mert Sungu (pure usciti dalle fila dell’Accademia Celletti) e Leonardo Cortellazzi.
Web:
www.festivaldellavalleditri...