Il nuovo capolavoro di Marco Bellocchio, applaudito con il suo doppio film alla Mostra del Cinema di Venezia, in cartellone per la 28a edizione del Polignano Film d'A mare:
SANGUE DEL MIO SANGUE
di Marco Bellocchio Con: Roberto Herlitzka - Pier Giorgio Bellocchio - Lidiya Liberman - Fausto Russo Alesi - Filippo Timi - Alba Rohrwacher - Toni Bertorelli - Ivan Franek - Alberto Cracco - Bruno Cariello - Elena Bellocchio - Patrizia Bettini - Sebastiano Filocamo - Alberto Bellocchio Anno: 2015
È difficile capire completamente lo stato d’animo con cui Marco Bellocchio torna in concorso alla Mostra, tre anni dopo “Bella addormentata”, con il nuovo film “Sangue del mio sangue”. Un film doppio e sul doppio che racconta prima le vicende di Federico Mai, uomo d’armi del Seicento che arriva in un convento di Bobbio per convincere la suora che ha sedotto il fratello gemello, prete e suicida, a confessare il suo patto col diavolo per ottenere così che il fratello venga sepolto in terra consacrata. E poi quello di un sedicente ispettore del demanio in realtà truffatore che viene a Bobbio per fare da intermediario con un mecenate russo che vuole acquistare le carceri per farne un albergo di lusso.
«Non mi preoccupo di come andrà qui a Venezia, sono molto entusiasta e molto rilassato - dice Bellocchio, che però tiene molto alla promozione in vista dell’uscita in sala, domani - Speriamo che piova questo weekend. Sono qui alla Mostra con serietà ma forse più leggerezza rispetto al passato. Non che negli anni scorsi, sia quando ho preso batoste che quando ho avuto risultati apprezzabili, la mia vita sia poi cambiata molto… Nanni Moretti dice ciò che conta è che tu sia già stato invitato, certo, però se sei in concorso non ti dispiacerebbe anche vincere».
E se non si possono far previsioni sul Palmares si può registrare che il film - che vanta un cast che unisce la famiglia di sangue, i figli Pier Giorgio ed Elena, a quella cinematografica, Alba Rohrwacher, Lidiya Liberman, Roberto Herlitzka, Filippo Timi - è stato applaudito alla prima proiezione con la stampa internazionale. Bellocchio ha festeggiato quest’anno cinquant’anni di attività ed è curioso pensare che, mezzo secolo dopo il film che lo ha consacrato regista di rottura “I pugni in tasca”, sia tornato proprio lì dove la sua avventura cinematografica è iniziata, Bobbio.
«È accaduto un po’ per caso - spiega - L’anno scorso si sono create le condizioni per girare questa storia che aveva avuto già un prologo cinque anni fa con un corto ispirato alla monaca di Monza che poi è entrato nel film. D’altronde per fare cinema, per creare immagini si prende da quello si è visto, vissuto e sofferto».
Grazie per l'attenzione e per gli eventuali suggerimenti.
Savino
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