Mary Dipace è: LA DISUBBIDIENTE

“La disubbidiente” liberamente ispirato a “In nome della madre” di Erri de Luca, racconta di Maria, ma anche di tutte quelle donne che sublimano nella fermezza delle proprie idee e nella fierezza di obbedire “alla voce di un vento primaverile che porta bel tempo”, la potenza e la bellezza del femminile. Anche a rischio di morte.
Maria, vive il dramma tanto temuto da ogni madre. Vedere morire il figlio davanti ai suoi occhi. Cosa ne è stato di questa madre, dopo la crocifissione. Quali sono stati i suoi pensieri?
E nel delirio del dolore, scorre come grani di un rosario, il mistero del concepimento.
Tenta attraverso il ricordo, l’umana resuscitazione di un figlio che ha fatto della sua natura divina, nutrimento d’amore. E come ogni madre, rivive, non si sa se per alleggerire o acuire la sofferenza della mancanza, il momento più sconcertante e sconvolgente della sua vita, l’attesa “inattesa” di un figlio. Fanciulla piena di grazia e determinazione, affronterà assieme a Peppino, suo promesso sposo, il giudizio della comunità per la sua gravidanza fuorilegge a soli 16 anni.
E in questo percorso a ritroso, esprime in tutta la sua pienezza, attraverso il dolore di una madre, la spensieratezza di una fanciulla e la determinazione di una donna, quella natura umana feconda, in cui come accade in natura ai fiori, un vento divino ha posato il suo seme.



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