C’era una volta la SCUOLA: tutti la conoscevano, tutti sapevano cosa era, tutti sapevano che lavoro svolgeva, tutti la rispettavano. Era una scuola buona!
Un brutto giorno però è arrivato un gruppo di esperti in sottrazioni e ha cominciato a dire che bisognava risparmiare perché c’era la crisi. È l’insieme di “esperti” che ha messo a punto la ormai nota riforma sulla “buona scuola” che avrebbe dovuto risolvere qualsiasi problema economico, rinnovando la scuola e innovando la formazione.
In questa riforma tutto sembrava studiato e organizzato alla perfezione per garantire sonni tranquilli ad alunni e genitori, ma in molti e in particolare coloro che hanno a cuore la formazione delle giovani generazioni si sono trovati di fronte ad un quesito a cui difficilmente sono riusciti a trovare una risposta: “dove sta andando la scuola italiana da un po' di anni?”. Parole come competenze, eccellenza, meritocrazia, bonus, benefit, alternanza scuola-lavoro sono ormai termini entrati nel linguaggio comune rispetto ai quali occorre ripensare a quello che avviene sia in classe sia fuori della classe. Si parla di riorganizzazione e della didattica, di formazione continua degli insegnanti, di valutazione degli insegnanti e dei dirigenti, ma allo stesso tempo si parla sempre meno degli alunni e dei loro effettivi bisogni. Una docente decide di “mettere in scena” i suoi dubbi e perplessità divenendo la portavoce di tutti coloro che non riescono ancora a districarsi nella ragnatela di questa riforma perché nulla appare semplice e chiaro come si potrebbe supporre.
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