Con i piedi per terra , con il patrocinio di WWF Italia

Nelle campagne italiane esistono persone che hanno scelto di radicarsi sul territorio per coltivarlo in
maniera autonoma, efficiente, rispettosa dell’ambiente.
Chi sono? Come fanno reddito? Quali tecniche adottano? E perché il loro lavoro è necessario?
Nell’autunno 2015 iniziano le riprese del documentario indipendente “Con i piedi per terra”, durante un
viaggio per l’Italia intrapreso per intervistare i contadini protagonisti di una rivoluzione culturale ed
economica.
Compiuto con lo spirito della ricerca, è un’indagine realizzata riprendendo in presa diretta le attività
quotidiane nei campi, nei boschi, nelle case e nei mercati. Con il ritmo sostenuto dell’avanscoperta, e
valorizzato da musiche originali, il documentario racconta attraverso decine di storie personali come
fare reddito in maniera sostenibile, onorando il senso di appartenenza al territorio e la cultura dei
saperi millenari.
“Un viaggio alla ricerca dell’Italia contadina, di quei tanti individui che creano una collettività,
che portano avanti pensieri e pratiche della stessa natura. È come accendere i riflettori e dare
voce a chi non viene ascoltato, ma rappresenta una biodiversità, anche umana, fondamentale per il
nostro paese.”
Menzione Speciale Legambiente al 20° Festival CinemAmbiente di Torino
“Un bell’affresco del nuovo-antico mondo contadino italiano, spesso fatto di bizzarri visionari che
stanno riscoprendo e valorizzando il suolo come bene comune. Un patrimonio per troppo tempo violentato
dalla cementificazione e da un’agricoltura senza scrupoli. Ed ecco che grazie a una nuova generazione
di agricultori l’Italia riscopre il suo pizzo di colture e culture da preservare e valorizzare. In contrapposizione
alle monoculture che impoveriscono terra e sapere, gusto e vita. Un lavoro nuovo, fatto
di antichi saperi e sperimentazioni inedite che il documentario fotografa in modo nitido”.

(Legambiente)
LA COLONNA SONORA
“La colonna sonora di Con i piedi per terra nasce spontaneamente senza pensarci troppo…come una
jam-session, i brani sono stati composti suonando una loop-station e diversi strumenti a corde tra cui il
violone marchigiano; una specie di piccolo violoncello a 3 corde che ho usato ad accompagnare il
canto di “Vita in campagna”, la canzone contro la retorica del vivere “a contatto con la natura” che
chiude il documentario. Non sono andato fisicamente in viaggio con il furgone nelle campagne italiane,
ma ognuno di questi frammenti musicali è comunque il risultato di un piccolo viaggio parallelo in connessione
con quanto accadeva…”
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