Lo spettacolo prende in considerazione tre tra i più famosi racconti di Edgar Allan Poe tratti dalla raccolta “I racconti del terrore”, pubblicato nel 1844.
Edgar Poe nacque a Boston nel 1809. E’ stato scrittore, poeta, critico letterario, giornalista, editore e saggista. Considerato uno dei più grandi e influenti scrittori statunitensi della storia, è stato l'iniziatore del racconto poliziesco, del giallo psicologico, ma soprattutto della letteratura dell'orrore.
Figlio dell'attrice britannica Elizabeth Arnold e dell'attore statunitense David Poe Jr, che abbandonò la famiglia subito dopo la nascita di Edgar, mentre sua madre morì l'anno seguente a causa di un’atroce tubercolosi polmonare. Essendo rimasto orfano di entrambi i genitori, Poe fu messo in casa di John Allan, un mercante scozzese di successo, presso Richmond, in Virginia, che commerciava in una varietà di prodotti tra cui il tabacco, stoffa, grano, pietra e principalmente… schiavi. Gli Allan gli fecero da famiglia affidataria e di qui il nome di "Edgar Allan Poe", anche se non fu mai adottato ufficialmente.
Si trasferirono a Londra dove Edgar iniziò gli studi in un collegio di Chelsea. Curiosità: l'aula in cui Edgar studiava confinava con un cimitero e il Preside del collegio insegnava matematica tra le tombe: ad esempio, ogni ragazzo doveva scegliere una lapide e calcolare l'età del defunto. Inoltre… Il primo di ogni mese, veniva data a ogni ragazzo una pala, con cui bisognava scavare le fosse per chi sarebbe morto in quel periodo.
Può essere quindi che tutto ciò abbia influito sulla sua formazione e su quella che sarebbe stata, poi, la sua scrittura, e infatti, Edgar Allan Poe, è considerato il primo scrittore folle…, avendo dovuto lottare anzitutto, per buona parte della vita con problemi finanziari, con l'abuso di alcolici, con sostanze stupefacenti e fondamentalmente con l'incomprensione del pubblico e della critica dell'epoca.
I tre racconti che vengono messi in scena sono: “Il gatto nero” e “Il cuore rivelatore” ed infine “Sepolto vivo”.
La prima storia “Il gatto nero” è raccontata in prima persona da un omicida condannato a morte che, pur sapendo di non essere creduto, vuole rivelare quanto gli è successo, per alleggerirsi la coscienza e spiegare cosa l'ha portato alla condanna.
La seconda storia “Il cuore rivelatore” è il racconto/confessione dell'omicidio di un vecchio. L'anonimo protagonista puntualizza immediatamente di essere sano di mente anche se un po' nervoso; durante tutto il racconto vorrà dimostrare la sua lucidità mentale nel premeditare e compiere il crimine.
Il terzo racconto, “Sepolto vivo” è costituito da alcuni esempi di sepoltura di esseri umani ancora in vita, creduti morti a causa di un prolungato stato di coma o catalessi. Il brano evidenzia ripetutamente il terrore e l'angoscia che si provavano spesso, all'epoca, di fronte alla prospettiva di essere sepolti vivi. Vari sono stati i ritrovamenti di bare dai coperti graffiati e incisi dall'interno.
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