29 maggio 1453: dopo più di mille anni l'Impero Romano d'Oriente, diretto erede della romanità dei Cesari e baluardo ortodosso dell'Europa cristiana contro l'Islam, cade in mano ai Turchi con la presa della sua capitale Costantinopoli, che diviene l'ottomana Istanbul. I campanili della millenaria Bisanzio vengono disarmati delle campane e al loro posto cominciano a risuonare le prolungate invocazioni dei musulmani muezzin, che li trasformano in minareti. L'Occidente cristiano ha paura.
14 agosto 1480: l'assedio di Otranto. Un contingente di navi turche assedia per tre mesi l'avamposto occidentale d'Italia. Gli ultimi valorosi 812 cittadini salentini cristiani vengono passati a fil di spada sul colle della Minerva per non aver voluto convertirsi all'Islam, secondo la (prevedibile) profezia di San Francesco di Paola. In realtà, come dimostrato da recenti studi condotti su documenti segreti venuti ultimamente alla luce dopo più di 500 anni, fu lo stesso papa Sisto IV (francescano, tra l'altro) che per accordi commerciali fra Islam turco e signorie cattoliche europee e italiane, gettò Otranto in mano ai pirati saraceni, costringendo i re napoletani d'Aragona a un'estenuante difesa della città, con abbondanti perdite da una parte e dall'altra. Otranto è martire, ma l'Italia rimane cristiana.
7 ottobre 1571: dopo quasi un altro secolo di scorribande saracene contro i cristiani e di altrettante rappresaglie contro i musulmani da parte dei cavalieri di Malta e altri corpi d'armata papisti (in Puglia la notte di Capodanno del 1547 i pirati turchi sbarcano presso Avetrana, ma "spaventati dal suono di un tamburretto col quale facevansi matinate" - secondo alcuni questa è la più antica attestazione della cupa-cupa come strumento di questua nella nostra regione - deviano su San Pancrazio Salentino e fanno strage degli abitanti) papa Pio V non ne può più e chiama a raccolta le potenze europee contro il comune nemico islamico, approntando una flotta di decine di navi da guerra che al comando di Giovanni d'Austria (episodio dipinto negli anni '60 nella cupola della chiesa di San Domenico qui da noi a Martina, vedi foto) e fra le preghiere della Cristianità intera alla Madonna, affronta in un immenso massacro fra cristiani e musulmani la flotta dell'Islam. Croce e Mezzaluna si distruggono a vicenda nelle acque di Lepanto, al largo delle coste greche, e vince la Croce: è il 7 ottobre del 1571, data che verrà poi ricordata nei secoli fino a noi dalla Chiesa Cattolica come festa della Madonna della Vittoria o del Rosario, la cui recita papa Pio V (il quale aveva già sulla coscienza il massacro di 30.000 cristiani eretici valdesi in Calabria, ad opera delle sue truppe) aveva raccomandato all'Orbe cattolico per sconfiggere i nemici musulmani. Papa Pio V sarà poi fatto santo.
Alla fine di questo excursus storico, da cui viene in luce che la guerra santa - per qualsiasi religioni essa sia - è sempre sbagliata, e che in poche righe accenna solo ad alcune delle tantissime battaglie fra cristiani e musulmani nel nome di un Dio (che Giovanni Paolo II negli anni Ottanta asserirà essere l'unico per entrambi in comune con gli ebrei), sta di fatto che il 7 ottobre è ancora oggi celebrato dai cattolici come ricordo della Madonna della Vittoria o del Rosario. Se il secondo (la cui recita cantilenante, secondo alcuni studiosi di neuroacustica, come i simili mantra induisti stimola ritmicamente alcune aree del cervello provocando scariche di piacere e portando alla transe) è una semplice preghiera tramandata oggi da pochi fedeli, il primo titolo mariano non può non farci pensare che nella giornata di oggi, fra canti e e preghiere e altisonanti rosari alla Vergine, si celebra l'anniversario di un massacro.
"Non credo alle divise, né tantomeno agli abiti sacri
che più di una volta furon pronti a benedir massacri" (cit. Jovanotti).
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