Domenica 22 dicembre 2019
O te mange 'sta menestre, o te scitte d'a fenestre
Teatro
E’ questa una delle più classiche e forse più belle commedie del commediografo tarantino. Una storia tanto divertente quanto drammatica nello stesso tempo. Una storia tarentina della nostra città vecchia dei primi Anni ’50 quando ancora storie di questo genere potevano realmente accadere perché c’erano tutti gli elementi ambientali, economici, psicologici e sociali che vi concorrevano. Dopo, è successo quel che tutti sappiamo. Una storia di pescatori e di nobili o “stogràtece”, come li chiama Lino Conte: di pescatori, di quelli che andavano per mare con le barche e le reti e il cui tenore di vita, il cui sostentamento quotidiano, addirittura, era scandito e condizionato dalle mareggiate invernali, dal freddo o dal caldo eccessivo, dalla tramontana che taglia la faccia, talvolta dalla neve, come accadde quell’anno in cui si snoda questa vicenda. Una storia di “signori”, ancora aggrappati a una concezione feudale dei rapporti interpersonali che resisteva, quasi aggrappandosi ad un passato duro a morire, ma che sarebbe durata poco per l’irresistibile avanzare di una più umana, cristiana, marxistica giustizia sociale. Nelle città, come nelle campagne. Sull’isola tarentina dove lo scontro sarebbe stato determinante per la coesistenza gomito a gomito dei due “mondi”.
Una bella ragazza del popolo, Annarella Basile, figlia di un pescatore costretto a fare i conti con le burrasche del nostro mare per sopravvivere, abitante con i suoi nello scantinato di un antico palazzo dove risiede il proprietario separato e lontano dalla moglie, si trova, in un dicembre allietato dalle pastorali e dal profumo delle “pettole”, ingentilito dai primi abeti carichi di luci, ma al tempo stesso freddissimo per l’inclemenza del tempo e per la miseria senza fine della famiglia, si trova alle prese con i capricci senili del conte. Un po’ l’ignoranza dei Basile, un po’ l’estrema necessità che spesso, umanamente, fa cadere in tentazione, un po’ la situazione obiettiva che si è determinata, stavano concorrendo a far precipitare gli eventi, quando…
Non vi anticipiamo tutto lo svolgimento di questa vicenda ideata e scritta da Lino Conte con un ritmo sostenuto, con dialoghi gradevoli e con sottofondi musicali di notevole efficacia, per non togliere il gusto allo spettatore di seguire lo snodarsi della trama. Una considerazione ci preme fare: questa commedia di Lino Conte è una autentica lezione di vita, che è valida ancora oggi quando la città vecchia sta morendo per una dissennata metodologia di risanamento e di restauro e quando, perciò, le radici della tarentinità si vanno inesorabilmente spezzando.
Questi i protagonisti: Lino Conte, Marisa Lo Palco, Antonello Conte, Mina Isernia, Francesco Donvito, Valeria Conte, Ciro Fornari e Onofrio La Gioia. Regia Lino Conte
Giovanni Acquaviva (1987)
Taranto (Taranto)
Teatro Fusco
Via Ciro Giovinazzi, 49, 74123 Taranto (Taranto)
ore 20:45
ingresso a pagamento
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