“CHE COSA SONO LE STELLE? Un poeta in ascolto del cielo e dell’abisso”

Un uomo scruta il cielo di notte. Lo vede pieno di mille occhi fiammeggianti. Cosa saranno mai? Pupille luccicanti di un essere invisibile? O forse scrostature della luna che domina la volta oscura col suo volto eternamente ironico e sornione? L’uomo ascolta i suoni della notte, il respiro eterno e regolare dell’universo infinito, cerca di attraversarlo da parte a parte col pensiero, di abbracciarlo col soffio dell’anima inquieta.
L’uomo è Federico Garcia Lorca, uno dei massimi poeti spagnoli, a cui è toccata in sorte un’esistenza breve, una lunga giovinezza – troncata bruscamente una mattina d’agosto dalla polizia di Francisco Franco – tutta spesa nella ricerca spasmodica della verità delle cose, del senso ultimo della vita. Ora con tenerezza, ora con compassione, ora con affettuosa ironia il poeta accarezza le forme del creato, gli esseri più umili (una formica, ad esempio, o una vecchia lucertola), con loro si identifica, attraverso i loro occhi si meraviglia e si spaurisce – come il Totò marionetta nell’apologo pasoliniano "Che cosa sono le nuvole?" – per la «straziante, meravigliosa bellezza del creato».

Dopo i mesi di quarantena e di sospensione dell'attività concertistica, l'ensemble "Resonare fibris" torna con "CHE COSA SONO LE STELLE? Un poeta in ascolto del cielo e dell'abisso", un concerto-reading che esplora l'unione tra la poesia lunare, notturna, inquieta di Federico Garcia Lorca e la musica antica, colta e popolare, di un’epoca precedente a quella in cui visse il poeta, in parte sopravvissuta nella coscienza collettiva (è il caso, ad esempio, del folclore musicale spagnolo, antico di secoli ma ancora vivo all’epoca di Lorca che ad esso dedicò buona parte delle sue energie), in parte dimenticata nel flusso incessante, e sempre improntato al nuovo, della creazione musicale attraverso i secoli (è il caso della musica colta e d’autore). Il connubio che ne deriva è emozionante, garantito non solo dalla sensibilità musicale che permea la scrittura lorchiana, ma anche dalla grande spiritualità e dall’inesausta tensione verso l’infinito che l’accomuna ai capolavori della musica colta.
(Graziano Andriani)

Vi aspettiamo domenica 9 agosto, ore 21, nel teatro del Parco Archeologico Santa Maria di Agnano a Ostuni. Ingresso libero con prenotazione ai numeri +39 3408982449 oppure +39 0831 336383.

Graziano Andriani | canto
Angela Lacalamita | salterio
Domenico Susca | chitarra
Edward Szost | liuti
Domenico Andriani | voce recitante
Web: www.facebook.com/resonare-f...