Uno dei più grandi intellettuali del XX secolo; un artista lungimirante, verrebbe da dire quasi profetico, che ha saputo riconoscere prima di molti altri la violenza dell’omologazione che la società dei consumi ha imposto alla società italiana cancellandone l’identità storica, la peculiarità culturale, la purezza architettonica originaria e, di tutto ciò, la bellezza. Strenuo difensore di una cultura popolare spesso violentata in nome di uno sviluppo scriteriato; feroce accusatore dei mass media quando utilizzati dal Potere come strumento di riduzione del cittadino a semplice spettatore della vita politica, estromesso dalla partecipazione. Questo e tantissimo altro è stato Pier Paolo Pasolini.
Il circolo ARCI Open Source propone un approfondimento della figura di questo eclettico e a tratti “scomodo” artista e intellettuale italiano attraverso due appuntamenti:
- Domenica 23 novembre alle ore 18:00 apertura della mostra fotografica su Pasolini dal titolo “Progetto di opere future” dell’artista Claudio Vino. Alle ore 19:00 dibattito con l’autore delle opere.
(La mostra sarà visitabile presso la sede del circolo Open Source anche lunedì 24 novembre e sarà poi visitabile presso il Cinema Nuovo di Bisceglie martedì 25 novembre).
- Martedì 25 novembre doppia proiezione (alle ore 19:00 e alle ore 21:30) presso il Cinema Nuovo di Bisceglie del film del regista Abel Ferrara presentato alla 71esima Mostra del cinema di Venezia intitolato “Pasolini”.
(Costo biglietto 4,50 euro – 4,00 euro per i tesserati ARCI).
Scheda della mostra “Progetto di opere future” a opera del Presidente regionale ARCI Puglia Davide Giove:
“Porgetto di opere future” nella sua versione divulgativa tratta da “il nulla lucente” che nel 2014 circuita nei circoli arci della Puglia, esprime principalmente tre grandi meriti dell’artista Claudio Vino, ciascuno dei quali peraltro di per sé ragione sufficiente a sostenere questo lavoro.
Il primo è la grande coerenza estetica. Claudio manifesta un controllo della forma (quel controllo che possiamo hitchcockianamente definire imprescindibile) che giustifica abilmente proprio col suo sentire esteticamente ineccepibile. Il volto pasoliniano, nel procedere delle tavole, scivolerà da primo piano a sfondo in un’assuefazione priva di ridondanze costringendo l’osservatore all’attenzione a tutto ciò che è margine e sub. Quanto Pasolini in questa scelta estetica!
Il secondo è la rara sensibilità artistica. Coltivare e cogliere il tema dei temi della produzione di Pasolini, farne fascio e donarlo al pubblico; insomma, affrontare la morte, il luogo unico in cui la vita trova senso e per la quale incontra giustificazione, è possibile solo a chi ne ha conosciuto la crudezza essendo già ben armato del corretto vocabolario in grado di tradurla e renderla esprimibile. Di questo Claudio Vino è straordinariamente capace.
Il terzo è la eccezionale forza politica di questo atto artistico. Claudio non musealizza Pasolini, ma con estrema intelligenza ci conduce a parlare di questioni aperte e quanto mai attuali. Per giunta, tutte vicinissime a quella forma di “sensibilità organizzata” (per dirla con Patrizia Moretti) che è l’Arci.
“Progetto di opere future” ci porta a parlare di centro storico e antico, di tutela di quel patrimonio che spesso affonda le proprie radici nella preistoria e che giunge a quel dopo-storia di cui “godiamo per privilegio d’anagrafe” dopo una storia a tratti scritta con i caratteri dell’abuso edilizio, quando non proprio dello sberleffo architettonico; ci spinge a riflettere sul nuovo sottoproletariato, che fu formato dai nostri migranti nelle periferie sub-urbane e che oggi spesso parla lingue diverse e ha diversi colori di pelle; ci porta a discutere di omofobia e omosessualità, autonomia critica, meticciato culturale ed identità violenta restando sempre quanto di più lontano dalla strumentalizzazione del messaggio pasoliniano; strumentalizzazione che non risparmia di solito nessuno, dagli autoproclamatisi eredi dell’intellighentia di sinistra ai travisatori di Ezra Pound.
Per questi tre meriti e per le occasioni che questo lavoro ci offre non si può che formulare un triplice ringraziamento:
a Pier Paolo Pasolini l’artista e l’intellettuale,
a Claudio Vino che ha saputo bere con sapienza ad un calice così importante,
ad Ilaria Vino, musa ispiratrice.
Ingresso gratuito alla mostra presso il circolo ARCI Open Source, riservato ai possessori di tessera ARCI.
Web:
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