GALLERIA BORGHESE
LUNEDÌ 5 MAGGIO 2025
CONCERTO CONCLUSIVO DEL PROGETTO “I BORGHESE E LA MUSICA”
Haendel a Roma. Concerto grosso op. 6 n. 9
Concerto in si bemolle per arpa e orchestra
Dixìt Dominus per soli, coro, archi e basso continuo
Diretto dal Maestro Riccardo Martinini
APERTURA STRAORDINARIA
ore 19.30 visita del Museo
ore 20.30 Concerto nella Sala degli Imperatori
Biglietti disponibili sul seguente link >
https://www.gebart.it/musei/galleria
-borghese/
Disponibilità limitata.
Si conclude con l’esecuzione dal vivo di un concerto speciale il progetto I BORGHESE E LA MUSICA: una serata straordinaria – lunedì 5 maggio– che offrirà agli ospiti la possibilità di visitare le sale del Museoe, a seguire, nella Sala degli Imperatori, il concerto dedicato al giovane Haendel e a una sua importante composizione, il Dixìt Dominus per soli, coro, archi e basso continuo, scritto a Roma nel 1707.Il Dixit, lungi dall'essere una prova di gioventù, rivela una straordinaria potenza e perizia compositiva: strutturato in 9 sezioni, è pervaso da un'energia formidabile e dall'uso sapiente di una teatralità drammatica solo superficialmente celata dal carattere sacro del componimento. L'organico - composto da coro a cinque voci (con due soprani), orchestra d'archi (con due parti reali di viola) e basso continuo - è sottoposto a prove di agilità, precisione, declamazione vigorosa e grande espressività nei passaggi lirici.
Il concerto propone altre due opere che ben si accostano alle ricerche e ai concerti presentati in Galleria in questi anni: il Concerto grosso in fa maggiore, op. 6 n. 9 e il Concerto per arpa.
Il modello di riferimento per quanto riguarda la forma del Concerto grosso è infatti quello corelliano che Haendel ebbe modo di conoscere durante la sua permanenza a Roma fra il 1706 e il 1709 (fu Corelli infatti a dirigere le esecuzioni degli oratori Il trionfo del tempo e del disinganno e La Resurrezione). Secondo la tradizione biografica il suo comportamento con il cinquantenne maestro romano sarebbe stato presuntuoso ma sarà poi con l'atteggiamento del discepolo che si accosterà alle sue opere. L'op. 6 fu infatti edita a Londra nel 1740 da Walsh con la sottoscrizione di influenti mecenati, sistema questo molto in voga nel secolo, ma a cui Haendel ricorse raramente. Il titolo originario era «Twelve grand concertos in seven parts for four violins, a tenor violin, a violoncello, with a through bass for the harpsicord». Il concerto grosso consiste in un dialogo fra un gruppo di elementi solisti («Concertino» o «Soli») e l'insieme degli strumenti («Ripieno» o «Tutti») ai quali si aggiunge il clavicembalo. Su questo genere musicale gli studiosi si sono battuti rivendicandone la paternità a Corelli, Stradella, Torelli. Per offrire alcuni dati orientativi utili a comprendere la genesi delle composizioni haendeliane ricordiamo che i concerti grossi op. 6 di Corelli erano comparsi nel 1714 ma Georges Muffat, di passaggio a Roma nel 1682, racconta di averne già sentiti, mentre Burney parla di un concerto di 150 esecutori, diretto dallo stesso compositore romano, alla corte di Cristina di Svezia nel 1680. Ai discepoli di Corelli spetterà poi il compito di diffondere questo stile in Europa: Geminiani in Inghilterra, Muffat in Germania. Non ha molta importanza sapere se Haendel, amico di Geminiani, ebbe modo di conoscere questa forma da lui o risalì direttamente alla fonte, ovvero a Corelli stesso, durante il suo soggiorno a Roma nel 1708. È certo comunque, — come i due musicologi Hoffmann e Redlich, curatori della «Hallische Haendel Ausgabe» hanno sottolineato — che proprio nel 1708 si può già reperire un concerto grosso in miniatura in Il Trionfo del tempo e del disinganno.
Nella seconda pubblicazione del progetto di ricerca, La Galleria e la musica, Chiara Granata e Riccardo Pisani hanno dedicato un capitolo all’invenzione delle nuove meccaniche dell’arpa seicentesca, molto usata e conosciuta a Roma negli anni corrispondenti al Papato di Paolo V Borghese. Anche grazie al loro studio sappiamo che il Concerto in si bemolle maggiore per organo o arpa e orchestra, op. 4 n. 6 fu pubblicato nel 1738 come ultimo di un gruppo di sei concerti destinati "per arpicordo oppure organo''. Non è in dubbio però che esso sia stato originariamente concepito per l'arpa. Lo dimostra il manoscritto conservato alla King's Library del British Museum e intitolato, appunto, "Concerto per la arpa". È noto che la composizione di questo concerto risale allo stesso periodo in cui fu scritto l’oratorio La festa di Alessandro, che ebbe la sua prima esecuzione al teatro Covent Garden di Londra il 19 febbraio 1736. Il concerto per arpa, scritto appositamente per la giovane arpista Powel, veniva eseguito durante l'intervallo dell'oratorio.
PROGRAMMA
GEORG FRIEDRICH HAENDEL (1685 - 1759)
Concerto grosso in fa maggiore, op. 6 n. 9, HWV 327
Largo, Allegro, Larghetto, Allegro, Menuet, Gigue
Concerto in si bemolle maggiore per arpa e orchestra, op. 4 n. 6, HWV 294
Andante, Allegro, Larghetto, Allegro moderato
Dixìt Dominus Domino meo, HWV 232, concerto sacro per soli, coro, archi e basso continuo
L’orchestra e la Cappella musicale di Villa Medici sono dirette da Riccardo Martinini.
La partecipazione della Cappella deve essere ritenuta particolarmente significativa del rapporto istituzionale che lega la Galleria Borghese all’Accademia di Francia a Roma anche grazie al comune impegno nella musica.
PROGETTO DI RICERCA “I BORGHESE E LA MUSICA”
Ideato e curato da Geraldine Leardi
Il lungo percorso del progetto di ricerca I Borghese e la musica – voluto da Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese, e da Geraldine Leardi, curatrice e storica dell’arte della Galleria Borghese, per indagare sulle committenze della famiglia Borghese e sulle loro relazioni con i musicisti dei secoli XVII e XVIII – ha prodotto, dal 2021 a oggi, due importanti pubblicazioni edite da Artem (una in corso), 14 registrazioni video pubblicate sul canale YouTube della Galleria Borghese e coinvolto 219 tra strumentisti, cantanti e direttori, che si sono esibiti nei concerti istituzionali e nella rassegna Amorosi Affetti, legata al progetto di ricerca.
La direzione artistica di questo esperimento unico di produzione musicale, che scaturisce dall’identità di un museo pubblico come la Galleria Borghese, dalle sue opere e dalla sua storia, è di Riccardo Martinini, professore della classe di violoncello presso il Conservatorio di Santa Cecilia, direttore e produttore musicale, quest’anno artista in residenza a Villa Medici, che ha saputo suscitare un vivace interesse intorno al progetto e aggregare artisti da tutta Europa.
PUBBLICAZIONI
I Borghese e la musica
La Galleria e la musica (in corso)
Le ricerche, che prendono spunto dagli studi che il grande musicologo francese Jean Lionnet dedicò all’Archivio Borghese in Vaticano, hanno permesso di realizzare due volumi che contengono saggi originali dedicati alla Scuola violinistica pre-corelliana nella prima parte del sec XVII, alla Cappella Paolina voluta dal cardinale Scipione Borghese e dal Papa Paolo V Borghese in Santa Maria Maggiore, alle musiche ritrovate a Pechino negli archivi dei primi legati gesuiti inviati in missione dal Papa Borghese, alla sperimentazione di nuove meccaniche per l’arpa seicentesca, al mecenatismo di Livia Spinola, moglie del principe Marcantonio III Borghese.
Di rilievo il capitolo dedicato alla catalogazione e raccolta fotografica di tutti gli strumenti musicali presenti nei dipinti, nelle decorazioni e nelle sculture della Galleria.
ESECUZIONI MUSICALI
Nell’ambito del progetto di ricerca sono state realizzate due distinte serie di esibizioni, con diverse finalità. La prima ha voluto, con concerti serali e dedicati, dare corpo a temi e contenuti indagati nelle ricerche musicologiche e pubblicati nei due volumi; la rassegna Amorosi Affetti, svolta negli orari di apertura del museo, si è invece rivolta ai suoi visitatori ordinari, proponendo suggestivi legami estetici, storici ed emotivi con le opere esposte nelle sale.
I Concerti legati alle Produzioni hanno presentato brani in prime esecuzioni in tempi moderni come la Messa a quattro voci e organo di Alessandro Scarlatti, le Cantate di Gasperini, la Serenata di Benedetto Marcello o la musica nelle missioni dei Gesuiti in Cina, o brani di raro ascolto come le Sonate a due Violini di Carlo Mannelli e Lelio Colista, i brani dei virtuosi arpisti che nei primi due decenni del ‘600 operavano a Roma, le sonate a quattro di Alessandro Scarlatti, accanto ad alcuni capolavori del repertorio musicale di Corelli, Bach e Haendel, a essi contemporaneo.
I concerti sono reperibili sui canali social e sul sito web della Galleria nella pagina Media (https://galleriaborghese.beniculturali.
it/mediateca/video/).
Gli Amorosi Affetti hanno accompagnato, in quattro anni, con cadenza mensile, centinaia di visitatori nel loro percorso tra le sale della Galleria. Ensemble strumentali, quartetti, cori, cembalisti e tiorbisti, archi e fiati, tutti gli esecutori con strumenti originali, hanno amplificato, con mirate scelte musicali, l’impatto emotivo del pubblico presente.
Le attività continuative di questi anni hanno incluso anche un altro esperimento unico e originale. Il personale della Galleria Borghese è stato infatti invitato ad aggregarsi per formare un coro, il Coro Borghese, che è diventato uno straordinario strumento di condivisione di momenti creativi e che si è esibito in tre esecuzioni pubbliche con opere di Haendel, Carissimi, Purcell.
ARTISTI
I 219 artisti protagonisti delle esecuzioni sono tra i migliori specialisti del repertorio barocco. Si sono esibiti Solisti ed Ensemble provenienti da tutta Italia e da Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Danimarca, Olanda, Giappone.
Web:
www.gebart.it/musei/galleri...