L'area archeologica, di proprietà statale dal 2001, è la più importante testimonianza monumentale nell'Italia nord-occidentale della cultura dei Celti golasecchiani (XII-V sec. A.C.). Individuata per la prima volta nel XIX secolo, fu oggetto di scavi sistematici dalla fine dell'(800. Nell’area sono conservati, databili al VII-VI secolo a.C., tre recinti funerari circolari, due di forma rettangolare e 46 tombe riunite a piccoli gruppi forse relativi a nuclei familiari, realizzate in grossi ciottoli a recinzione delle fosse in cui era deposta l'urna contenente le ceneri del defunto, accompagnata dal corredo (ceramiche, oggetti in bronzo e ferro). Gli oggetti sono esposti al Civico Museo Archeologico di Sesto Calende (VA).
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