L’odierna pinacoteca-museo S. Egidio, inaugurata il 20 dicembre 2018, raccoglie ed espone i “tesori” precedentemente custoditi nella sacrestia della chiesa (vecchia quadreria), e nel museo-sacello dedicato al santo tarantino.
I frati Francescani Minori di San Pasquale si sono lanciati nel progetto artistico della realizzazione della Pinacoteca Museo di Sant’Egidio per dare ascolto al “grido” dei giovani di Taranto impotenti nei confronti delle brutture generate dalle industrie e dall’inquinamento, dall’alto tasso di disoccupazione del territorio di Taranto che spengono ogni speranza. Solo educando alla bellezza, essi hanno compreso, i giovani possono prendersi cura dell’umano che è in noi, ed essere capaci di costruire una comunità migliore che generi speranza e voglia di impegnarsi affinché le cose cambino. Con l’incontro, l’arte e la condivisione dei vissuti, essi hanno voluto suscitare l’entusiasmo e spingere i giovani della città ad alzare lo sguardo e a ritrovare lo stupore per la bellezza e il creato. C’è bisogno di un cambio di prospettiva, un cambio di sguardo, che non è solo economico, culturale, sociale, ma anche spirituale.
Hanno quindi pensato di creare uno spazio inclusivo e fraterno, che metta in relazione e che faciliti l’incontro dei diversi linguaggi (artistico, spirituale ed emotivo) capaci di far emergere nei beneficiari di diverse culture, le abilità e sensibilità che altrimenti non sarebbero portate in luce. Le visite guidate e i laboratori, nati a seguito dell’inaugurazione della nuova Pinacoteca, hanno offerto l’occasione di stimolare nuovi processi di condivisione, di immaginazione del futuro, per innescare processi di prossimità e per il superamento della cultura dello scarto nell’ottica dell’ecologia integrale.
L’idea che sottende il processo è che attraverso l’Arte sia possibile educare alla valorizzazione delle diverse peculiarità umane e culturali nell’ottica dell’Ecologia Integrale in cui tutte le cose e le persone sono connesse. L’arte, infatti, aiuta le persone a connettersi tra loro ed è capace di far emergere, come una Luce nelle Tenebre (Lux in tenebris), abilità e sensibilità.
Le opere esposte sono organizzate in 4 aree tematiche:
– la devozione a Sant’Egidio, oggetti appartenuti al santo tarantino e numerosi ex-voto per grazia ricevuta;
– il tesoro di San Pasquale, riferito ad una ricca collezione di argenti liturgici e oreficerie settecentesche, donate dalla regina, Maria Amalia di Sassonia, al momento della fondazione del convento, e ottocentesche, dono di altre nobildonne;
– la quadreria, che raccoglie tele di un arco temporale compreso tra il Seicento e l’Ottocento, con le tele seicentesche di scuola napoletana e di stile riberesco, opera prevalentemente dei pittori pugliesi Cesare e Francesco Fracanzano, con particolare prevalenza di quest’ultimo; ad essi si deve infatti la serie dell’Apostolato. A questi artisti si aggiungono anche pregevoli contributi di Jusepe de Ribera (Sant’Onofrio, opera firmata di incerta autenticità); Luca Giordano (S. Benedetto), Giovanni Lanfranco (attr.; Maddalena in gloria) e Leonardo Antonio Olivieri, allievo di Francesco Solimena a Napoli (Riposo dalla fuga in Egitto e Deposizione dalla Croce);
– il nucleo di arte contemporanea, che raccoglie tele ed altri materiali realizzati da Giuseppe Siniscalchi, pittore pugliese fondatore del movimento artistico del Fronteversismo e da altri artisti contemporanei, come Domenico Melillo (lo street artist, in arte Frode), Nocci e Piero Nardelli. Ad essi si stanno gradualmente aggiungendo opere di altri artisti del territorio ionico, donate dai rispettivi possessori in occasione dell’inaugurazione di mostre temporanee, che puntano ad espandere l’attuale collezione, aprendola ad una visione che valorizzi l’attenzione al Creato e alla Bellezza, nelle sue varie declinazioni. Tra le opere donate al momento si annoverano due tele di Anna Rosa Rosati e Anna Shamira Minozzi.
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