Leggere il fenomeno del tarantismo tra le maglie di una rete mediterranea di rituali terapeutici mediati dalla musica e dalla danza, partendo dalla Puglia e toccando diverse sponde del Mare nostrum, attraverso la documentazione visuale realizzata negli ultimi decenni: è questo l’obiettivo della rassegna Danzare gli spiriti: il tarantismo e i rituali di possessione nel Mediterraneo, che si svolgerà l’8 e il 9 novembre presso il Palazzo della Cultura di Galatina, organizzata da Meditfilm in collaborazione con il Comune e con l’Istituto Centrale per il Patrimonio immateriale (ICPI) del Ministero della Cultura.
L’iniziativa propone la proiezione di documenti audiovisivi in gran parte inediti o poco conosciuti, commentati da studiosi, accademici e registi.
L’8 novembre, alle 18, si comincia con l’incontro Miseria e follia. Il tarantismo nel Salento, tema intorno a cui dialogheranno l’antropologo Vincenzo Esposito e Stefania Baldinotti, responsabile del Laboratorio di Antropologia Visiva dell’ICPI. Seguiranno le proiezioni di rari documenti audiovisivi, tra cui alcuni estratti di un documentario di Francesco Faeta e Marco Marcotulli dedicato all’attività della ricercatrice Annabella Rossi, che ha significativamente interessato anche il Salento; una selezione di filmati realizzati tra gli anni Sessanta e Settanta a Galatina da Lello Mazzacane e a Muro Leccese dal regista torinese Ghigo Alinari, del quale sarà presentato un eccezionale documentario a colori recentemente riemerso dagli archivi. Le proiezioni saranno accompagnate dagli interventi dello studioso Sergio Pedio e dell’assessora alla cultura di Muro Leccese, Sara Spano.
La sessione del 9 novembre, sempre dalle 18, è dedicata a ricerche condotte al di fuori del contesto pugliese. In apertura Laura Faranda, antropologa dell’Università di Roma La Sapienza, restituirà un’etnografia incentrata su pratiche cultuali eminentemente femminili dedicate a una santa islamica medievale e caratterizzate da fenomeni di trance indotti dalla musica e dalla danza, ancora in funzione a Tunisi.
Si prosegue con la proiezione di La Tarantula di Manuel Garrido Palacios, film realizzato per la televisione pubblica spagnola nel 1974 sul tarantismo nel contesto iberico, per concludere con Il ballo delle vedove di Giuseppe Ferrara (1962).
Il breve e sorprendente filmato dedicato all’argia e girato in un piccolo paese della Barbagia, Lula, descrive una pratica coreutico musicale con caratteristiche molto diverse da quelle salentine: nel rituale sardo, infatti, l’argiato giace a terra mentre gruppi di donne danzano intorno a lui, provocandolo e schernendolo fino a indurlo al riso, gesto simbolico che segna il compimento del processo di guarigione rituale. L’opera ha rivelato di recente una vicenda singolare: la sua versione originale fu sottoposta a censura, con la conseguente eliminazione di una sequenza ritenuta all’epoca eccessivamente esplicita per i contenuti di provocazione sessuale considerati contrari alla pubblica morale. Il frammento censurato venne successivamente inserito nel lungometraggio Italiani come noi di Pasquale Prunas (1964) e ispirò una scena del film Questione d’onore di Luigi Zampa (1965), in cui la cultura popolare sarda non sfuggiva da una rappresentazione caricaturale, con il protagonista che viene catturato da un gruppo di donne e sottoposto al provocatorio e beffardo ballo terapeutico. Sarà commentata e proiettata la versione originale, il frammento censurato e la scena del film, che vedeva come protagonista d’eccezione uno sbalordito Ugo Tognazzi.
*coordinatore scientifico della rassegna
Web:
www.vincenzosantoro.it