Vedetta sul Mediterraneo è un ente senza fini di lucro che opera nel settore dei beni e delle attività culturali con particolare attenzione a quelle legate al mare. Essa persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale nei seguenti settori: tutela, promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico, nonché dei beni e biblioteche di cui al D.P.R. 1049/1963; tutela e valorizzazione della natura e dell' ambiente, con esclusione dell'attività di cui al D. Lgs. 22/1997; promozione della cultura e dell'arte. Scopo primario dell´associazione è quello di contribuire al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale legato al mare focalizzando l'attenzione sull'area mediterranea.
Costruita su tre livelli e poggiata su un bastione, la Stazione di Vedetta della Marina rappresenta la punta estrema del piccolo promontorio di scogli che accoglie il centro storico di Giovinazzo. Costruita per esigenze militari nel 1920, è stata punto trigonometrico per la misurazione delle rotte e semaforo marittimo.
Ha svolto questa funzione anche durante la seconda guerra mondiale, diventando inoltre sede del telegrafo e garantendo i collegamenti lungo tutta la costa adriatica. Venne poi utilizzata dall’esercito tedesco, della cui occupazione restano tracce ancora visibili nella pavimentazione con mattoni che riportano il motivo geometrico della croce uncinata. Nel dopo-guerra diventa abitazione di un comandante della Marina Militare.
L’intera costruzione poggia su un bastione, denominato «il Forte», ma comunemente conosciuto come «il Fortino». Costruito anch’esso per scopi militari, (le prime notizie certe della sua esistenza sono datate 1488) si inserisce a guardia della cinta muraria quale opera di difesa del porticciolo e dell’intero borgo.
Nel corso dei secoli ha subito diversi rimaneggiamenti, sempre come opera di difesa. La denominazione «il Forte» la assume nel 1500, dopo che in epoca aragonese fu rinforzata, per meglio assolvere ai compiti di difesa. La costruzione
è ben visibile nelle prime carte topografiche tra cui quella dell’ingegnere militare Carlo Gambacorta (1598) e quella più famosa di Giambattista Pacichelli del 1703. Nella parte prospicente il mare, sotto il torrione sono ben visibili due stemmi araldici che raffigurano S. Tommaso, patrono della città e le insegne dei sovrani Aragonesi.
Dagli inizi dell’800 l’intera costruzione diventa ufficio del telegrafo, di questa destinazione se ne ricava traccia in una delibera di un consiglio comunale datato 1871. La Stazione di Vedetta è attualmente in concessione demaniale alla Fondazione Vedetta sul Mediterraneo che la utilizza come centro di promozione per la cultura del mare.
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