Il convento degli Agostiniani, con annessa chiesa del Carmine, fu edificato a partire dal 1573 e restaurato nel 1638 dal coriglianese Francesco Manuli su progetto dell'architetto leccese Giuseppe Zimbalo. Terminata nel 1662, la chiesa possiede una facciata caratterizzata da un elaborato portale barocco formato da due coppie di colonne che sorreggono la trabeazione sovrastata da una statua lapidea della Madonna del Carmelo. L'ordine superiore è impreziosito da una finestra con timpano arcuato e da volute laterali con busti di cherubini. L'interno, a pianta a navata unica con sei cappelle disposte lungo le pareti laterali, conserva ancora il coro cinquecentesco alle spalle dell'altare maggiore. Nelle cappelle laterali sono scolpiti altari in cui ricorre la figura del leone come emblema della forza. Il convento, compromesso dal lungo periodo di abbandono dopo la sua soppressione, conserva i resti del chiostro del 1644 e un pozzo su cui è scolpita l'aquila a due teste, segno della presenza della famiglia Castriota Scanderbeg.
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