Il Jazz che ha fatto ballare il mondo: grande successo degli Incognito a Locorotondo
foto di Francesco Chirico
Trent'anni e non dimostrarli, la formazione londinese capitanata da Jean-Paul Maunick, detto Bluey, che proprio in questi giorni compie il suo 30esimo anno di attività, incanta e conquista i numerosi spettatori accorsi al concerto tenuto giovedì 20 agosto 2009 presso il Mavù di Locorotondo.
Gli Incognito non hanno bisogno di presentazioni, la loro longevità testimonia la forza di una band, e di un leader soprattutto, che mantiene negli anni la freschezza e l’energia che da sempre li contraddistingue, nonostante i vari avvicendamenti.
La band londinese trova nel “live” la sua indole più spontanea, energia pura che si libera senza esitazioni colpendo chiunque si trovi in prossimità di quel palco. L’urto è di quelli che ti non ti far stare fermo, ti coinvolge, ti cattura piacevolmente nella sua morsa e ti tiene imprigionato sino alla fine. Bravo Bluey quando dopo circa mezz’ora di concerto rende inutili quelle sedie poste lì davanti e invita tutti a seguirlo da vicino, a vivere con lui e suoi fantastici musicisti, le vibrazioni di quel naturale contatto: ed è subito festa.
Un’onda umana si muove adesso all’unisono su quelle note che hanno fatto la storia dell’acid-jazz, note raffinate e sapientemente gestite in un mix di funk, jazz, e soul.
La “macchina” Incognito è super collaudata ormai: una ritmica impeccabile, fiati potenti e puntali che di volta in volta si liberano in convincenti assoli, tre voci sicure, calde e squisitamente “black”, le acrobazie alle tastiere di Matt Cooper , la regia di Bluey, sono la formula vincente di una formazione che sa unire musica di qualità a tanto sano divertimento.
(MC, 21 agosto 2009)
We are one nation under the groove.