Confiteor - coinvolgente e sconvolgente
"... io sento che la parola che scrivo ha bisogno di essere detta, pronunciata.
È come se, messa così, sul libro, non avesse ancora detto quel che ha da dire.
Solo il teatro la libera completamente."
Giovanni Testori
Ho letto qualche settimana fa il comunicato stampa che riguardava questo spettacolo, messo in scena il 10 Novembre 2010 presso l’Auditorium comunale di Locorotondo.
Devo confessare che mi sono incuriosita parecchio, non conoscevo l’autore né la trama, ma sentivo che sarebbe stato coinvolgente/sconvolgente (il comunicato mi aveva convinta!).
Scenografia minimale, due sedie impagliate, ad accompagnare i personaggi, Rino e sua Madre, interpretati magistralmente da Valerio Tambone e Antonella Fanigliulo, per la regia di Alfredo Traversa.
L’autore del testo, scritto nel 1985, è Giovanni Testori, scrittore, drammaturgo e critico letterario italiano, morto nel 1993.
Il Confiteor è una preghiera penitenziale, che chiunque avrà ripetuto in chiesa almeno una volta.
Fatte queste premesse, “confesso” che la storia narrata non mi ha colpita molto: dramma ancestrale del fratello che uccide il fratello (ritardato) più debole, più buono e anche più amato, rivela il peccato commesso e si redime nelle braccia della madre, come fossero Gesù Cristo e la Madonna al termine della via Crucis.
Ero confusa, i toni dissacranti iniziali stonavano poi con il finale totalmente filo-cattolico.
Leggendo qualche notizia riguardante l’autore, però tutto diventa più chiaro: Testori ebbe un rapporto conflittuale con la fede, che espresse con estrema drammaticità in quasi tutte le sue opere, solo negli ultimi anni della sua vita si convertì pienamente alla religione cattolica, alla maniera del Manzoni.
Tralasciando la mia personalissima opinione riguardo alla fede, credo che il Teatro sia sempre un’esperienza preziosa e che lo spettacolo andava visto, perché il testo è ricco di vita, sofferto e intenso, rappresenta per gli attori una prova, che Tambone e Faningiulo hanno sostenuto egregiamente, portando in scena un teatro puro, fatto di parole, di gestualità e di emozione.
Ahimè, l’Auditorium era semivuoto, insufficiente interesse per lo spettacolo o insufficiente divulgazione dell’evento?
Il prezzo del biglietto era di soli 10 euro, che per il teatro, quando è di qualità, sono davvero pochi.
Angela Maria Centrone