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Michel Camilo “illumina” l'Orfeo di Taranto

Michel Camilo “illumina”  l'Orfeo   di Taranto
Grande evento quello a cui abbiamo assistito la sera del 26 novembre al teatro Orfeo di Taranto, un appuntamento di sicuro non destinato ad esaurirsi nelle cronache dei quotidiani. L'occasione era di quelle da non farsi sfuggire: Michel Camilo, leggenda vivente di un pianismo che ha fatto scuola e che continua ad essere un riferimento per tutta una generazione di musicisti e non. Il concerto tenuto venerdì scorso dall'Orchestra Sinfonica della Magna Grecia, diretta per l'occasione dal “suo” direttore Piero Romano, ha letteralmente incantato, per oltre due ore, il numerosissimo pubblico presente in sala. Un programma musicale abilmente ritagliato sulla natura dell'illustre ospite, aprono le “danze” infatti la Ouverture Cubana di G.Gershwin (non poteva essere altrimenti), si prosegue con Danzon n.2 dal sapore tipicamente latino, del compositore messicano Arturo Marques, per chiudere la prima parte con la famosissima Rapsodia in Blu di G.Gershwin. La seconda parte della serata ci regala una preziosa rarità, per chi ha avuto la fortuna di assistervi: il Concerto n.1 per piano e orchestra scritto ed interpretato in questo caso dallo stesso Camilo. Figura simbolo del latin jazz, nato e cresciuto a Santo Domingo, “maturato” artisticamente tra i grattacieli di New York, Michel Camilo rappresenta la perfetta sintesi stilistica nata dall'incontro della musica caraibica con la tradizione jazz afro-americana . Ma attenzione, sarebbe un grosso errore inquadrare la sua arte in una semplicistica fusione tra generi, Michel Camilo è un pianista completo, indiscusso talento poliedrico con alle spalle una solida e rigorosa formazione classica che gli permette di affrontare qualsiasi tipo di linguaggio. E questo è quello che ha sicuramente dimostrato l'altra sera all'Orfeo, bastava osservare la naturalezza con la quale il pianista muove sullo strumento, tra virtuosismi tardo-romantici, acrobazie ritmiche tipiche del mondo sud-americano, e delicate melodie cariche di una profonda intensità espressiva. Quello che sicuramente lo rende unico è quel colore tipico della sua terra con il quale ridisegna, in una chiave del tutto personale, il materiale sonoro a disposizione, qualsiasi esso sia. Non è difficile riconoscere le mani di Michel Camilo, in questo la sua grandezza. E' accaduto ad esempio con la Rapsodia in blu, opera di repertorio nella quale il pianista non rimane immune al suo istinto, dosando sapientemente la sua naturale inclinazione latina. Molto bello il suo Concerto n.1, un opera di tutto rispetto nel quale si fondono la tradizione classica europea e quella afro-americana. Un primo tempo “religioso” con echi da musica per film, un secondo tempo caratterizzato dalla profondità di una melodia calda e passionale, un gran finale con i fuochi d'artificio in cui si libera tutta la potenza ritmica del mondo latino. Sono partiture che richiedono grandi masse sonore, qualche leggio di archi in più avrebbe sicuramente aiutato ad esprimere la forza di tali scritture, il rischio in questi casi è quello di rimanere “schiacciati” dalla potenza di fiati, ottoni e percussioni. Egregio comunque il lavoro dell'orchestra che ben si è comportata nonostante le difficoltà di alcuni passaggi, specie nel terzo tempo del concerto per piano e orchestra dove la scomposizione ritmica coinvolgeva tutte le sezioni, nessuno escluso. Buona la direzione di Piero Romano, un gesto preciso e sicuro sempre puntale ai vari “appuntamenti” tra solista e orchestra. Prima di congedarci Camilo ci regala altri due momenti in solo che hanno letteralmente catalizzato l'intero teatro: Caribe, suo cavallo di battaglia, e Adios Nonino di Astor Piazzolla. Qui Michel ci ha fatto vedere la sua anima, la sua intimità, la profondità delle sue emozioni. Il pubblico era fermo, avvolto in un religioso silenzio, avviene raramente, avviene quando si è di fronte a qualcosa di grande. Da quel palco s'irradiava una luce , una luce che ha contagiato chiunque, la luce che traspare dalla personalità di un artista solare, ricco di vita e sentimenti. Mr. Gradus

28/11/2010 00:00
Redazione - il Tacco di Bacco

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