Martina Franca - Festival della Valle d'Itria 37esima edizione: la coscienza del potere.
Fascinazioni, sfide, visioni:
la coscienza del potere
Il ricco e variegato cartellone del prossimo XXXVII Festival della Valle d'Itria si tratteggia come un’esplorazione che percorre lo spazio del mito, dal fascino esotico della città di Palmira e della mitica regina Zenobia all’epopea degli Argonauti di Giasone alla ricerca del vello d’oro; dalle suggestioni oniriche della fiaba del regno segreto di Krenek, nella quale il Re senza nome, depresso e in crisi esistenziale, consegna la corona al Folle, che si rivela il più saggio dei precettori, fino alla mitica vicenda di Policrate, leggendario tiranno di Samo, e del suo anello, simbolo della più sfacciata fortuna e di quanto questa, senza la conoscenza diretta ed esorcizzante del sacrificio, possa attirare le più grandi sventure.
Segue quindi le tracce del mito - con le dimensioni visionarie e fascinose del suo spazio fuori dal tempo – il percorso che si snoda a Martina Franca la prossima estate. Ma non è tempo, il nostro, per organizzare fughe dal presente e dalle responsabilità a cui ci chiama la realtà. E’ il momento, invece, di recuperare a pieno titolo e con lucida convenzione la vocazione civile del fare teatro, valorizzandone l’aspetto di luogo deputato all’incontro di coscienze, intelligenze e sensibilità le più diverse: lo spazio della “polis” nel quale una collettività ragiona su se stessa - sulle proprie origini e sulla consapevolezza delle proprie traiettorie verso il futuro - con il linguaggio tipico della coscienza mitica, quella dell’emozione condivisa. Catartica, non evasiva.
Il tema del XXXVII Festival della Valle d’Itria – “la coscienza del potere” – ci riporta quindi al teatro dell’impegno, etico e civile; e le opere scelte stimolano una riflessione, quanto mai opportuna in un momento di gravissima crisi, sul valore della cultura nella nostra società. E la “coscienza del potere”, intesa come consapevolezza ma anche e soprattutto come assunzione di responsabilità etica, è qui declinata su tre rigogliose - e polimorfe - fonti di ispirazione artistica: fascinazioni, sfide, visioni. Non vi è “potere” che non sappia affascinare, anche nella più occulta definizione di affascino; nessuna possibilità di definire e condizionare scelte e percorsi collettivi senza saper lanciare, vincendone almeno la maggior parte, continue sfide; non c’è, infine, possibilità di detenere a lungo il potere, se non si è in grado di esprimere e suggerire visioni capaci di accendere e illuminare la coscienza della collettività.