il Tacco di Bacco

Dalì e Oltredalì al Castello Aragonese di Otranto, una mostra evocativa ma con qualche delusione

Dalì e Oltredalì al Castello Aragonese di Otranto, una mostra evocativa ma con qualche delusione
Tanta attesa per “Dalì il genio”, la mostra a cura di Alice Devecchi da venerdì 27 maggio fino al 25 settembre 2011 al Castello di Otranto. Si è aperta quindi la terza stagione di grandi mostre, gestita dalla Società cooperativa Sistema Museo di Perugia, con la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari. Dopo il grande successo degli ultimi due anni con le mostre di Joan Mirò e Pablo Picasso, che hanno registrato 90mila presenze complessive, il castello apre le porte a uno dei più importanti artisti contemporanei del ‘900, affermandosi come punto di riferimento per l’arte e la cultura a livello nazionale e internazionale. Nell’atrio del castello, prima tappa della mostra, ci si imbatte violentemente nell’elefante cosmico, (h 120 x 90 x 350 cm), un alieno di bronzo che ricorda i personaggi turpi del film Predator. Poi si entra, stanza dopo stanza, in atmosfere differenti, come mutevoli erano gli stili di Salvador Dalì. Un clima gotico, di surrealismo in bianco e nero, è quello suggerito dalle 13 incisioni all’acquaforte de “Il Castello di Otranto”. Poi seguono, in un’altra stanza, 21 incisioni a puntasecca dalla collezione “Tristano e Isotta”, segni, scarabocchi dai contorni marcati di colore su carta lasciata nuda. Impattante l’omaggio al poeta maledetto Tristan Corbière e i suoi “Les Amours Jaunes”, gli amori gialli, con 10 incisioni oro e nero. Infine, 10 incisioni a puntasecca colorata per i disegni delle “Fiabe Giapponesi”, pregni di significati che Dalì non ci ha spiegato. 5 sculture di bronzo di medie dimensioni completano la mostra: Perseo, Hombre sobre delfin, Trajano a caballo, Mujer desnuda, Mujer con faldas. “Le sculture – precisa la curatrice Alice Devecchi - paiono la materializzazione dei personaggi che Dalì dirige nella sua opera grafica, attori che si muovono in scena nonostante le loro articolazioni molli, senz’ossa, raccontando ognuna la sua storia più o meno eroica. La vocazione alla teatralità che l’artista ha sempre avuto nell’arte come nella vita suggerisce in quest’occasione una disposizione delle sue opere plastiche in guisa di interpreti a tre dimensioni di ogni storia raccontata nei fogli incisi”. In occasione della grande mostra, il Castello Aragonese di Otranto è animato anche da “OltreDalì”, rassegna collaterale a cura di Raffaela Zizzari, che trasforma il castello in una tappa obbligatoria per chiunque visiti Otranto, mutandolo in una grande macchina culturale dedicata all’arte e alle sue nuove espressioni, omaggiando Dalì. Tuttavia, ha destato qualche delusione l’assenza delle sue opere sugli orologi molli: sarebbe bastato solo un dipinto per rimpinguare il Castello e consegnare alla memoria di Otranto un tempo infinito su una mostra d’eccezione. Mariagrazia Semeraro

WEB: https://www.daliotranto.it

03/06/2011 00:00

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