GIANMARIA TESTA
“VITAMIA”
«Una volta un amico mi ha detto - prova a contare la vita in giorni invece che in anni, vedrai come cambia la prospettiva -. Aveva ragione, tutto si accorcia e si rimpicciolisce. Il giorno è una dimensione minima e quasi misurabile in respiri. Gli anni al confronto sono un tempo metafisico, anche se pure loro adesso mi passano alla velocità della luce. Così questo disco doveva chiamarsi 18000 giorni perché quella era l’età che avevo quando ho cominciato a pensarci. Poi i giorni sono diventati 19000 e più, il materiale non era pronto e ho rinunciato a quel titolo.
Si chiama “VITAMIA”, tutto attaccato per un po’ di ragioni fra le quali il fatto che non c’è nessuna pretesa riassuntiva, nessun bilancio in corso d’opera. Ci sono degli appunti sul passato, sul presente e perfino una sommessa e laica invocazione per il futuro, quella sì intitolata “18 mila giorni” e dedicata a Erri De Luca per fraterna amicizia e perché lui insieme ad altri ha provato a un certo punto a immaginare un futuro diverso.
La gestazione quindi è stata lunga e questo non è naturalmente garanzia di buona riuscita, però ha permesso una specie di sedimentazione consapevole e soprattutto condivisa.
Perché se è vero che un disco è sempre un’avventura collettiva non necessariamente diventa qualcosa di condiviso. In questo caso invece sia nel lavoro di pre-produzione con Paola Farinetti e Claudio Dadone, sia poi nelle prove e durante la registrazione, ogni singolo musicista ha dato un apporto creativo importante e molto superiore al semplice suonare.
Sette delle undici canzoni di “Vitamia” sono state scritte per lo spettacolo teatrale “18 mila giorni - il pitone” nel quale Giuseppe Battiston e io stesso abbiamo portato in scena un monologo di Andrea Bajani sul tema del lavoro. Anche a loro, Giuseppe e Andrea, così come al regista Alfonso Santagata questo disco è in qualche misura debitore. Al libro di Bajani “Cordiali saluti” è poi ispirata l’omonima canzone presente nel CD.
Sono passati 5 anni dall’ultimo mio disco di inediti “Da questa parte del mare”, un tempo lungo mi dicono quelli che si intendono di scadenze. Io rimango persuaso che un disco si fa quando si pensa di avere qualcosa da raccontare, soprattutto a se stessi. In questi anni complicati mi è stato difficile anche scrivere sommerso com’ero da un’unica assordante domanda: PERCHE’?»
Gianmaria Testa
“
VITAMIA” è composto da 11 tracce che rappresentano una riflessione personale e sociale lunga 50 anni, 18 mila giorni (come recita il titolo di una delle canzoni dell’album), un affresco sentimentale e umano che come la vita porta con sé diverse sfumature e diversi colori musicali.
“VITAMIA” può essere il disco che non ti aspetti da
Gianmaria Testa, un disco nel quale la veste musicale e il piacere di suonare assumono quasi un ruolo di protagonisti e l’alternanza dei piani e dei forti è decisa e marcata.
Suonato tutto in diretta e insieme in studio in una settimana, si caratterizza per la presenza di un nucleo forte e compatto di musicisti che da molto tempo collaborano con Gianmaria: Claudio Dadone alle chitarre (autore anche di alcuni arrangiamenti e partecipante attivo al lavoro di pre-produzione artistica insieme a Gianmaria Testa e Paola Farinetti), Giancarlo Bianchetti sempre alle chitarre, Nicola Negrini al contrabbasso, Philippe Garcia alla batteria e Roberto Cipelli al pianoforte (autore dell’arrangiamento degli archi su “Lele”). A questo forte gruppo di base si unisce un limitato numero di ospiti, ma tutti d’eccezione come Mario Brunello al violoncello (che sul finale di “Lele” regala una meraviglia assoluta, un suono armeno che sa prendere allo stomaco e incantare), Gianluca Petrella al trombone (una versione più “folle“ e immaginifica su “Cordiali saluti” ed un’altra più melodica e intima su “Di niente, metà”), Luciano Biondini che sparpaglia la sua magistrale fisarmonica su ben 3 canzoni e Carlo De Martini alla viola e al violino nel trio d’archi di “Lele”.
Colpiscono le chitarre elettriche, che non di rado cercano la distorsione; colpisce l’assenza dei fiati, se si fa eccezione per il trombone quasi elettrico di Petrella, e si tratta di novità non di poco conto, pensando alla storia musicale di Gianmaria Testa.
Dal punto di vista tematico, a ben guardare, possiamo individuare tre filoni: quello infantile caratterizzato da almeno due episodi “
Aquadub” e “
La Giostra”; quello più incentrato sul sociale con “
Cordiali saluti”, “
Sottosopra” e “2
0 mila leghe (in fondo al mare)”, canzone-operina che però si riallaccia per la forma sia musicale che linguistica con la quale è stata realizzata al filone infantile di cui si parlava prima; infine il filone più intimo, sentimentale e anche più caratteristico per Gianmaria con “
18 mila giorni”, “
Di niente metà”, “
Lasciami andare”, “
Lele”, “
Nuovo”, “
Dimestichezze d’amor”.
NUOVO è una canzone fresca, solare che Gianmaria Testa ha dedicato al suo figlio più piccolo, Nicola; LASCIAMI ANDARE un rock-blues che racconta dell’inadeguatezza degli addii in certe circostanze umane e sentimentali.
LELE è una ballata triste, la storia di una donna del sud del mondo che decide di lasciarsi morire; DIMESTICHEZZE D’AMOR una canzone che sfuma nel fado e descrive la calda intimità di un amore maturo che non ha perso la capacità di sorprendersi. CORDIALI SALUTI e SOTTOSOPRA sono due canzoni presenti nello spettacolo teatrale che Gianmaria ha realizzato insieme all’attore Giuseppe Battiston, “18 mila giorni – Il pitone”, ma qui si mostrano in tutt’altra veste musicale. Cordiali saluti, una lettera di licenziamento sordida e melliflua, si colora di funky aggressivo, mentre Sottosopra, il canto di un lavoratore solitario che protesta sui tetti, diventa un rock industriale. In mezzo si trovano un episodio infantile: AQUADUB (parole di Gianmaria Testa e musica di Philippe Garcia) e 18 MILA GIORNI, una ballata che è la fotografia di un epoca, parla della fine del ‘900 ed è stata dedicata da Gianmaria a Erri De Luca. Con 20 MILA LEGHE (IN FONDO AL MARE) si ritorna, quasi nella forma della favoletta rodariana o dell’apologo, nel pieno dell’attualità contemporanea e lo si fa con un divertissement musicale che mostra nel finale l’enorme maestria di tutti i musicisti.
DI NIENTE, META’, rarefatta e raffinata, è la constatazione melanconica di come nella vita “che brucia le mani” certe volte si rischi di perdere di vista l’essenziale, quello che, come si legge nel “Piccolo principe”, è invisibile agli occhi.
Come ultima traccia una canzone immaginifica e surreale come LA GIOSTRA che rappresenta un po’ la firma dell’intero disco, quasi a dire che è di una giostra che in fondo si è qui raccontato; la musica si chiude in crescendo con un’insolita e gioiosa fanfarina realizzata solo con strumenti a corde e inaspettatamente senza fiati.
“VITAMIA” è prodotto da Paola Farinetti. E’ distribuito in Italia da Egea Records e nel resto del mondo da Harmonia Mundi – Le Chant du monde.
VITAMIA TOUR di Gianmaria Testa è uno spettacolo prodotto in Puglia con il sostegno di Puglia Sounds.