Brindisi - Marinai, profeti e balene concerto/spettacolo di Vinicio Capossela
Vinicio Capossela – Marinai, Profeti e Balene
Galleggiare per quasi due ore su di una nave, ormeggiata per l'occasione all'interno del “teatro sospeso” di Brindisi, senza provare mai quel senso di confusione tra il movimento percepito e quello reale, tipico di chi soffre il continuo andare e venire del mare, non è facile.
Viaggiare metaforicamente su di un mare di storie e personaggi leggendari, mentre, storiche rovine al di sotto del palcoscenico perdono lucentezza all'ombra dell'enorme struttura che le sovrasta, fa uno strano effetto. La leggenda e la fantasia vengono giustamente applaudite fino a diventare interpretazioni e allegorie di un difficile presente, mentre i resti di un passato che ha fatto la storia, viene dimenticato.
Inizia il viaggio, dopo un timido approccio ed un normale senso comune di assoggettamento al capitano Vinicio Capossela, l'equipaggio e gli ospiti della nave si sono mescolati tra loro, dando vita a curiosi balletti, scenette, cori e lunghi applausi diretti al capitano cantastorie che nel frattempo assume il ruolo di nonno. Un nonno che racconta, ai nipotini affamati di fantasia, fiabe antiche, quasi dimenticate, di incredibili mostri come “Il Leviatano” e di splendide sirene come “Pryntil”, che nell'orgia dei sensi diventa vittima.
Prendono vita i personaggi dell'Odissea, dalla ninfa “Calipso” che imprigionò l'amore per non lasciarselo scappare, all'indovino “Tiresia”, che nel poema epico predisse il futuro ad Ulisse.
Da Omero a Melville, da Conrad a Cèline . I personaggi dei grandi racconti del mare trovano in una scenografia ridotta all’”osso”, che di volta in volta si trasforma in ventre di balena, veliero ottocentesco, abisso sottomarino, antro del Ciclope, calotta stellata, il palcoscenico più adatto per potersi presentare, luogo immaginario dove far risuonare le infinite voci dei marinai, dei profeti, delle balene, degli spettri e delle sirene.
Privo di boria nonostante il suo alto grado di capitano, Capossela è riuscito ad accogliere, coccolare e divertire gli ospiti durante la navigazione, concludendo il suo viaggio, nel porto antico dell'immaginazione con un dolce canto di “Sirene” come un vero bucaniere, quasi zoppo, stanco e con una birra in mano.
Ultimo atto prima di lasciare la nave e i suoi ospiti.
Emanuele