Noa e l’epica di un canto di pace
Quando il respiro dell’anima, traduce la cultura e la diversità in note ed emozioni
Di Dalia Trisuilla
La ventesima stagione concertistica dell'Orchestra della Magna Grecia si è inaugurata nel migliore dei modi: il canto di Noa, accompagnato dal suo chitarrista Gil Dor e dall’orchestra condotta con passione dal maestro Piero Romano, risuona ancora nella sua favolosa melodia.
La poliedricità di Noa, la sua capacità straordinaria di fondere, contaminare culture, per renderle una sintesi perfetta di stile, musica e canto, sono da sole capaci di far volare l’anima tenendola ancorata alla necessità di purificarsi dai travagli della vita e dalla guerra.
Così il repertorio di Noa ha spaziato con leggerezza da brani appartenenti al retaggio culturale israeliano, passando per il pop inglese, sino ad arrivare alla nostra amata canzone napoletana . Ad ogni brano, con semplicità, la cantante ha voluto far partecipe il pubblico dei significati e delle metafore presenti nei testi, leggendo in italiano, la sintesi di quello che stava per cantare.
Prima del terzo brano, “Berish”, è accaduto, il bello della diretta. Era stato perso il foglio con i suggerimenti da leggere per far capire cosa quel canto volesse dire. È proprio allora, proprio da quell’imprevisto, che Noa è apparsa nella sua straordinaria umanità e capacità di essere padrona della scena. La cantante ha improvvisato e spiegato in italiano, il brano che stava per andare a cantare, non lasciando nulla di intentato. Un bel modo di reagire di fronte alle avversità. Da quel momento, la sua capacità espressiva e le energie profuse in quello spettacolo, hanno decisamente alzato il livello di emozioni e complicità tra palco e platea.
Il balletto ritmico delle bacchette sugli archi, ha accompagnato con sagacia e discrezione il canto di
Noa facendo percepire la favola delle armonie, nei successivi tre brani di ispirazione popolare israeliana. Dopo di essi, il maestro Piero Romano ha condotto l’Orchestra della Magna Grecia nelle “Nozze di Figaro”di Mozart, lasciando estasiato il pubblico da quel classico sempre attuale, così ben suonato.
Nella seconda parte del concerto, Noa è stata accompagnata dalla chitarra di Gil Dor, con il quale ha omaggiato l’Italia con le rivisitazioni di alcuni tra i brani più conosciuti della tradizione Napoletana da “ie te vurrie vasa’” sino a “era de maggio”. La cantante con insospettabile energia ha suonato le percussioni, creando un contrasto dalla felice riuscita, tra la sua fascinosa femminilità e il robonate ritmo proveniente dalla sua innata capacità di creare musica e armonia.
Con le mani che non hanno mai smesso di battere, è stato chiesto per due volte di fare il bis, e la cantante si è esibita in altri tre brani, tra i quali “Beautiful the way”, la canzone di Piovani che ha accompagnato il film di Benigni “la vita è bella”, e l’ultima, “Ave Maria”. Questo, un ultimo messaggio di pace e di speranza, una preghiera da una cantante che nella sua capacità di racchiudere ed arricchirsi dalle differenti influenze orientali e dalle contaminazioni mediterranee ci ha lasciato in piedi ad applaudirla.
Un bel biglietto da visita pure per il Teatro Orfeo e la città di Taranto, per ridare, la forza della speranza in questo periodo di forti turbolenze.
Perché la bellezza ci salverà.
WEB:
https://www.facebook.com/daliatrisuilla