il Tacco di Bacco

Elio e le Storie Tese: il vero genio si maschera con la stupidità

Elio e le Storie Tese: il vero genio si maschera con la stupidità
Elio e le Storie Tese in concerto a Torre Regina Giovanna, quando l’ho scoperto, circa tre mesi fa, non ci potevo credere ed è stato l’evento estivo che ho atteso più di qualsiasi altro. Sono arrivata in località Apani con un bel po’ di anticipo, memore del concerto di Daniele Silvestri, l’estate scorsa, durante il quale ci sono stati un po’ di disagi, sia per il pubblico che per gli artisti. In ogni caso tutto si è svolto in maniera ordinata ed Elio a mezzanotte era sul palco con la sua band a scherzare simpaticamente sulla location, Torre Regina Giovanna, e rivolgendosi ai fan con espressioni del tipo: ”Pubblico di non so dove…so che ci siamo persi tutti…ragazzi so che non sapete assolutamente dove siamo” e in effetti a loro deve esser sembrata una cornice parecchio particolare, una struttura singolare, in cui il vintage fa da padrone, in mezzo al nulla. E’ stato un concerto bellissimo, nella quale, come mi aspettavo gli Elii hanno mostrato tutta la loro poliedricità ed il loro talento. Hanno spaziato dal rock al reggae, passando per il blues e arrivando addirittura al rap, il tutto accompagnato dai loro testi che potrebbero essere definiti surrealisti e sono caratterizzati da “scurrilità” gratuite, espressioni gergali tipiche dell’umorismo milanese, nonsense e una sottile satira politica. Ovviamente non potevano mancare le divertentissime performance del mitico Mangoni, un topos nei concerti di Elio e le Storie Tese, così come la chiusura con il pezzo “Tapparelle” e il coro finale “Forza Panino”, in memoria di Paolo Panigada alias Feiez, membro del gruppo scomparso nel 1998. Non ho potuto sentire dal vivo il famigerato “non è vero” di “Cara ti amo”, perché, ahimè, non è stata eseguita, ma in compenso Elio e i suoi ci hanno deliziato con “Come gli Area”, brano che definirei assolutamente geniale e che omaggia il celebre gruppo di Demetrio Stratos. Sul finale Elio, Faso, Cesareo, Rocco Tanica, Jantoman, Chris Mayes. Mangoni e Paola Folli ci hanno salutano con lo straordinario coro del Nessun Dorma dalla Turandot di Puccini. La conclusione perfetta di uno spettacolo che avremmo voluto goderci almeno un’altra ora, con la consapevolezza di avere di fronte alcuni dei più grandi talenti italiani (Elio è l’unico che riesce a suonare l’Inno di Mameli con un pollo squeeze toy) e che a volte i veri geni sono quelli che riescono a comunicare i concetti più complicati nella maniera più semplice, stupida, folle e divertente che ci sia. Angela Maria Centrone

07/08/2012 12:15
Alessandro

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