Domenica 28 ottobre, all’Hangar pub di Casamassima (BA), si esibiranno i Condotto 7, tribute band dedicata a Luciano Ligabue. Ad accompagnarli nel loro spettacolo ci sarà come guest, Mel Previte, chitarrista della band del cantautore emiliano.
Come mai hai sempre continuato a svolgere il tuo lavoro in banca piuttosto che dedicarti completamente alla musica, alla luce dei traguardi raggiunti?
Probabilmente per delle “tare” familiari, ma anche perché non dover suonare per mestiere mi consente di valorizzarne il lato artistico: mi privo volontariamente della libertà,ma dopo le cinque suono quello che mi va!
Che cosa ha rappresentato per te l’ingresso nella band di Ligabue?
Un grande salto di qualità! La possibilità di vivere il mondo della grande musica dall'interno e soprattutto poter fare la doccia alla fine dei concerti.
Quali sono state le esperienze più emozionanti al fianco di questo cantante?
Faccio fatica a scegliere una o più esperienze “speciali” perché lo sono state tutte. Grazie a
Liga ho potuto suonare in tutti i posti possibili e, considerato che non sono un maniaco dei
“grandi numeri”, credo che sia in uno stadio da 70.000 persone, sia in un mini teatro da
cento posti si possa creare una certa magia.
Nel tuo percorso c’è stato un momento nel quale ti sei reso conto che in te c’era un talento?
La auto percezione del talento per me è molto variabile: a volte lo sento, altre mi sembra
di essere il peggior chitarrista del pianeta! Comunque, sapere che qualche mia nota
può regalare qualche emozione fa molto bene alla mia autostima.
C’è un consiglio che ti sentiresti di dare ai giovani musicisti?
Prima di tutto di rimanere giovani, almeno nello spirito! Credo sia importante continuare
a convivere con la musica al di là di un successo che può arrivare o no: a volte i giovanissimi cominciano a suonare e, invece di pensare agli arrangiamenti di una canzone, si vedono già protagonisti di qualche fantomatico video! La musica dovrebbe essere un
fine, non un mezzo. Poi non bisogna mai dimenticarsi dell’amicizia: se si suona senza
feeling alla fine il pubblico lo percepisce.
Ti esibisci spesso con le tribute band. Qual’ è il tuo giudizio su questi gruppi musicali?
La “casistica” delle tribute band è molto varia. Diciamo che di base non mi piacciono le
fotocopie del “mondo Ligabue”, perché si rischia di finire in un campo che non è più solo
musica e vorrei che a volte facessero lo sforzo, anche rischiando, di proporre canzoni
proprie! Detto questo, girare l'Italia, anche come ospite di tribute o cover band, ti dà la possibilità di
conoscere musicisti e persone speciali e forse è la cosa che in questo “vagabondare” mi
piace di più.
(a cura di Valter Cirillo)