il Tacco di Bacco

Lincoln di Steven Spielberg, la recensione

Lincoln di Steven Spielberg, la recensione
Steven Spielberg torna al suo pubblico, dopo “War Horses”, con il film biografico “Lincoln”, ispirato al romanzo “Team of Rivals: the political genius of Abraham Lincoln” della scrittrice Doris Kearns Goodwin. Il personaggio del sedicesimo presidente degli Stati Uniti è affidato a Daniel Day-Lewis, che ritorna a indossare il copricapo cilindrico a un decennio da “Gangs of New York”, questa volta per interpretare l’antitesi del macellaio Cutting e lo fa splendidamente: quell’andatura lenta ma consapevole, lo sguardo bonario ma deciso, quelle storielle in apparenza marginali ma che offrono uno spaccato della fervida intelligenza dell’uomo Lincoln. I giorni raccontati da Spielberg con una magistrale ricostruzione storica di ambientazioni e abiti, non a caso tra le dodici nomination agli Academy compaiono scenografie e costumi, sono quelli immediatamente dopo la seconda rielezione e il famosissimo discorso di Gettysburg: la guerra di secessione va avanti da ormai quattro anni e il sentimento condiviso è un forte desiderio di pace. Lincoln però non vuole firmare nessun trattato di pace con gli Stati secessionisti del sud prima che il gabinetto non abbia approvato il tredicesimo emendamento alla Costituzione, che avrebbe di fatto abolito la schiavitù negli Stati Uniti. L’Abramo Lincoln di Spielberg appare a tratti machiavellico, sia perché in qualche modo cerca di delegittimare in parte il potere degli Stati confederati, sia perché si ritrova a utilizzare dei mezzi, non sempre leciti, per un fine più grande. Ma anche scomodando un personaggio amato e carismatico come Lincoln, ormai gli americani non possono più ergersi a modello liberale attraverso il cinema, come hanno fatto in passato, e perciò nonostante l’intento nobile di voler fare riferimento all’oggi attraverso le vicende di ieri, il film resta solamente una biografia, ben realizzata, ma che non resterà memorabile, nonostante la verve del protagonista. Di certo non sarebbe male se i nostri politici ne prendessero visione, se non altro per ricordarsi (o imparare) cosa significa governare un Paese con lungimiranza e senso del bene comune. Angela Maria Centrone

29/01/2013 09:42
Angela Maria Centrone

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