il Tacco di Bacco

PassionchrisT, il dramma dei condannati a morte rivive negli inferi delle grotte di Castellana

PassionchrisT, il dramma dei condannati a morte rivive negli inferi delle grotte di Castellana
Niente croci, nessuna corona di spine, nessun centurione fustigatore. La passione di Cristo rappresentata dal Wanted Chorus grazie alla sapiente regia di Vincenzo Schettini, va al di là del significato religioso della condanna a morte più famosa della storia, per riscoprire il dramma delle pene capitali attraverso la carnalità, tutta terrena, del suo protagonista Gesù. Prima che il suo corpo muoia, la sua mente è percorsa da sofferenza e rabbia, paura e fierezza, incertezza e rassegnazione, come quelle dei suoi colleghi che si incontrano di stazione in stazione: storie diverse, colpe diverse, esecuzioni diverse, accomunate dallo stesso destino, quello di essere privati della vita per espiare i propri peccati. Non ci sono altre chance. C’è solo un unico inarrivabile momento in cui tutto finirà. E che poi puntualmente arriva. L’idea di Schettini è ancor più geniale e suggestiva, perché rappresentata a 60 metri di profondità, nelle grotte di Castellana, non lontano dagli inferi, mitologico territorio di approdo delle anime malvagie. Il buio della caverna, crea negli astanti uno stato d’angoscia vero, carnale appunto; condizione ideale che genera empatia verso i tanti Gesù Cristo che ogni giorno vengono giustiziati nel mondo. Le luci soffuse e la corposa voce narrante di Savino Zaba rimbalzano tra le pareti della grotta, trasformandosi in un consolatorio appiglio per gli spettatori, utile a ricordare loro, che poi in fondo è solo finzione. Finzione che racconta verità. E poi c’è il Wanted Chorus, con le sue voci che accarezzano l’atmosfera umida della grotta, e le sue danze spiritate che oltrepassano il confine scenico e si mescolano nel pubblico, come anime dannate in cerca di salvezza. Il Golgota diventa il braccio della morte di qualsiasi carcere di sicurezza. L’esecuzione di Gesù si accompagna a dei promemoria proiettati sulle pareti, contenenti alcuni dati sulla pena di morte nel mondo, e dei contributi di eminenti personalità della storia, tra cui questo di Foucault: “La morte è un supplizio nella misura in cui non è semplice privazione del diritto di vivere, ma occasione di calcolate sofferenze”.  Assistere a “PassionChrist” non è solo un’esperienza mistica, ma un’occasione per ripensare alla condizione attuale dell’umanità, al suo comportamento e ai valori che lo ispirano. Mauro Mari

26/03/2013 11:55
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