Benedetto Lupo al Tatá di Taranto, l’eccellenza romantica.
Non si poteva mancare venerdì 12 aprile 2013 all’ennesimo appuntamento della stagione degli Amici della musica “Arcangelo Speranza” di Taranto. Protagonista della serata il pianista Benedetto Lupo, indiscusso talento nostrano con echi e lodi che vanno ben oltre i nostri confini nazionali.
Non mi dilungherò molto nel parlare di Benedetto, chi è dentro sa bene di chi stiamo parlando. Lupo non tradisce, mantiene sempre le aspettative di chi si muove per andare ad ascoltarlo. E’ un pianista solido, un purosangue, e come un buon vino migliora negli anni. Spesso si ha bisogno di riferimenti, ecco, lui lo è. In questi tempi in cui tutto è superficie, tutto è confuso tra le mille proposte luccicanti dei nostri amati e odiati social network, c’è ancora chi semina certezze e non si ferma alle apparenze. Benedetto Lupo è un fatto, come direbbero a Bari, terra che l’ha visto crescere ma che poi l’ha restituito al mondo, suo habitat naturale e giusta collocazione per un portatore sano di alto pianismo.
Torniamo al concerto, serata romantica, molto romantica. Seduto al tavolo dall’altra parte c’è un gran coda in abito da sera che incanta, seduce, difficile staccargli gli occhi di dosso. Parla una lingua ricca di sentimenti, passionale, struggente ma anche vigorosa. A volte sussurra, a volte s’impone, ma tu lo lasci parlare perché in fondo è meglio rimanere in silenzio e lasciarsi trasportare dal carisma di quella voce che tanto ha da raccontare. E’ un corpo vibrante, un’anima unica che irradia bellezza tra pagine di note (tantissime) scritte con profondità e puro romanticismo. Brahms, Tcajkovskij sono argomenti a lui cari nel quale si muove con consapevolezza, servono mani, testa e cuore, e lui li ha. La materia è sua, non c’e’ che dire, io non posso che rimanere affascinato da tutto quel sapere, ma l’ospite di stasera è anche altro, uno che la sa lunga, molto lunga, capace di muoversi abilmente anche su terreni differenti. Resto ad ascoltare per circa un paio d’ore senza mai batter ciglio e senza controbattere, non ne ho mai sentito l’esigenza, non ne avevo motivo. Bella serata, ci salutiamo ma spero di poterlo incontrare nuovamente.
Il Criticatore.