il Tacco di Bacco

Termina il Festival Internazionale del Film Turistico - Salento e Valle d'Itria apprezzati per ospitalità ed enogastronomia

Termina il Festival Internazionale del Film Turistico - Salento e Valle d'Itria apprezzati per ospitalità ed enogastronomia
Si è concluso il cinquantunesimo Festival internazionale del film turistico, nella sua cinquantunesima edizione, la quinta a Lecce. L'hotel Leone di Messapia ha ospitato decine di delegazioni, giornalisti, registi, gruppi musicali e amatori del turismo e del mondo cinematografico che hanno avuto modo di mostrare i loro lavori e scoprire il nostro territorio. Il Gran Prix è stato ottenuto dalla Giordania sia per la sezione cortometraggio che per quella dello spot: a ritirare il premio è intervenuta Sirene Awwad, direttrice dell'Ente per il Turismo della Giordania. Proprio la Giordania ha ricevuto maggiori attenzioni in quanto paese-tema di quest'anno insieme a India e Thailandia. È osservando questo festival e mostrando i propri lavori che gli enti turistici, i registi e gli operatori del settore comprendono quali siano le tendenze per il futuro, quali lavori siano più apprezzati, quali passaggi i più interessanti. «Non si può parlare solo di turismo e basta» ha affermato il presidente onorario del Festival Antonio Conte, giornalista di lungo corso con più di quarant'anni di esperienza alle spalle «bisogna capire che c'è un turismo enogastronomico, uno sportivo, uno religioso, uno culturale; ci si deve rendere conto che c'è quello che una volta veniva chiamato "turismo ecologico" e che oggi è chiamato "ecosostenibile"». Proprio Antonio Conte ha voluto sottolineare dal suo osservatorio privilegiato quale sia la situazione del turismo italiano e, nello specifico pugliese: «Si parla tanto, ma si fa poco, e a volte con delle gaffe madornali. Si promuovono territori ma senza dare la possibilità di raggiungerli: non si comprende un presupposto ovvio, e cioè che se si vuole che qualcuno arrivi dall'estero deve almeno trovare una strada, un treno, un aereo che lo porti a destinazione. E una volta arrivato il turista è abbandonato a se stesso: sono i privati, con le loro iniziative, a creare eventi, a curare palazzi e luoghi storici, a offrire prodotti di altissima qualità». Le difficoltà di trasporto non hanno però impedito la partecipazione di una trentina di delegazioni venute dall'Iran così come dagli Stati Uniti, dalla Giordania così come dall'Austria. Tra le altre difficoltà cui si è fatto fronte c'è stato l'impedimento della professoressa Angela Campanella, presidente della giuria, che ha fatto fronte ai suoi impegni nonostante una frattura al braccio, e questo grazie anche e soprattutto all'opera instancabile della giovanissima Federica De Giorgio che l'ha sostenuta nell'incarico. Qui, in questa occasione, si è mostrato come il turismo sia un mezzo di fratellanza tra i popoli, di scoperta dei rispettivi tesori culturali e dei territori che non sono noti al grande pubblico ma che possono offrire spesso spettacoli di incomparabile bellezza. È il caso della costa dell'Azerbaijan sul Mar Caspio: il vice ambasciatore azero in Italia, Vügar Haciyey, ha raccontato un gustoso aneddoto. Maxsim Gor'kij, uno dei giganti della letteratura russa del primo novecento, aveva scelto come patria d'adozione Capri, in Italia; tornando in patria, si fermò a Baku, oggi capitale dell'Azerbaijian. Al mattino, aprendo la finestra, vide lo spettacolo meraviglioso della costa ed esclamò: "ma questa è Napoli!". La somiglianza tra le due coste, ha voluto sottolineare peraltro il diplomatico straniero, è stata rimarcata quando Napoli e Baku fecero un gemellaggio nel 1973. Ma l'Azerbaijian non è soltanto luogo di paesaggi sorprendenti: è anche il paese che quest'anno ha ottenuto un premio speciale per il miglior film documentario per il turismo culturale. «Basta girare per la capitale» ha confermato il vice ambasciatore Vügar Haciyey «per vedere a poca distanza l'una dall'altra grandi chiese cattoliche e ortodosse, moschee sciite, sinagoghe ebraiche e templi zoroastriani». Sì, perché, per chi non lo sapesse, in quella parte del mondo ci sono ancora i cultori della religione di Zarathustra, quella stessa i cui sacerdoti, i Magi, sono menzionati nella natività cristiana. «Il nostro tesoro più grande è il multiculturalismo, l'abbracciare e rispettare tutti i culti e le culture» ha detto il diplomatico azero «siamo stati il primo paese a maggioranza musulmana che nel 1923, ottenuta l'indipendenza, istituì un parlamento laico e democratico, sancì il suffragio universale per uomini e donne». Tra gli ospiti anche il produttore iraniano Mohammed Ala, premiato per Immortality, un documentario presentato in occasione di questa edizione del festival, realizzato con il regista Mohammed Ehsani, che ha l'obiettivo di sensibilizzare grandi e bambini alla tutela del patrimonio artistico persiano, un patrimonio millenario rovinato da atti di vandalismo e dai graffiti. Presente all'ultima serata anche Ileana Danalache, vicepresidente rumena di Document.Art, che collabora da vent'anni con il Festival internazionale del film turistico attraverso Nicolae Luca, presente anche nell'honorary board, un comitato di supporto del festival nel quale spiccano personalità italiane come Antonio Catricalà, viceministro allo sviluppo economico, e l'ex ministro del turismo Pietro Gnudi, ma anche straniere come Gorana Zlatkovi?, ministra del turismo nella Repubblica serba di Bosnia ed Erzegovina: un nutrito gruppo di autorità nazionali e internazionali che attestano l'importanza della manifestazione appena terminata. «Questo non è stato solo un festival di film turistici» ha dichiarato la vicepresidente di Document.Art, la romena Ileana Danalache «è stato un vero evento turistico con workshop per i tour operator, una opportunità per conoscersi meglio e crescere insieme». Al festival infatti è stato aggiunto un workshop su domanda e offerta turistica coordinato da vari presenti e con un intervento della direttrice dell'ente di stato del turismo della Giordania, Sirene Awwad. «Qui si riuniscono spettatori, appassionati, registi, produttori che permettono a ognuno di noi di confrontarsi e capire quali sono le nostre possibilità di attrarre turisti, ma non solo» ha detto Ileana «qui si è fatta una grande promozione turistica: ci è stato mostrato il Salento, ci sono stati fatti assaggiare piatti tipici, abbiamo visitato patrimoni artistici e strutture di accoglienza, con il risultato che siamo tutti rimasti affascinati da questa terra, sia dal Salento che del resto della Puglia». Infatti, sabato sera, al termine della manifestazione, è stato offerto un aperitivo di commiato sono stati ammirati – e assaggiati con molto gusto – mozzarelle, tarallini, burratine, bruschette e friselle, caciocavalli e cacioricotta, pasticceria secca e capocollo martinese, bagnati da ottimi vini locali: verdeca, chardonnay e primitivo delle Tenute Girolamo, di contrada Carpari a Martina Franca sono stati lodati così come il 'castillo' locorotondese delle cantine Cardone. Un duetto tra le due città che è proseguito con il confronto tra i prodotti del caseificio La Valle, martinese, e Gentile, locorotondese, che hanno fatto scoprire rispettivamente mozzarelline, burratine e giuncata contro cacioricotta e caciocavallo. Si è voluto dare agli ospiti un assaggio, riuscitissimo, dell'enogastronomia della Valle d'Itria, per il quale il presidente Antonio Conte ha voluto complimentarsi a viva voce con l'organizzatore, Antonio De Giorgio, che in pochissimo tempo ha saputo raccogliere prodotti tipici della valle d'Itria ed è riuscito a promuoverli in questo contesto. Tra i prodotti più apprezzati i tarallini e le friselle del panificio san Pietro, e il capocollo della Corte dei Fragni, decorati con olio dell'oleificio Caroli, mentre il tocco finale è stato dato da una ampia selezione di pasticceria secca martinese del Chicco d'Oro. Ad allietare l'aperitivo dell'ultima serata è stato presente anche il noto contrabbassista Camillo Pace, che accompagnato da Giuseppe Giancola alla chitarra ha eseguito in acustico variazioni e improvvisazioni sul tema di "E allora balla!", canzione il cui video, girato nella valle d'Itria, è stato premiato proprio in questo festival. Una canzone bellissima come il suo video, che ha permesso al suo autore di arrivare alle semifinali per la selezione degli artisti che sono saliti sul palco del Primo Maggio a Roma, ma che come simbolo della Puglia è arrivata sicuramente nei cuori e nelle orecchie della platea internazionale che lo ha ammirato e applaudito. Daniele Milazzo

23/06/2013 15:51
iltaccodibacco.it

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