il Tacco di Bacco

Manu Chao il 6 luglio al Parco Gondar: "Hasta siempre Gallipoli!"

Manu Chao il 6 luglio al Parco Gondar: "Hasta siempre Gallipoli!"
Il primo anno di università convivevo con delle studentesse Erasmus, due spagnole e due francesi per l’esattezza. Fu un’esperienza formidabile perché ogni cosa la vivevamo da punti di vista così differenti, ognuno di noi interpretava il mondo e i suoi accadimenti a seconda dell’inprinting che il suo Paese gli aveva dato. Ma il confronto poi generava forme nuove di pensiero, sicuramente più evolute e mature. Forse anche per questo ci piaceva tanto ascoltare Manu Chao, le sue canzoni, frutto della commistione di lingue e culture mediterranee, riecheggiavano nella nostra casa a tutte le ore e le cantavamo all’unisono perché rappresentavano qualcosa che andava oltre i confini e ci rendeva felici nello stesso momento. Da quel giorno sono passati dieci anni e quando ho saputo del concerto di Manu Chao a Gallipoli al Parco Gondar, ho pensato che non potevo assolutamente perdermelo e che sarebbe stato bello rievocare quei ricordi. Che dire, l’evento dei due giorni che si chiamava Salento Sun Days probabilmente non è stato riuscitissimo, almeno nella giornata di sabato, visto che al nostro arrivo, circa le 22 di sabato sera, c’era una fila spropositata, in pratica credo che la maggior parte della gente si sia presentata ai cancelli in tempo per assistere allo show di Manu Chao, snobbando gli altri artisti, tra cui i soliti Sud Sound System. La quantità di gente era davvero impressionante, ben gestita e incanalata dalla security del Parco Gondar, che però all’ingresso senza troppe domande sequestrava qualsiasi bottiglia in maniera davvero sgarbata. Vada per le bottiglie di vetro o di alcolici, ma l’acqua? Non è assolutamente giusto sequestrare l’acqua! All’interno, poi, il prezzo delle bevande era tutt’altro che abbordabile: sei euro per una Tennent’s! Il concerto comunque è stato davvero bello, coinvolgente e lungo: Manu Chao e i suoi musicisti ci hanno intrattenuto quasi due ore, regalandoci praticamente tutti i suoi pezzi più belli, uno fra tutti “Mala Vida”, che risale a quando ancora era il leader dei Mano Negra. Ciò che è stato davvero imbarazzante è stato il dj set post concerto, a parte qualche pezzo di Bob Marley era studiato appositamente per cacciar via la gente, quasi tutta convogliata nella spiaggia proprio di fronte al Parco Gondar: un vero e proprio accampamento che ci ha permesso di risvegliarci nell’azzurro del mare gallipolino. L’estate è soprattutto questo: qualche inconveniente, ma tanta tanta bellezza! Angela Maria Centrone

10/07/2013 17:06
Angela Maria Centrone

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