Her di Spike Jonze
Mi sono seduta a guardare “Her”, l’ultimo film di Spike Jonze, davvero con la voglia di commuovermi, fregandomene dei presenti e concedendomi un bel pianto liberatorio, di quelli che solo certi film romantici ispirano. Ma la storia di Theodore Twombly, scrittore di lettere per altri di mestiere, e Samantha, che altri non è se non il suo Sistema Operativo, è così intima, ma anche così “platonica”, che i lacrimoni che speravo di versare senza ritegno non si sono mai manifestati, eppure allo stesso tempo Jonze mi ha davvero arricchito l’anima.
Joaquim Phoenix - lo adoro -, che interpreta Theodore, e Scarlett Johansson, che è la "voce" di Samantha, assolutamente deliziosa, divertente e sensuale – ovviamente vi raccomando la versione in lingua originale – sono i protagonisti di una storia d’amore da una parte avveniristica dall'altra romantica in stile vecchio film anni ’50, complici forse fotografia e costumi, ma anche la tenerezza e il candore dei loro sentimenti. E quando ad un certo punto, vittime della sindrome “Al” per cui dobbiamo ringraziare il mostro sacro Stanley Kubrick, o più banalmente ricordando la triste fine del più nazionalpopolare Alberto Sordi in “Io e Caterina”, ci si aspetta che “la macchina” dia di matto e provi a prevaricare “l’uomo”, ecco che avviene l’inaspettato: è “lei” a mostrare a noi qualcosa sull’amore, sui sentimenti e sui noi stessi.
Una storia d’amore che insegna ad amare.
La sceneggiatura è raffinata e toccante, meritatissima a tal proposito la statuetta.
E adesso il consiglio: ogni volta che voleste anche solo ricordare quella sensazione così intrinseca e inspiegabile, ma capace di smuovere e far vibrare qualcosa dentro, affidatevi anche solo all’intensa colonna sonora, non vi deluderà!
Angela Maria Centrone