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Whiplash, la recensione

Whiplash, la recensione
Cos’è Whiplash? Anzitutto è un celebre brano jazz, composto da Hank Levy e registrato da Don Ellis, nonché il titolo di uno dei migliori film dell’anno, che dividerà certamente pubblico e critica. Presentato in anteprima al Sundance Festival 2014, Whiplash non racconta la storia di Andrew Neyman che sogna di diventare un acclamato batterista jazz e non racconta neanche lo stress, quasi patologico, che infonde l’insegnante Terence Fletcher nei confronti degli allievi del conservatorio Shaffer di Manhattan, con i suoi metodi spesso discutibili, che ricordano un po’ il Sergente Maggiore Hartman di Full Metal Jacket. Whiplash racconta un metodo e pone un quesito: fino a che punto si può pressare uno studente? Fin dove è giusto spingersi per esaudire un sogno? Spronare a fare sempre meglio può portare alla frustrazione o alla perfezione? Le passioni possono divenire ossessioni? E soprattutto, non staremo diventando un po’ mollaccioni nei confronti di noi stessi e degli altri? O sacrificare tutto e tutti in nome di un fine più nobile ed eterno non ha più valore? E’ uno di quei dilemmi ai quali è difficile rispondere in maniera netta, in fondo nell’arte ci sono stati, e ci sono, tanti geni che non hanno avuto bisogno di applicarsi in maniera estrema, uno fra tutti Mozart, come ci sono stati fenomeni musicali che hanno maturato la propria personalità in un clima tutt’altro che rilassato, come Micheal Jackson. Insomma la risposta ovviamente è quella che ognuno di noi, in maniera autonoma, maturerà dopo la visione di questa pellicola, assolutamente perfetta, sia dal punto di vista attoriale che registico. Le numerose nomination ricevute e i premi vinti (miglior attore non protagonista per J. K. Simmons ai British Academy 2015 e Gran Premio della Giuria al Sundance 2014) ne testimoniano la qualità tecnica. Vale la pena vederlo? Assolutamente sì. Si accaparrerà qualche statuetta ai prossimi Academy Awards a dispetto di “giganti” come Clint Eastwood e Paul Scott Anderson? Non saprei, probabilmente no. Ma il regista, appena trentenne, Damien Chazelle è sicuramente da inserire nella playlist dei talenti cinematografici da non perdere di vista per i prossimi anni a venire. Angela Maria Centrone

13/02/2015 18:02
Angela Maria Centrone

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