Non hanno voluto nemmeno attendere di arrivare alla cifra tonda. Trentotto anni, dal 1980 al 2018, è l’età a cui ci hanno lasciati quei ragazzoni di
Elio e le Storie Tese, coloro che la mia generazione ha conosciuto ai tempi delle scuole elementari grazie all’esordio al Festival di Sanremo con l’iconica
“Terra dei cachi” nel lontano 1996, vincitrice ufficiosa del Festival di Sanremo. Gli
Elii ci hanno accompagnato per tutta l’adolescenza con brani del calibro di
“Tapparella”,
“Supergiovane”,
“Born to Be Abramo”,
“Il vitello dai piedi balsa” e soprattutto la rappresentativissima
“Servi della gleba”.
Tutti brani che abbiamo avuto l’onore di ascoltare per l’ultima volta dal vivo nella tappa barese del tour d’addio tenutasi lo scorso 19 maggio al
Palaflorio, iniziata come un vero e proprio funerale con cordoglio del buon trasformista
Mangoni e proseguita come una festa tra amici di vecchia data. Elio è salito sul palco insieme a vecchi e nuovi compagni di viaggio con una camicia, un pollo di gomma e una parrucca afro, regalandoci ore di sano divertimento e strepitosi virtuosismi dei membri del gruppo come
Cesareo,
Faso e soprattutto
Mangoni (quest’ultimo, per inciso, ha retto il palco come nemmeno Iggy Pop è riuscito a fare un anno fa), ma anche le new entry
Vittorio “Carmelo” Cosma (la sua meravigliosa autoironia che ha conquistato inaspettatamente, a detta dello stesso Elio, gli spettatori) e la strepitosa voce di
Paola Folli, che ha retto il confronto con Giorgia, protagonista di alcuni featuring riproposti sul palco.
Sfoggiando anche pezzi più recenti come
“Luigi il pugilista” (reso celebre sul web grazie al video animato dal fumettista Sio) e
“Il circo discutibile” (eredità dell’ormai solitario
Rocco Tanica che vanta del featuring con Federico Fellini) la band ha avuto anche modo di omaggiare il compianto
Feiez, rappresentato sul palco dallo stemma cittadino di Crema, la sua città natale.
Ospite dell’ultimissima canzone — l’encore chiesto a gran voce dal pubblico con
“FORZA PANINO!” — è stato nientemeno che il piccolo Fabio Rovazzi, rimasto seduto al centro del palco come spettatore d’eccezione. Il pubblico è rimasto assai soddisfatto dall’ultima performance, un po’ con l’amaro in bocca al pensiero dello scioglimento del gruppo, ma alcune parole espresse da Elio hanno riacceso la speranza in alcuni:
“Siamo sempre stati i più bravi con i falsi finali”, recitato in seguito all’inopportuno applauso nel bel mezzo de
“La canzone mononota”.
Non possiamo che augurarci che si tratti dell’ennesimo scherzo di Stefano, ma nel frattempo ci prepariamo con estremo entusiasmo al debutto da solista di Mangoni, che sfiderà Young Signorino come erede di Elio e le Storie Tese nel suo maestoso concerto a Campovolo 2021.
Forse.
Foto e recensione di Francesco Bellomo e Alessandro Semeraro