il Tacco di Bacco

Lavoro, le nuove figure richieste dalle grandi aziende

Lavoro, le nuove figure richieste dalle grandi aziende

In una società sempre più digitalizzata l’interazione tra uomo e tecnologia rappresenta un binomio che suscita critiche e desta preoccupazione. Questa interconnessione è un rapporto in continua crescita ed espansione. Un binomio che rappresenta un vero e proprio potenziamento, in grado di abbassare la curva della disoccupazione, per effetto della creazione dei nuovi posti di lavoro in ambiti che fino ad alcuni anni fa erano completamente inesistenti. Infatti, secondo il World Economic Forum, nei prossimi anni verranno creati circa 133 milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo.

I nuovi profili professionali, come pure le competenze e le metodologie di lavoro saranno sempre più improntati sulla necessità di sincronizzare quanto realizza l’essere umano con le macchine. L’obiettivo è quello di creare una virtuosa collaborazione tra l’uomo e le aziende, che ad oggi, operano sulla base del general purpose technology, ovvero dell’influenza delle tecnologie sul mondo economico.

La transazione aziendale a cui stiamo assistendo nel mondo del lavoro trova il proprio focus e mission nella cultura del “digitalfirst”. Stiamo compiendo un salto in avanti che non riguarda solo la tecnologia ma pure i lavoratori e le loro competenze, che devono sempre di più essere di standard elevato e competitivo.

Non sorprende allora che il futuro nel mondo del lavoro poggerà su specializzazioni ben mirate, in grado di offrire quel quid di competenze necessarie attraverso attività sia teoriche che pratiche.

Ma quali nuove figure assumeranno le aziende?

Dal Coding fino ai Big Data, passando dall’Internet of Things alla Proprietà Intellettuale e soprattutto all’Intelligenza Artificiale, le nuove figure professionali saranno legate maggiormente alla trasformazione industriale. È senza ombra di dubbio che le nuove figure professionali richiedono, sempre più, una preparazione accademica legata alla facoltà di ingegneria. Sembra che negli ultimi anni, ad esempio, sia cresciuto esponenzialmente il numero degli studenti che hanno iniziato a seguire corsi di ingegneria gestionale.

Si ritiene, infatti, che si tratti di uno dei curriculum più spendibili in termini occupazionali. Il laureato trova sede naturale di impiego in tutte le imprese e i settori in cui convivono fattori tecnologici, economici, gestionali e di innovazione. Insomma, si tratta di competenze che variano in ambiti diversi, dalla gestione della produzione industriale alla sicurezza e protezione degli impianti. I percorsi formativi di ingegneria gestionale sono organizzati sia da tradizionali università con corsi in presenza che da atenei telematici, come Unicusano, che consentono agli studenti anche di frequentare a distanza e con maggiore flessibilità.

Quali sono, dunque, i profili più ricercati del 2021?

Alla luce di quanto espresso è evidente che il mercato del lavoro sia in costante divenire, adeguandosi alle esigenze della società. Per questa ragione, il professionista del futuro dovrà farsi trovare pronto alle mutevoli esigenze del mercato, offrendo quelle che sono le proprie competenze e conoscenze.

Ma quali sono questi nuovi profili? Nella lunga lista ci sono quelli di broadband Architect, bategory manager, cloud architect, data scientist, energy manager, growth hacker, plant manager, project manager, scrum master, UX designer, social media manager, manager di e-commerce.

Infine, alla luce di questa digitalizzazione, la sola formazione accademica non è più sufficiente. Accanto ad un solido background formativo di alto livello è richiesto anche il possesso di una serie di soft skill come: il personal branding, la curiosità, il networking, la comunicazione, l’empatia.

30/03/2021 15:04
Alessandro

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