il Tacco di Bacco

Autorità o autorevolezza? La leadership in azienda

Autorità o autorevolezza? La leadership in azienda

Cosa intendiamo, oggi, per leadership? La definizione da dizionario è “posizione di preminenza con funzione di guida in uno schieramento politico o culturale, o in una attività o impresa”.

Se ci soffermiamo sul contesto azienda, dobbiamo dettagliare un po’ meglio la definizione stessa; questo è ancor più vero oggi, in un mercato in cui le aziende appunto “leader” (ma in questo caso l’aggettivo ha un senso diverso) ci insegnano come il talent management ed il people management siano leve strategiche considerate fondamentali, tanto da ribaltare completamente la rotta sia in fatto di nuove assunzioni che in fatto di ruoli. Nelle grandissime realtà che dominano il mercato, come Amazon, Google, Facebook, si assiste infatti ad un cambiamento epocale, in cui le competenze più valorizzate (sia nei nuovi ingressi che nelle scelte dei ruoli apicali) siano nella direzione delle competenze in gestione del personale, del clima aziendale, dell’engagement e dello sviluppo del potenziale, rinviando di fatto i profili tecnici o amministrativi/economici a posizioni più “circoscritte” al ruolo specifico.

In queste multinazionali assistiamo dunque ad un cambiamento nella visione della leadership.

La definizione corretta di leadership aziendale, diventa oggi “un processo sociale che porta un individuo, all’interno di un gruppo di lavoro, ad essere in grado di influenzare pensieri, atteggiamenti e comportamenti altrui senza applicare strumenti e dinamiche “di potere”.


Occorre a questo punto fare una distinzione. Un leader autoritario ed un leader autorevole non sono la stessa cosa. Per la verità, il leader può essere soltanto autorevole; una persona autoritaria, nel contesto azienda, non è un leader vero, perché la posizione di “superiore” o “capo” viene esercitata, appunto, con dinamiche di potere.

Autoritario è infatti “chi impone con intransigente fermezza la propria volontà”. Le parole “impone” e “intransigente” descrivono forse un capo, un superiore, ma di certo non descrivono un leader, che invece deve essere autorevole: “che gode di stima e credito notevole, che ispira riverente fiducia”.

Come riconoscere un capo autoritario da un leader autorevole?

Il Capo Autoritario:

1. Valuta gli altri in base a pregiudizi personali e alla posizione sociale;

2. “Utilizza” i sottoposti come pedine per conseguire i suoi obiettivi, senza nessuna attenzione per gli obiettivi personali e professionali della persona stessa.

3. Spesso raccoglie le informazioni per persuadere e manipolare, più che per comprendere le esigenze del collega/sottoposto

Il Leader Autorevole:

1. Considera i collaboratori dei “collaboratori”, cioè delle persone con cui collaborare per raggiungere obiettivi comuni.

2. Comunicano con chiarezza e assertività, motivando gli obiettivi e dando agli altri gli elementi e le informazioni per gestire i compiti al meglio.

3. Non “giudicano” o “controllano”, ma “valutano” in base a criteri chiari, condivisi col team e tenendo presenti tutti gli elementi del lavoro dei collaboratori; rappresentano per gli altri un “mentore” a cui chiedere una guida nei momenti in cui non si riesce ad ottenere il massimo in autonomia.

Oggi, un eccellente leader in azienda non è dunque chi gestisce in modo verticale/piramidale dei “sottoposti”, bensì è chi coordina, definisce gli obiettivi e funge da mentore per i colleghi, lasciando che il gruppo di lavoro ed i singoli membri che lo compongono operino in modo indipendente e collaborativo, sentendosi parte di un team del quale condividono mission e valori, sentendosi riconosciuti nel proprio ruolo, vedendo delle costanti prospettive di sviluppo e avendo piena fiducia nel leader, che ricambia la fiducia e funge da punto di riferimento.

28/05/2021 10:57
Alessandro

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