Viviamo in un’epoca in cui internet la fa da padrone e uno degli universi che è cambiato maggiormente sotto la spinta della digitalizzazione e della rivoluzione tecnologica è quello dell’intrattenimento, lì dove per intrattenimento si intendono tutti quei microcosmi come cinema, televisione e videogame che hanno lo scopo precipuo di intrattenere gli utenti e gli spettatori nel loro tempo libero.
Dalle sale dei cinema allo streaming, e viceversa
Sono anni che le sale cinematografiche fanno registrare dei dati poco incoraggianti in termini di biglietti venduti e conseguenti introiti e il merito, o la colpa, è delle tante piattaforme di riproduzione in streaming che sono riuscite a sbaragliare la concorrenza, ritagliandosi una significativa fetta di mercato. La prima a sbarcare nel nostro Paese è stata la statunitense Netflix, cui va riconosciuto il merito di aver compreso prima di altri le potenzialità di internet e di aver saputo sfruttare quelle potenzialità appieno. Oggi gli abbonati di Netflix in tutto il mondo sono più di 200 milioni, ma considerando la politica degli account condivisi tollerata dalla stessa azienda statunitense, i fruitori di Netflix sfiorano la clamorosa cifra di un miliardo. Negli ultimi tempi, però, complici anche alcune scelte governative che hanno ripristinato l’obbligo di rilascio dei film italiani in esclusiva nelle sale subordinando il rilascio sulle piattaforme in streaming a un momento successivo, i cinema si stanno riappropriando dei propri spazi e la sensazione è che, a differenza di quanto avvenuto in altri settori dell’intrattenimento come quello del giochi di intrattenimento digitale come quello dei casinò, per mezzo di giochi di poker, slot machine e blackjack hanno soppiantato quasi del tutto i casinò terresti, in ambito cinematografico lo streaming non avrà la vita così facile.
La TV e lo sport sbarcano su internet: da Rai Play ad Amazon Prime Video
Il settore che è stato colpito maggiormente dall’avvento dello streaming è con ogni probabilità quello televisivo che, paradossalmente, è dal punto di vista storico quello che negli anni è stato meno soggetto ai cambiamenti. Poi, di colpo, la musica è cambiata e soprattutto le nuove generazioni hanno abbandonato le emittenti tradizionali per affidarsi ai tanti portali di riproduzione video online che si sono affacciati sul nostro mercato. L’impatto dello streaming è stato tale che anche la RAI, Mediaset e LA7 sono state costrette ad adeguare la propria offerta e hanno creato la propria piattaforma online che contribuisce ormai in modo significativo agli ascolti. Basti pensare che la piattaforma Rai Play, in poco più di quattro anni, è riuscita a diventare una delle più scaricate sui dispositivi a sistema operativo Android e che programmi come “Una Pezza di Lundini” ormai fanno registrare delle visualizzazioni maggiori su Rai Play rispetto a quanto accade in diretta su Rai 2.
Anche il mondo delle manifestazioni sportive è stato rivoluzionato dall’avvento dello streaming e in tal senso è sufficiente ricordare che dopo più di 15 anni di esclusiva, Sky ha perso la gara per l’affidamento dei diritti della Serie A che per il prossimo triennio andrà in onda sulla piattaforma Dazn. La società britannica, dopo essere entrata nel nostro mercato in sordina, è riuscita a sbaragliare la concorrenza, sebbene i problemi legati ai sovraccarichi dei server e alla scarsa diffusione della banda larga nel nostro Paese debbano ancora essere del tutto risolti. Allo stesso tempo, anche la Champions League per il prossimo triennio andrà in streaming sui canali di Amazon Prime Video, con l’azienda di Jeff Bezos che ha deciso di inserire la visione della Coppa dalle Grandi Orecchie all’interno del proprio pacchetto Prime senza applicare agli abbonati dei costi aggiuntivi. Le piattaforme online consentono un significativo abbattimento dei costi rispetto a quelle che invece si affidano sul satellitare e in tal senso non si può non notare come sia l’offerta di Dazn che quella di Amazon saranno disponibili a un costo decisamente inferiore rispetto a quello imposto da Sky.
Il teatro e la musica diventeranno sempre più digitali?
È meglio seguire un concerto dal vivo o da casa, dietro uno schermo? Se fino a qualche anno fa la risposta a questa domanda sarebbe stata scontata, oggi non lo è più e il merito, anche in questo campo, è dell’innovazione tecnologica che ha permesso alle tecnologia di fare dei passi da gigante e di rendere anche l’esperienza in streaming del tutto indimenticabile. I dati di vendita dei biglietti per concerti e rappresentazioni teatrali ci raccontano però che per quanto riguarda la musica e i teatri, gli appassionati preferiscono ancora gli spettacoli dal vivo. La soluzione ideale, già attuata da diversi gruppi musicali e da diverse compagnie, sarebbe quella di affiancare allo spettacolo dal vivo anche lo spettacolo a mezzo internet che, a prezzi ovviamente inferiori, garantirebbe agli addetti ai lavori un guadagno aggiuntivo, permettendo allo stesso tempo agli appassionati di seguire in diretta un concerto che si sta svolgendo anche all’altro capo del mondo. Nonostante le aspre critiche, internet continua a essere uno straordinario strumento di condivisione e la sensazione è che inevitabilmente anche un mondo come quello musicale e quello teatrale, da sempre estremamente conservatori, potrebbero servirsi del web per ampliare i propri orizzonti e adeguare la propria offerta alle nuove esigenze dei appassionati.
Internet ha cambiato profondamente le nostre società e la sensazione è che questo sia solo l’inizio di un periodo di profondo cambiamento. Anche il mondo dell’intrattenimento e quello dello spettacolo hanno dovuto fare i conti con la rivoluzione digitale tuttora in atto ma l’impressione è che alcuni comparti sapranno resistere a questo assalto meglio di altri.
15/06/2021 14:44
Alessandro
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