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“Tombola” e “Bingo”: come nascono questi nomi?

“Tombola” e “Bingo”: come nascono questi nomi?

Chi non ha mai giocato almeno una volta alla tombola o al bingo? Stiamo parlando di due giochi piuttosto tradizionali, specie nel periodo natalizio. Una sorta di lotteria in cui non è necessario possedere chissà quale abilità: come in ogni gioco ad estrazioni, d’altro canto, tutto è affidato alla sorte. I giocatori devono solo limitarsi ad acquistare un numero indeterminato di cartelle sulle quali segnare i numeri che a poco a poco vengono indicati sul tabellone principale. Nel bingo sono disponibili più premi rispetto alla tombola e tra l’altro alcuni di questi crescono finché qualcuno non riesce ad ottenerli nel corso di una partita. Mentre la tombola si gioca perlopiù in contesti casalinghi, il bingo viene praticato in grandi sale dove le 90 palline numerate vengono estratte da appositi ste, da sostituire periodicamente per tutti i controlli del caso.

Nonostante siano entrambi giochi molto conosciuti, non tutti conoscono le loro origini. La tombola fu inventata dai napoletani intorno al 1734, quando Re Carlo III di Borbone provò a mettere le mani sul lotto per intascare i soldi delle puntate dei popolani. Nacque dunque una versione più domestica delle solite lotterie, con cesti di vimini e numeri incisi sul legno. Da dove deriva, però, il termine “Tombola”? Secondo alcune fonti “Tombola” non sarebbe altro che la terza persona singolare del verbo “tombolare”, che indica una specie di ruzzolamento, cioè quanto avviene ai numeri all’interno del paniere. Non si esclude, però, che il nome sia legato al vocabolo “tumulo”, in riferimento all’aspetto piramidale del paniere.

La tombola ha visto la luce molto tempo prima rispetto al bingo, che può essere considerato una variante della tombola. Il modo in cui è nata la definizione “Bingo” è però molto più curioso: correva l’anno 1929 e un venditore di giocattoli americano di nome Edwin Lowe si trovava in Georgia a giocare una partita di “Beano”, un gioco già di per sé molto simile alla tombola. Preso dall’emozione, dopo aver marcato tutti i numeri si alzò gridando una parola insensata come “Bingo” invece di “Beano”.

L’episodio rimase nella memoria di tutti i presenti e quel termine piacque talmente tanto che da lì avanti fu utilizzato da tutti. Solo 70 anni più tardi, però, il bingo iniziò a fare le sue apparizioni anche in Italia. Ancora oggi esistono centinaia di sale in tutto lo Stivale, sebbene il numero sia andato diminuendo a causa del gioco del bingo online. Le tradizioni, però, sono pur sempre le tradizioni e ancora oggi c’è chi preferisce giocare dal vivo.

Proprio perché associati a determinati background storici, difficilmente la tombola e il bingo potranno conoscere delle migliorie o delle modifiche rivoluzionare in futuro. Ne andrebbe anche del significato folkloristico che entrambi i giochi sono riusciti a conquistarsi nel corso dei decenni. Nel caso specifico del bingo, comunque, esistono già alcune varianti che vedono le cartelle e i tabelloni contenere magari meno numeri. Soprattutto la tombola è talmente rappresentativa dell’intrattenimento familiare al punto che c’è chi vi gioca anche a Pasqua. Difficile cambiare una forma mentis così radicata nell’animo.

16/07/2021 16:37
Alessandro

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