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Investire in ETF: conviene davvero? Ecco tutto ciò che devi sapere

Investire in ETF: conviene davvero? Ecco tutto ciò che devi sapere

Tra i metodi di investimento più diffusi negli ultimi tempi troviamo sicuramente quelli che si basano sugli ETF. Probabilmente ne avrai sentito parlare almeno una volta, ma sai davvero di cosa si tratti? In quest’articolo cercheremo di chiarire le idee.

ETF: info utili

Gli ETF rappresentano delle forme di risparmio collettivo, di tipo passivo, i quali replicano l’andamento di una materia prima, o di un mercato. Come vedremo successivamente, sono differenti i vantaggi di questo tipo di investimento: in primi, il fatto che vengono abbattuti i costi di gestione, in maniera drastica.

Tecnicamente, quando parliamo di ETF facciamo riferimento a fondi di gestione passiva, ciò significa che non esistono dei gestori che puntino sui vari titoli ritenuti più convenienti, (come per i fondi di gestione attiva): ci si basa essenzialmente sul senso generale di un mercato.

Ciò che ha attirato l’attenzione su questo tipo di strumenti di investimento negli ultimi tempi è la facilità di investimento: per investire in ETF, non è necessario essere degli analisti o entrare in possesso di strumenti di analisi avanzata, visto e considerato che il fondo è a gestione passiva e deve soltanto mantenere una certa proporzione di titoli che riducono l’andamento dell’indice.

Oltre a ciò, non è necessario gestire il patrimonio, visto che è tutto automatizzato. E questo ha portato ad un vero e proprio boom di tipologie differenti di ETF su cui investire: per esempio, gli indici che possono a loro volta essere di varie tipologie; le materie prime energetiche e le materie prime non energetiche.

Investire in attività online

Negli ultimi anni le attività online che si occupano di investimenti sono aumentate in maniera esponenziale. Basti pensare al fatto che ormai sono tantissime le attività che consentono di far soldi, se svolte con lavoro certosino e parsimonia. Non a casa, ogni giorno nascono attività e soggetti che riescono a trarre enormi guadagni dalla rete.

Tra le attività più diffuse e particolarmente proficue troviamo, per esempio, gli e-commerce (i negozi online), o magari l’attività di condivisione di materiali multimediali, tramite piattaforme di streaming. Si tratta di lavori che potrebbero sembrare futuristici, sotto certi punti di vista, ma che rappresentano la pura realtà economica attuale.

Questo perché internet rappresenta una fonte quasi inesauribile di risorse. Gli ETF non sono altro che una delle tante possibilità da poter sfruttare. Il loro successo è principalmente legato al fatto che l’interesse degli investitori si è mosso sempre di più verso mercati che possano battere l’indice di riferimento, nonché alla capacità di performare in maniera positiva.

La differenza sostanziale con i fondi a gestione attiva è il fatto che questi hanno dei costi di gestione molto più alti rispetto agli ETF. Questo perché è necessario remunerare ogni volta la società di gestione che investe il danaro per conto nostro. Oltre a ciò, senza dubbio c’è una minore trasparenza e minore liquidità di fondi, poiché questi non sono quotati in borsa e non sono scambiabili in maniera rapida e intuitiva come gli ETF.

Sempre più persone stanno optando per gli ETF poiché questi consentono di intervenire sull’indice in maniera totale, seguendo l’andamento, nonostante non sia necessario avere accesso agli ordini diretti di borsa. Oltretutto, c’è la possibilità di investire sui mercati che non sarebbero altrimenti accessibili in altro modo. Questi mercati sono quelli più congeniali ad investitori che non hanno grossi capitali da poter investire.

Differenza sostanziale

C’è da chiarire, inoltre, che esista una differenza sostanziale tra i vari ETF presenti sul mercato. Si parla, infatti, di ETF ad accumulazione e a distribuzione. Nel primo caso parliamo di una tipologia di ETF in cui i proventi che derivano dai titoli acquistati, come azioni o obbligazioni, non sono distribuiti al titolare del fondo, ma vengono rinvestiti di volta in volta automaticamente. Ciò permette di sfruttare l’interesse composto per una crescita maggiore di capitale e una tassazione differente. Difatti, teoricamente, con questa tipologia di ETF si potrebbe fare l’investimento e poi non fare più nulla per anni.

L’altra tipologia, invece, prevede una distribuzione periodica di cedole e dividendi. La rendita derivante dall’investimento, in questo caso, può essere sottoposta all’imposta sulle rendite finanziarie. Va da sé che non esista una scelta oggettivamente valida in tutti i casi, ma bensì un prodotto che meglio si addica alle esigenze dell’investitore.

Va specificato, inoltre, che esiste anche la possibilità di optare per degli ETF strutturati. Questa particolare variante riguarda degli ETF strutturati a leva, cioè con una copertura a margine: questi consentono di ottenere una moltiplicazione dell’andamento dell’indice. Anche in tal caso va precisato che ne esistono varie tipologie. Con un ETF strutturato si può avere uno strumento con cui agire sul mercato in maniera più aggressiva: viene concessa la possibilità di fare investimenti anche meno costosi della media. E in questo che la leva risulta essere essenziale, visto che l’investimento può essere minimo, ma si può ottenere una moltiplicazione dell’indice molto vantaggiosa.

Oltre a ciò, con questo tipo di ETF si possono anche abbattere quelli che sono i rischi emittente. Va detto che esistono anche degli aspetti negativi di cui tener conto. Per esempio, chi cerca un guadagno che sia più rapido, dovrà tenere in considerazione l’alto rischio che caratterizza questo particolare strumento di investimento. Sostanzialmente potrebbe non essere la mossa giusta per chi cerca un investimento a lungo termine e chi punta ad un guadagno nel lungo periodo. Dipende tutto dal tipo di strategia che si vuol attuare.

La scelta di investire negli ETF è legata anche al fatto che si tratti di un’attività in continua evoluzione e crescita. Per esempio, fino a qualche tempo fa non era data la possibilità di sfruttare altre funzionalità. In particolar modo, si parla di fondi che hanno come indici di riferimento delle variabili aggiuntive e che riguardano prevalentemente la capitalizzazione in borsa delle società e altre variabili relative alle azioni delle aziende quotate in borsa. Si parla anche di ETF a gestione attiva, come nel caso di fondi comuni di investimento: si basano su valori di mercato differenti dalla cifra borsistica.

05/08/2021 15:41
Alessandro

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