Del divario tra Nord e Sud si parla da sempre, tanto che la “questione meridionale” viene anche esaminata da libri di testo. Non così evidente è invece il fatto che essa si riverbera in altri contesti oltre a quello economico e sociale. Persino la storia del calcio italiano registra un divario, che consente di parlare di questione meridionale. Per rendersene conto è sufficiente dare un’occhiata alle statistiche. Le squadre del Sud che hanno partecipato a un campionato di serie A dall’inizio della sua storia sono soltanto 14, mentre nel gotha delle prime dieci squadre del Paese ce n’è solo del Meridione: il Napoli. Non va meglio se si guarda ai risultati, dal momento che solo il Napoli e il Cagliari sono riusciti ad aggiudicarsi la gioia dello Scudetto. Come sanno gli appassionati di scommesse in Italia quest’anno il Napoli è in corsa per ripetere il miracolo, ma nel complesso le squadre del Sud in serie A sono soltanto tre, grazie all’arrivo della Salernitana e alla lotta strenua per salvarsi del Cagliari.
Le statistiche parlano chiaro
Sembra lontanissimo il campionato del 1970, quando i sardi portarono a casa il trofeo. Ma i dati storici confermano che il Sud non ha mai raccolto tutti i successi che avrebbe potuto. Su un totale di 203 scudetti assegnati nella storia della Serie A ben 186 sono andati alle squadre del Nord, mentre in serie B ci sono stati 51 campionati vinti da compagini meridionali contro i 95 portati a casa da colleghi del Nord. Allargando il discorso, si può anche dire che negli ultimi 19 anni ai vertici della Serie A si sono alternate tre squadre, cioè Juventus, Inter e Milan, che si trovano tutte sull’asse Torino-Milano, che è poi anche quello dello sviluppo industriale ed economico. Ai numeri risicati si aggiunge anche la tendenza costante alla riduzione, come dimostra il fatto che nella Serie A della stagione 2008-2009 c’erano sei squadre di calcio del Sud su 20. Negli anni Ottanta, invece, a far compagnia ai partenopei erano altre cinque squadre (Catanzaro, Lecce, Avellino, Pescara e Catania). Negli anni Novanta, con l’economia in grande spolvero, anche nel calcio le differenze si erano assottigliate. Oggi, invece, in una situazione di crisi e con l’onda lunga del Covid, il divario si è riaperto in modo significativo.
Ragioni economiche dietro le differenze
Se si esaminano bene la storia e tutti i dati, comunque, un elemento appare evidente. Prendiamo l’esempio del Cagliari che ha vinto lo scudetto nel 1970. A sostenere la squadra in quell’anno c’erano i fondi in arrivo dalle aziende di Angelo Moratti, imprenditore del Nord. Altre situazioni analoghe riguardano il Palermo d’assalto degli anni Duemila, sostenuto dal friulano Maurizio Zamparini, o ancora il Cagliari di successo del 2014, trainato dal milanese Tommaso Giulini, che aveva acquisito la proprietà. Non serve un esperto di economia per capire che la sperequazione economica che sta alla base della questione meridionale si ripercuote anche nel calcio, come dimostra un altro dato statistico: dei circa 150 club falliti negli ultimi vent’anni, oltre un terzo sono squadre del Sud. Nel Meridione mancano gli imprenditori, dunque le squadre faticano ad accaparrarsi i campioni che spesso fanno la differenza, ma anche a tenersi stretti i giovani di valore, che troppo spesso vengono cooptati dalle squadre del Settentrione. Sono rari i casi come quello di Lorenzo Insigne, capitano della nazionale e del Napoli, che peraltro è entrato nel settore giovanile della squadra partenopea, dopo che De Laurentiis l’aveva acquistata con una buona iniezione di capitali, e ci è rimasto.
Quale potrebbe essere la soluzione?
La presenza non solo di gruppi economici importanti e di famiglie imprenditoriali storiche ha sempre permesso alle squadre di calcio del Nord di brillare, ma qualche speranza deve pur esserci per le squadre del Sud, che assomigliano un po’ a delle Cenerentole. Forse la soluzione migliore sarebbe promuovere sostegni economici perché a livello locale le squadre possano coltivare vivai di giovani, che poi non si allontanino appena cominciano ad essere dei campioni. Anche aiuti per realizzare impianti adeguati a promuovere lo sport tra i ragazzi potrebbero portare ad un miglioramento. Ma ancora una volta, come nel caso dell’economia, si tratta di una volontà politica che deve promuovere una maggiore uguaglianza tra le diverse parti del Paese. Riconoscendo la ricchezza della cultura e della tradizione del Meridione, che è davvero un tesoro a molti sconosciuto. Come viene ben evidenziato nel libro “Peregrini. Cammino alla scoperta dei culti, dei riti e dei rituali del Mezzogiorno”, edito da Santelli Editore Milano a cura di Giovanni Cardone. Una raccolta di saggi sui culti e i miti del Meridione, provenienti dalle fonti più autorevoli che hanno trattato questo tema.
07/12/2021 16:10
Alessandro
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