il Tacco di Bacco

ICARO CADUTO di e con Gaetano Colella. La recensione dello spettacolo andato in scena lo scorso 21 gennaio

ICARO CADUTO di e con Gaetano Colella. La recensione dello spettacolo andato in scena lo scorso 21 gennaio

Al Teatro Comunale di Ceglie in scena una rivisitazione del mito di Icaro: un monologo incalzante e attuale prodotto da Armamaxa Teatro/Pagine Bianche Teatro e distribuito attraverso il Teatro Pubblico Pugliese

di Angela Maria Centrone

E se Icaro fosse sopravvissuto alla famosa caduta? Forse, dalle sue parole, scopriremmo che quel volo sconsiderato verso il sole non era stato un atto di arroganza, ma di emancipazione. 

Gaetano Colella re-immagina il mito raccontando cosa avvenne dopo quel giorno infausto, dando voce alle motivazioni ed ai sentimenti di Icaro nei confronti di Dedalo, suo padre, attraverso un testo teatrale, prodotto e messo in scena da Armamaxa Teatro/Pagine Bianche Teatro, che mescola dialetto pugliese ed endecasillabi in rima alternata. 

Sulla scena Paolo Baroni installa una bitta, punto di partenza o di approdo, per questo monologo, interpretato dallo stesso Colella per la regia di Enrico Messina, che dal mare vede il suo inizio e anche la sua conclusione.

Un racconto che dapprima presenta un Icaro rabbioso, il quale spiega come il suo avvicinamento al sole sia stato un sabotaggio dell’invenzione di Dedalo, un uomo interessato più a dimostrare le sue teorie che al benessere del figlio, infatti lo scienziato anche nel mito originale dimostra un atteggiamento sfidante verso tutto ciò che è ritenuto impossibile da realizzare. Perciò la superbia non è del figlio, bensì del padre. E quella caduta provocherà nel ragazzo fratture che trasformeranno il suo corpo in maniera permanente, come metafora di quanto il distacco da quello che sono stati i nostri genitori possa essere doloroso, ma anche di quanto certe ferite possano non guarire mai e lasciarci deformi nell’animo. 

Quindi la figura di Icaro non rappresenta qui l’insolenza dei giovani, al contrario del mito è il figlio che mostra al padre gli errori commessi in due livelli di lettura del testo: uno riguardante la vicenda umana e famigliare e l’altro riferito alla cosiddetta “scienza senza coscienza” perpetrata da Dedalo.

Ma come si guarisce? Come ci si riconcilia con il proprio passato? Probabilmente l’unica via è perdonare, per poi lasciar andare. Perdonare i padri per non averci compreso, perdonare noi stessi per non essere come loro si aspettavano. 

 


 

WEB: https://www.paginebiancheteatro.it

23/01/2023 23:00
Angela Maria Centrone

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